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Stellantis, nove mesi in rosso: produzione giù di un terzo

- di: Vittorio Massi
 
Stellantis, nove mesi in rosso: produzione giù di un terzo
Fim-Cisl: auto sotto 200 mila nel 2025, metà addetti in cig.

(Foto: il Ceo di Stellantis, Antonio Filosa).

Stellantis in Italia va giù ancora. Nei primi nove mesi del 2025 dagli stabilimenti italiani sono usciti 265.490 veicoli, fra auto e commerciali leggeri: –31,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Per le autovetture il crollo è –36,3% (151.430 unità), per i furgoni –23,9% (114.060). La previsione per la chiusura dell’anno è “poco più di 310 mila veicoli” e autovetture sotto 200 mila. “Il 2025 chiuderà con una riduzione di un terzo dei volumi produttivi”, afferma il leader Fim, Ferdinando Uliano.

La fotografia occupazionale è altrettanto severa: quasi metà della forza lavoro italiana del gruppo è toccata da ammortizzatori sociali. Il sindacato avverte che senza un piano per ogni sito e decisioni rapide sulla transizione tecnologica il rischio è di atti unilaterali e chiusure.

Dove si inceppa la macchina

Domanda europea debole, lanci modello in ritardo, elettrico in frenata e concorrenza cinese: sono i fattori che hanno piegato la curva della produzione nel 2024 e nel 2025. Un rimbalzo è atteso dal 2026 con nuovi ibridi e suv.

Il dossier Termoli: gigafactory al palo

Il segnale più allarmante arriva dal progetto di gigafactory a Termoli: l’investimento è sospeso e mancano aggiornamenti ufficiali. La Fim parla di uno stop gravissimo e chiede un intervento del governo per blindare l’investimento. Nel frattempo a Termoli è stata avviata la linea eDCT per i cambi elettrificati e sono state concordate uscite volontarie fino a 200 addetti.

L’incontro del 20 ottobre: prova di verità

Tutto converge sul 20 ottobre a Torino, quando il ceo Antonio Filosa siederà al tavolo con i sindacati. È la prima verifica della nuova gestione sul perimetro italiano: calendario dei lanci, saturazione impianti, investimenti su componentistica e software. “Serve una prospettiva industriale e occupazionale certa per ogni sito”, insiste la Fim.

Italdesign, i timori di Moncalieri

Sul fronte della filiera, preoccupazione per Italdesign: è previsto a Moncalieri un incontro con UST Global, multinazionale specializzata in servizi IT. I sindacati temono una cessione a un soggetto extra-automotive che disperda competenze. “Vogliamo preservare le competenze”, sottolinea la Fiom.

Che cosa chiedono i sindacati

1) Piano per sito con volumi e modelli;
2) Garanzie su Termoli e accelerazione su piattaforme ibride;
3) Politiche pubbliche pro-automotive su energia, incentivi e riqualificazione.

Che cosa può fare il governo (subito)

Il governo può rimodulare incentivi auto, introdurre decontribuzioni mirate per investimenti e formazione nei siti in transizione e sostenere la filiera batterie. Ma la leva pubblica non può sostituire i piani industriali né il timing dei lanci.

La traiettoria da qui al 2026

Il 2024 è stato un anno di caduta storica e il 2025 non segna l’inversione attesa. La finestra per il rilancio si apre nel 2026 con nuovi modelli. Fino ad allora la priorità è la tenuta industriale e la salvaguardia delle competenze. 

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