Barilla, per tutti i dipendenti genitori 12 settimane di congedo retribuito

- di: Barbara Bizzarri
 

Barilla ieri ha reso nota la sua nuova policy per i dipendenti, e torna a far parlare di sé con le innovative misure annunciate a tutela dei genitori: l’azienda, infatti, ha deciso di garantire a ciascun genitore 12 settimane di congedo retribuito al 100%, indipendentemente dal genere, dallo stato maritale e dall'orientamento sessuale, a partire dal 1° gennaio 2024. Inoltre, nel caso in cui gli standard legislativi locali siano più vantaggiosi, verranno applicate le normative del Paese. In Italia, il congedo di maternità resterà quello attuale previsto dalla nostra legislazione, mentre il congedo di paternità sarà esteso da 10 giorni a 12 settimane.

Barilla, per tutti i dipendenti genitori 12 settimane di congedo retribuito

“Siamo davvero orgogliosi di annunciare questa nuova politica aziendale che vuole valorizzare la genitorialità e ridurre uno dei fattori principali del gender gap nel lavoro, in linea con il nostro percorso nella Diversity, Equity & Inclusion - afferma Floriana Notarangelo, Chief Diversity & Inclusion Officer del Gruppo Barilla -. Per questo la nostra policy è rivolta a ogni genitore, a prescindere dal genere, dallo stato maritale, dall’orientamento sessuale e se è adottivo o meno, perché in Barilla siamo consapevoli che ogni famiglia è unica e che non esiste una figura genitoriale più importante dell’altra. Il nostro obiettivo è di creare, entro gennaio 2024, tutte le condizioni necessarie affinché le nostre Persone possano vivere con gioia l’arrivo di un figlio e quello di essere riconosciuti come un’azienda a misura di genitore”.

L’iniziativa del Gruppo vuole contribuire a migliorare l’equilibrio vita privata-lavoro delle persone, e arriva in un momento storico in cui l’attenzione al tema è molto alta e fenomeni come la Great Resignation si diffondono in tutto il mondo. In alcuni Paesi il parental leave retribuito è un lusso, come negli Stati Uniti, dove la legge non prevede un congedo di maternità retribuito. L’Italia, invece, è sempre più caratterizzata da un forte child penalty gap nel mercato del lavoro. Secondo l’ultimo rapporto di Save the Children “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2023”, infatti, nel 2022 il divario lavorativo tra uomini e donne si è attestato al 17,5%, ma è ben più ampio in presenza di bambini: nella fascia di età 25-54 anni se c’è un figlio minore, il tasso di occupazione per le mamme si ferma al 63% contro il 90,4% di quello dei papà, e con due figli minori scende fino al 56,1%, mentre i padri che lavorano sono ancora di più (90,8%).

In generale, negli ultimi anni, il parental leave è diventato centrale tra i desideri di ogni dipendente sul posto di lavoro. Secondo un'indagine internazionale della piattaforma HR Remote, che ha intervistato 5.708 dipendenti a tempo pieno in 10 Paesi, è emerso che il 15% non usufruisce del parental leave, dichiarando di esitare a prenderlo per intero per paura di essere discriminati. Il 47% dei dipendenti rifiuterebbe un'offerta di lavoro se le politiche genitoriali dell'azienda non soddisfacessero le proprie aspettative. L'inclusività di un'azienda è più importante per i giovani tra i 25 e i 34 anni: quasi due terzi (60%) hanno dichiarato di preferire aziende con politiche di congedo parentale inclusive.

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