Dai mostri giapponesi a Raffaello, le mostre del weekend

- di: Samantha De Martin
 
Immagine dell’allestimento del gruppo scultoreo Orfeo e le Sirene al MArTA | Courtesy Museo Archeologico Nazionale di Taranto

Entrare in una sala totalmente buia illuminata dal chiarore di cento candele per rievocare l’esperienza della più leggendaria prova di coraggio dei samurai. C’è anche questo rituale, riproposto tramite un’esperienza immersiva a Palazzo Pallavicini di Bologna, nella ricca agenda degli appuntamenti settimanali dedicati all’arte. Ecco quattro idee per un weekend al museo.

A Bologna tra i mostri giapponesi

Fino al 23 luglio le stanze quattrocentesche di Palazzo Pallavicini saranno popolate da eroi e mostri del sol levante attraverso le opere più spaventose degli artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo, autori di storie leggendarie che coniugano mito, brivido e mistero.

Ideata e prodotta da Vertigo Syndrome e curata da Paolo Linetti, la mostra Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi ospita oltre duecento opere del XVIII e XIX secolo, tra libri rari, stampe antiche, abiti, armi e persino un’armatura samurai. In esposizione anche una straordinaria collezione di netsuke, piccole sculture in avorio un tempo usate come fermaglio.

Una sala immersiva farà rivivere il rituale delle 100 candele. Questa esperienza vedeva i samurai riunirsi in una stanza illuminata dal chiarore di cento candele. Ognuno doveva raccontare ai compagni una storia popolata di yōkai, i mostri giapponesi appunto, con l’obiettivo di testare il loro coraggio spaventandoli a morte. Al termine il narratore era invitato ad alzarsi, a spegnere la candela di una lanterna, prendere uno specchio e specchiarvisi nell’angolo più lontano dagli altri: l’oscurarsi progressivo della stanza accresceva la narrazione di aspetti sempre più spaventosi e carichi di suspense.

Tra le stampe in mostra, il visitatore apprezzerà le xilografie di Hokusai, del quale vengono proposti alcuni dei famosi quaderni manga, quando la parola “manga” aveva ancora il suo significato originario di “immagine divertente, fatta senza scopi seri”, tutti raffiguranti mostri della tradizione nipponica. Non mancano i capolavori dei tre più importanti maestri della scuola Utagawa: Hiroshige, Kunisada e Kuniyoshi.

A Milano la Pace Preventiva di Michelangelo Pistoletto

Un cammino sinuoso e disorientante accompagna il visitatore di Palazzo Reale, a Milano, all’interno del Labirinto di Michelangelo Pistoletto. All’uscita il pubblico porterà con sé il ricordo di un’esperienza ricca di contenuti immaginifici, accanto alla consapevolezza di avere compiuto un esercizio su come uscire dal labirinto della realtà quotidiana e instaurare La Pace Preventiva.

La Pace Preventiva è il titolo della mostra di Michelangelo Pistoletto visitabile fino al 4 giugno e arricchita da un’installazione site specific per la suggestiva Sala delle Cariatidi.

Promossa e prodotta da Comune di Milano - Cultura, Palazzo Reale, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto in collaborazione con Skira, l’esposizione è curata da Fortunato D’Amico ed è parte di Milano Art Week.

Questa grande installazione è il risultato del progressivo srotolarsi dei cartoni ondulati disposti sulla superficie dello spazio espositivo, dove sono raccolti alcuni dei più significativi lavori realizzati dal maestro dell’Arte povera nel corso della sua attività.

Il Labirinto incarna una traccia dell’itinerario di consapevolezza che ha gradualmente permesso all’artista di concepire “l’arte al centro di una trasformazione responsabile della società”. Secondo Pistoletto, infatti, un cambiamento è possibile solo attraverso una reale pratica della democrazia che coinvolga i cittadini e le loro organizzazioni nei processi di trasformazione sociale responsabile.

Raffaello e l’antico: un confronto a Villa Farnesina

A 503 anni dalla morte di Raffaello, scomparso il 6 aprile del 1520 a soli 37 anni, Villa Farnesina ricorda quel giorno con la mostra Raffaello e l'antico nella Villa di Agostino Chigi che fino al 2 luglio esplorerà l’influenza che la prestigiosa collezione di statue, sarcofagi, rilievi, cammei e monete antiche raccolte dal banchiere nella sua Villa ebbe sull’Urbinate.

Qui il Sanzio aveva apprezzato (e reinventato) le opere più significative della raccolta del banchiere, adattandole alle sue invenzioni, come nel caso della statua della Psiche Capitolina e l’analogo affresco dell'omonima Loggia.

Grazie a importanti prestiti, la straordinaria collezione Chigi rivive nel suo luogo originario per illustrare al pubblico quanto questa sia stata fonte d’ispirazione per lo stile classico di Raffaello e della sua scuola, di Peruzzi, di Sebastiano del Piombo e del Sodoma, contribuendo allo sviluppo del pieno Rinascimento.

Tra i pezzi da non perdere le statue di Pan e Dafni di Palazzo Altemps, l’Arrotino degli Uffizi, il Cammeo con l’aquila (Adlerkameo) del Kunsthistorisches di Vienna e il Sigillum Neronis del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Orfeo e le Sirene al MArTA di Taranto

Il MArTA, il Museo archeologico di Taranto, accoglie nella sua collezione tre capolavori di inestimabile valore che saranno visibili, collocati in maniera definitiva, nel nuovo allestimento, a chiunque visiti il museo pugliese.

Il gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene, tre statue in terracotta a grandezza quasi naturale, con i frammenti dei riccioli delle loro capigliature, datate IV secolo a.C, era riemerso negli Anni Settanta

nel corso di uno scavo clandestino in un’area archeologica della zona. Le statue, che molto probabilmente appartenevano a un monumento funerario o a un santuario,erano state esportate illecitamente negli Stati Uniti.

Le indagini che hanno permesso il ritorno dell’opera in Italia sono state condotte dai Carabinieri del Comando Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), coordinati dalla Procura della Repubblica di Taranto con il supporto del District Attorney's Office di Manhattan-New York (USA) e con la stretta collaborazione dell’Homeland Security Investigations.

Tags: arte
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