Dal 19 settembre 2025 l’Autorità nazionale anticorruzione compie un passo che potrebbe cambiare la gestione della trasparenza nella pubblica amministrazione. È entrata in funzione la nuova Piattaforma Unica della Trasparenza, arricchita dalla soluzione open source TrasparenzAI, realizzata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche nell’ambito di un protocollo congiunto con Anac.
Anac lancia TrasparenzAI: software open source per la Piattaforma Unica della Trasparenza
L’obiettivo è ambizioso: costruire un punto di accesso unico per i dati soggetti a obblighi di pubblicazione, come previsto dal decreto legislativo 33 del 2013. Un sistema che risponda contemporaneamente alle esigenze dei cittadini, che chiedono chiarezza e controllo, e a quelle delle amministrazioni, che reclamano procedure più snelle.
Dal frammento all’unità
Finora la trasparenza è stata affidata a un mosaico di sezioni “Amministrazione trasparente” ospitate sui siti dei singoli enti. Un approccio che ha garantito formalmente l’adempimento normativo, ma che di fatto ha reso difficile l’accesso organico alle informazioni. Con TrasparenzAI, l’Anac punta a superare questa frammentazione, costruendo un archivio centralizzato, dinamico e consultabile, capace di uniformare i linguaggi e standardizzare i formati.
Il valore dell’open source
Non è secondario che la soluzione sia stata concepita in modalità open source. Questo consente a chiunque – amministrazioni, enti locali, università – di accedere al codice, contribuire al suo miglioramento, personalizzarlo secondo le proprie esigenze. In un Paese dove la digitalizzazione pubblica spesso si arena sui costi e sulla dipendenza da fornitori privati, la scelta dell’open source ha un significato politico ed economico rilevante: riduce la spesa, aumenta l’interoperabilità, stimola una comunità di sviluppatori pubblici e privati che lavorano insieme.
Parola all’Autorità
«La Piattaforma Unica della Trasparenza – ha sottolineato il presidente di Anac, Giuseppe Busìa (nella foto) – si propone come strumento unitario per raccogliere, organizzare e rendere disponibili informazioni, documenti e dati di interesse pubblico, in particolare quelli assoggettati agli obblighi di pubblicazione». Non un archivio statico, ma un sistema pensato per essere aggiornato e arricchito costantemente, evitando la duplicazione delle informazioni e garantendo uniformità di accesso.
Impatto per le amministrazioni
Per le pubbliche amministrazioni la novità rappresenta un cambio di passo. Le procedure di pubblicazione, finora spesso percepite come meri adempimenti burocratici, diventano parte di un ecosistema digitale che riduce tempi e costi. In prospettiva, la piattaforma unica potrebbe anche favorire controlli più rapidi da parte di cittadini e istituzioni, diminuendo gli spazi di opacità.
C’è anche un impatto sulla governance dei dati. Centralizzare non significa accentrare, ma costruire standard comuni, garantendo che le informazioni pubblicate da un piccolo comune abbiano la stessa leggibilità di quelle diffuse da un ministero. Un salto culturale che potrebbe favorire la crescita della fiducia nelle istituzioni.
Il nodo della semplificazione
Uno dei punti più rilevanti riguarda la semplificazione. La proliferazione di portali e sottosezioni ha reso la trasparenza un labirinto: l’utente medio fatica a orientarsi, il cittadino spesso rinuncia. La piattaforma unica vuole rovesciare questa logica, trasformando la trasparenza da onere burocratico a servizio accessibile. Non più obblighi visti come peso, ma dati presentati come patrimonio condiviso.
Le prospettive future
TrasparenzAI è solo il primo tassello. L’integrazione con altri sistemi digitali della pubblica amministrazione – dai portali sugli appalti al fascicolo digitale del cittadino – sarà decisiva per ampliare l’impatto. L’orizzonte è quello di un’infrastruttura nazionale capace di alimentare analisi, monitoraggi, valutazioni di policy.
Il successo dipenderà dalla capacità di coinvolgere gli enti locali, spesso più fragili sul piano tecnologico. La sfida, insomma, non è solo informatica ma organizzativa: richiede formazione, risorse e una governance chiara.
Una svolta culturale
Con la nascita della Piattaforma Unica della Trasparenza, l’Anac prova a tradurre in pratica un principio: la trasparenza non è un obbligo formale, ma un diritto sostanziale. La digitalizzazione diventa leva per costruire fiducia, abbattere distanze e rendere la pubblica amministrazione meno opaca.
Non sarà un percorso immediato. Ma la messa online di TrasparenzAI segna un inizio: un terreno su cui costruire una nuova stagione di open government in Italia, dove i dati non restino nei cassetti ma diventino bene comune, a disposizione di tutti.