L'Automotive alla prova del cambiamento: l'analisi di Bain & Company
- di: Gianluca Di Loreto (Partner, Bain & Company) e Vittorio Melli (Senior Manager Bain & Company)
Le sfide che il settore dell’auto sta affrontando sono ormai cosa nota:
elettrificazione e guida autonoma, ma anche sharing e servizi personalizzati, sovra-capacità produttiva ma personalizzazioni estreme, imposizioni normative ma margini in diminuzione, batterie ma perché
no, anche idrogeno. Il settore era già scosso da una tempesta perfetta
ben prima del COVID-19. I giganti dell’auto, operatori consolidati del
settore, si stanno riorganizzando di conseguenza, ciascuno nel rispetto
del proprio DNA. Ma l’automotive non è solo Case Auto; questi cambiamenti coinvolgono anche i componentisti e tutta la filiera a monte,
chiamata a rinnovarsi per rimanere al passo con i nuovi orientamenti
tecnologici.
A prescindere da come la si pensi (le Case Auto hanno visioni
non sempre sovrapponibili), un dato è ineludibile: gli attori del
settore sono chiamati ad un cambiamento al quale storicamente non sono abituati, e che potrebbe letteralmente cambiare la
mappa di chi farà mobilità tra 10 anni. Per questo come Bain
& Company abbiamo sviluppato un approfondimento sul ruolo delle operazioni di M&A nell’industria automobilistica. La
leva della crescita inorganica, in contesti come quello attuale,
rappresenta uno strumento molto potente per raggiungere gli
obiettivi prefissati, siano essi la crescita di scala o l’acquisizione di nuove competenze. Si potrebbe pensare che il settore sia
avvezzo a questo tipo di leva, dal momento che le operazioni
di M&A nel mondo dell’auto suscitano sempre l’attenzione dei
media (si veda il caso Stellantis). La realtà dei numeri recita però
una storia molto diversa: quello dell’auto è un settore in cui i
deal societari non sono proprio di casa. Dal 2015 al 2019 l’auto
ha registrato a livello globale solo circa 250 transazioni , mentre il settore della sanità ha fatto 4 volte meglio (circa 1.000)
ed il settore dei computer e dell’elettronica addirittura 6 volte
meglio (circa 1.500) .
Questa differenza fra settori non significa che l’auto sia rimasta
ferma, anzi.
Consolidare, espandersi e acquisire nuove competenze sono i tre driver principali delle crescenti attività di M&A
nel settore. Dal 2015 al 2019 il volume delle transazioni globali
è aumentato da 32 a 75 miliardi di dollari. Il legame forte tra
queste operazioni e la catena del valore a monte è evidente
dall’analisi delle transazioni: i più attivi sono stati senza dubbio
i componentisti, con una quota del totale operazioni che varia
dal 45% della Cina al 73% del continente americano. Ed è proprio in Cina che le società Tech stanno ora intervenendo sempre
più. Il coinvolgimento di Intel con lo specialista dell’assistenza
alla guida Mobileye e la start-up di mobilità Moovit così come
l’ingresso di Amazon in Zoox (auto a guida autonoma) sono già
segnali indicativi di una svolta molto chiara.
Quanto anticipato vale anche per l’Italia, che non sfugge alla
correlazione tra PIL, crisi e M&A: nell’immediatezza di una crisi
il numero dei deal è sempre raddoppiato, passando da 10 a
20 operazioni all’anno e spingendo verso opportunità di investimento e di disinvestimento. L’analisi storica delle transazioni
conferma la vocazione del nostro Paese, che si basa su un tessuto industriale focalizzato sui componentisti e con eccellenze
mondiali nelle componenti meccaniche. I deal sono infatti quasi esclusivamente attinenti a questo settore, con una quota di
elettronica purtroppo trascurabile.
La crisi pandemica del COVID-19 ha posto la maggior parte dei
componentisti, anche italiani, di fronte ad un bivio: fare la prima
mossa ed acquisire aziende per completare le proprie competenze e coprire nuovi settori, oppure rimanere spettatori passivi e
cedere il controllo. Se si considera che i più grandi componentisti
a livello mondiale hanno un fatturato che supera i 30 miliardi di
Euro, mentre in Italia l’azienda più grande difficilmente supera
i 3 miliardi e la media si attesta tra 500 milioni e 1 miliardo di
Euro, è chiara l’importanza delle operazioni di M&A, e dei deal
di scopo, per garantire alla componentistica italiana e all’intera
industria automobilistica (dalle Case Auto alle aziende di servizi)
il giusto ruolo nello scenario competitivo del futuro.