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Arredamento sostenibile: dai rifiuti tessili agli arredi, il progetto che unisce design, ricerca e circolarità

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Arredamento sostenibile: dai rifiuti tessili agli arredi, il progetto che unisce design, ricerca e circolarità

Trasformare scarti tessili in nuove materie prime per l’arredamento. È questa la sfida del progetto di ricerca “From textile waste to resource”, finanziato nell’ambito di MICS - Made in Italy Circolare e Sostenibile, con fondi del PNRR e il sostegno del Ministero dell’Università e della Ricerca. L’iniziativa ha sviluppato soluzioni innovative come arredi fonoassorbenti ricavati da rifiuti tessili, con due obiettivi complementari: aprire la strada a pratiche di simbiosi industriale e creare filiere circolari fondate su prossimità territoriale e collaborazione tra settori diversi.

Arredamento sostenibile: dai rifiuti tessili agli arredi, il progetto che unisce design, ricerca e circolarità

Le professoresse Rosa Maria Dangelico e Roberta Pellegrino, referenti scientifiche del progetto al Politecnico di Bari, sottolineano che l’impiego di rifiuti tessili come input produttivo “contribuisce a traghettare comparti strategici del Made in Italy verso l’economia circolare”. La ricerca ha elaborato strumenti per analizzare i processi produttivi, validare modelli di business circolari e individuare ostacoli lungo la catena di fornitura. Gli arredi fonoassorbenti sono stati studiati in tutte le fasi: dalla selezione delle materie prime seconde alla modellazione dei processi, fino alla verifica della fattibilità tecnologica.

Rischi e strategie di mitigazione
Dallo studio emergono criticità che le imprese devono affrontare. La disponibilità costante di scarti di qualità sufficiente, la difficoltà nel reperire esperti di economia circolare e le inefficienze nei rapporti di filiera sono percepite come i rischi principali. In particolare, il riciclo dei prodotti post-consumo viene considerato più complesso rispetto a quello degli scarti di produzione, perché richiede selezione e controllo più accurati.
Secondo Pellegrino, l’adozione di tecnologie digitali per la tracciabilità e la collaborazione attiva con gli stakeholder rappresentano strumenti essenziali per ridurre l’incertezza e consolidare la fiducia nelle nuove filiere circolari.

La prospettiva dei consumatori
Il progetto ha coinvolto anche oltre mille consumatori italiani, per indagare la percezione di arredi nati da simbiosi industriale. Una larga maggioranza si è detta favorevole all’acquisto di un divano prodotto con scarti tessili, riconoscendo l’utilità ambientale di questa scelta. Ma emergono limiti chiari: comfort e qualità non possono essere sacrificati.
“Ridurre il livello di compromesso richiesto al consumatore è fondamentale – osserva Dangelico –: servono garanzie estese, design accattivante, varietà di modelli disponibili. Allo stesso tempo occorre aumentare la fiducia con etichette ambientali certificate e informazioni chiare sull’origine dei materiali”.

Imprese e mercato
Dal punto di vista industriale, la ricerca ha messo in luce la necessità di modelli di business più robusti per reggere all’incertezza delle forniture. La simbiosi tra settore moda e settore arredo può generare valore aggiunto, ma richiede coordinamento, investimenti in innovazione e infrastrutture digitali. Per le imprese si apre la possibilità di differenziare i prodotti e posizionarsi su una fascia di mercato in cui sostenibilità e design diventano fattori competitivi.

Il Made in Italy come laboratorio
Il progetto non è solo un esperimento tecnico: rappresenta un potenziale cambio di paradigma per il Made in Italy. L’Italia, con la sua tradizione nel design e nell’arredo, può porsi come laboratorio di soluzioni che coniughino estetica, comfort e sostenibilità. La costruzione di filiere simbiotiche tra comparti diversi permette di ridurre la dipendenza da materie prime tradizionali e di dare nuova vita agli scarti, trasformandoli in risorsa.
In un contesto europeo sempre più orientato a premiare modelli produttivi sostenibili, l’esperienza italiana potrebbe diventare un benchmark internazionale.

Verso una nuova normalità
La sfida, per imprese e istituzioni, è rendere la circolarità non un’eccezione, ma una normalità industriale. I consumatori sembrano pronti, purché non debbano rinunciare a performance e comfort. Le imprese hanno bisogno di strumenti di supporto, competenze e politiche pubbliche chiare. La ricerca mostra che la strada è aperta: il futuro dell’arredo potrebbe nascere proprio dagli scarti.

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