Giovanni Bossi, lei è Amministratore Delegato di Banca IFIS dal 1995. La Banca durante tutto questo tempo è cresciuta tantissimo e ha avuto sviluppi eccezionali. Ci racconta l’inizio di questo percorso?
Sono Amministratore Delegato di Banca IFIS dal maggio del 1995 e quest’anno sono giunto all’ottavo mandato. Avevo solo 34 anni quando il Presidente Sebastien Egon Fürstenberg mi chiese di aiutarlo per qualche mese, ma ci siamo talmente divertiti insieme che sono ancora qui a ricoprire questo prezioso incarico. Da allora siamo costantemente cresciuti grazie all’eccellente lavoro di tutto il team. Banca IFIS lasciò Genova il 1 aprile del 1996 per spostarsi a Mestre all’epoca, più che una Banca, era una piccola finanziaria quotata in Borsa dal valore globale di 3 miliardi di lire. A fine 2017 questa Banca ha raggiunto i due miliardi di euro. È stato uno sviluppo costante, costruito nel tempo con pazienza e fatica da parte di tutti e con grande lungimiranza da parte del Presidente.
Dottor Bossi, Banca IFIS presenta un modello di business forte e diversificato, che permette di raggiungere ottimi risultati in termini di redditività e qualità del credito con operazioni concentrate nel mercato italiano. La primaria Agenzia di rating Fitch ha assegnato alla Banca, il 13 settembre scorso, il giudizio di rating a lungo termine ‘BB+’, outlook stabile, confermando la solidità dell’Istituto nel mercato e la qualità del progetto di crescita e sviluppo. Quali sono le caratteristiche di questo indubbio successo?
Abbiamo sempre mantenuto con grande disciplina il focus della nostra azione su tre pilastri fondamentali che sono presenti in ogni nostra scelta. Prima di tutto il controllo della dotazione di capitale delle nostre azioni: fare banca, infatti, richiede capitale buono e regolamentare costantemente a disposizione. Il secondo pilastro è il controllo della liquidità: la banca è un intermediario, compra la materia prima (ovvero il denaro) cercando di creare un margine tra il costo e l’impiego di denaro stesso. Senza liquidità, non si hanno margini di manovra. Capitale e liquidità consentono alla banca di continuare il percorso di crescita, ma serve un terzo pilastro: una marginalità che sia la migliore possibile, con la consapevolezza che esercitiamo la nostra azione nel mercato dell’economia reale e quindi vogliamo che la nostra azione sia “buona” per noi, ma anche e soprattutto per l’ambiente dove lavoriamo. Solo unendo questi tre pilastri si può pensare di crescere con continuità, così come abbiamo fatto noi.
Il consiglio di amministrazione il 3 agosto scorso ha approvato i risultati finanziari del primo semestre 2018, dai quali emergono un utile di 66,2 milioni di euro, un cost/income ratio al 51,8% e un rapporto tra attività deteriorate e impieghi lordi del settore imprese che è a un invidiabile 10,5%, livello di assoluta eccellenza. Lei nella relazione ha tracciato le iniziative prese con grande dinamismo dalla Banca in ogni segmento di attività, affermando che alcune di queste svilupperanno benefici, anche in termini economici, già a partire della seconda parte dell’anno. Quali sono queste iniziative e quali risultati economici prevede per la seconda parte del 2018?
Ad alcuni aspetti è difficile dare una risposta per fattori di mercato. Quello che posso dire è che abbiamo avviato un percorso di nuove iniziative, una su tutte l’integrazione di FBS, per la quale siamo in attesa solamente dell’autorizzazione della Banca d’Italia. Nasce, in questo modo, il primo operatore integrato per gli NPL italiani. L’operazione rappresenta un momento di svolta per Banca IFIS e per il mercato italiano: saremo la prima piattaforma “made in Italy” in grado di offrire un servizio completo in tutte le categorie del credito deteriorato: FBS è infatti oggi una società leader nella gestione del credito con sottostante real estate e corporate; Banca IFIS un’eccellenza italiana riconosciuta nei crediti unsecured. Per la prima volta questi servizi vengono integrati in un unico player. Più recentemente, il 1 luglio con esattezza, è partita l’attività di integrazione di Credifarma, la finanziaria di riferimento per le farmacie: un comparto che richiede prodotti su misura. Questa operazione porterà benefici nel secondo semestre. Prima ancora, sempre quest’anno, abbiamo acquisito il 100% di Cap.Ital.Fin S.p.A, società specializzata in finanziamenti rimborsabili mediante la cessione del quinto dello stipendio e delegazioni di pagamento per pensionati e lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati. Un investimento molto importante per la nostra Banca. Da non dimenticare poi il lancio di rendimax assicurazioni, una piattaforma online on demand che permette ai nostri clienti di gestire le polizze in autonomia. Pensiamo che l’unico modo per vendere servizi utili sia interagire direttamente con i clienti e rendimax assicurazioni va proprio in questa direzione: permette ai nostri clienti di attivare e gestire ogni tipo di “protezione”, dagli animali alla propria casa, dallo sport ai viaggi anche solo per micromomenti. Siamo una continua fucina d’idee e continueremo ad averne altre, è il nostro DNA.
Lavorare per una realtà dinamica e di successo come Banca IFIS è certamente molto appetibile per i giovani. Quali caratteristiche, sia in termini di formazione che di attitudini motivazionali e psicologiche, si debbono avere per poter sperare di lavorare in Banca IFIS? Quali sono i canali che utilizzate maggiormente per reclutare personale diretto e collaboratori? E un giovane con una buona formazione, ma senza esperienza, ha speranza di poter lavorare con voi?
Imprenditorialità, spirito d’iniziativa, intelligenza trasversale, passione. E non voglio citare matematica e competenze tecniche. Se c’è la passione, si è intelligenti, si è ambiziosi e si ha spirito di iniziativa, non c’è alcun aspetto tecnico che non si possa imparare studiando. Studiare è indispensabile. Banca IFIS è un progetto continuo e dinamico, per questi motivi, i giovani assumono un ruolo ancor più fondamentale per noi. Il sito www.lavorareinbanca.it è interamente dedicato alla realtà di Banca IFIS. E’ il primo strumento utile per scoprire la banca attraverso le persone che ci lavorano, le professioni e i metodi di selezione. Qui è possibile candidarsi per le posizioni aperte che possono essere individuate anche nella nostra pagina Linkedin.
Con i sindacati di categoria avete siglato recentissimamente un importante accordo che introduce così nuove politiche e strumenti innovativi di incentivazione e accresce il sistema di welfare aziendale avviando, in via sperimentale e per l’anno 2019, un nuovo panel di beni e servizi. Punti cardini dell’intesa sono le modalità di erogazione del nuovo premio ‘variabile’ di risultato e il welfare ‘su misura’ di Banca IFIS. È pienamente soddisfatto dell’intesa raggiunta? E, più in generale, quali sono nell’Istituto i rapporti con i sindacati?
Banca IFIS ha scelto di spingere molto sulla motivazione delle persone che collaborano al progetto e sulla meritocrazia. E’ evidente che non è possibile esagerare in questa direzione, per questo ci vuole molto equilibrio. Mantenendo il giusto equilibrio, dunque, siamo riusciti a migliorare l’offerta complessiva per tutte le nostre persone, soprattutto per quelle che hanno più voglia di contribuire al progetto. Sono soddisfatto del livello raggiunto, frutto di anni di continua ricerca di allineamento tra gli obiettivi della banca ed il riconoscimento dei risultati delle persone che collaborano.
Banca IFIS opera con successo nell’acquisizione, gestione e dismissioni di crediti ‘non performing’ e di crediti fiscali. La Grande recessione, come noto, ha gonfiato i crediti ‘non performing’. Con l’arrivo di un po’ di ripresa come sta andando questo settore e quali sono le vostre strategie per gli anni a venire?
In questi ultimi anni il mercato ha scaricato dai bilanci delle banche masse importanti di crediti deteriorati: a luglio 2018 le sofferenze lorde a conto economico degli istituti di credito risultano di 127 miliardi ma ci aspettiamo che scendano a fine anno a quota 105 miliardi. Il problema sistemico, quindi, probabilmente sarà alle nostre spalle, ma il tema NPL non è affatto risolto. Questi crediti, infatti, non sono svaniti: sono finiti nelle cure di chi ora ne gestisce il recupero. La nuova grande sfida, adesso, è gestire questa massa di crediti deteriorati e c’è tanto lavoro da fare. Il mercato sta andando verso un’industrializzazione dei processi di gestione delle masse non performanti e serviranno efficienza, cura e specializzazione. Con l’operazione FBS Banca IFIS si presenterà al mercato con la forza di un player unico in grado di lavorare sia nell’attività di servcing sia d’acquisto, sia nel secured che nell’unsecured.
Si è appena concluso con successo il Banca Ifis NPL Meeting tenutosi il 27 e 28 settembre nella splendida cornice del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia. Quali sono gli elementi emersi da questo importante meeting giunto alla sua settima edizione, che ha coinvolto 23 speaker internazionali e più di mille partecipanti?
Il Banca IFIS NPL Meeting è giunto quest’anno alla settima edizione ed è stato un successo. Ricordo ancora quando siamo partiti con la prima edizione a Mestre: eravamo una cinquantina di persone: quest’anno al Lido di Venezia abbiamo superato i mille iscritti. Il Banca IFIS NPL Meeting si è confermato il più importante evento italiano dedicato al mercato degli NPL. In prima fila c’erano tutti i grandi player del settore: banchieri, investitori, studi legali tra i più importanti nel business dei crediti deteriorati e del bank restructuring. Quest’anno, con un arguto gioco di parole, l’acronimo NPL (Non Perfoming Loans) si è trasformato in «Next Performing Level» e così abbiamo tracciato la nuova rotta: quella della gestione dei crediti non performanti in un mercato sempre più complesso dove si stanno verificando economie di scala e una forte specializzazione dei servicer. L’evento si è confermato anche quest’anno un’opportunità unica di confronto, networking e informazione, grazie anche al prezioso lavoro del nostro Ufficio studi e al “Market Watch NPL – The Italian Scenario”.