Il caso Almasri si trasforma in un vortice politico e giudiziario che scuote il governo Meloni, innescando uno scontro frontale con la magistratura e le opposizioni. L’inchiesta della Procura di Roma, che ha messo sotto indagine la premier, i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, oltre al sottosegretario Alfredo Mantovano per peculato e favoreggiamento, sta paralizzando il Parlamento, i cui lavori resteranno fermi fino a martedì in attesa che la presidente del Consiglio riferisca in Aula.
Caso Almasri: governo e magistratura ai ferri corti, Meloni rilancia con Bongiorno
La premier, però, non arretra e punta tutto sulla strategia difensiva di Giulia Bongiorno, avvocata penalista di ferro, già protagonista dell’assoluzione di Matteo Salvini nel caso Open Arms. La scelta non è solo tecnica, ma anche politica: un segnale di compattezza del governo, deciso a resistere all’attacco delle opposizioni e alla magistratura.
Chi è davvero Osama Najeem Almasri? Identità false e denaro nei paradisi fiscali
Al centro della bufera c’è la figura controversa di Osama Najeem Almasri, ma il nome stesso è fonte di dubbi. Secondo documenti riservati e fonti di intelligence, il vero nome dell’uomo non sarebbe Almasri, ma un’identità falsa utilizzata per operazioni internazionali legate al traffico di esseri umani.
L’uomo, a capo della polizia giudiziaria di Tripoli, era ricercato per crimini contro l’umanità, con accuse gravissime di torture e violenze sui migranti detenuti nei centri libici. Ma le indagini svelano anche un altro aspetto: il presunto coinvolgimento in un sistema di riciclaggio di denaro attraverso carte di credito e conti offshore. Tracce finanziarie lo collegherebbero a transazioni in paradisi fiscali, alimentando il sospetto di un network ben più vasto di interessi illeciti.
L’inchiesta e l’attacco del centrodestra: "Interferenza politica?"
L’indagine è partita dall’esposto dell’avvocato Luigi Li Gotti, ex senatore dell’Italia dei Valori ed ex sottosegretario alla Giustizia nei governi Prodi e Monti. Penalista esperto, ha difeso collaboratori di giustizia come Tommaso Buscetta ed è stato tra i protagonisti delle politiche antimafia.
Il suo esposto chiedeva chiarezza sulla scarcerazione di Almasri e sui possibili favori istituzionali ricevuti. La Procura di Roma definisce l’indagine un "atto dovuto", ma il centrodestra la legge come un attacco politico, sospettando un tentativo di condizionare il dibattito sulla riforma della giustizia.
“Una sgrammaticatura istituzionale”, filtrano fonti della maggioranza, che vedono nella tempistica dell’inchiesta un tentativo di influenzare il Parlamento mentre si discute la separazione delle carriere tra magistrati e pm.
Bongiorno in campo, Meloni non cede
Giorgia Meloni ha scelto di affidarsi a Giulia Bongiorno, avvocata nota per la sua aggressività in Aula e per aver difeso personaggi come Giulio Andreotti e Matteo Salvini.
Palazzo Chigi sottolinea che la scelta di Bongiorno dimostra la “compattezza del governo anche nell’esercizio dei propri diritti di difesa”. Nessun passo indietro, nessuna concessione.
Con un post sui social, Meloni ribadisce la linea dura: “Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni. Quando sono in gioco la sicurezza della Nazione e l’interesse degli italiani, non esiste spazio per passi indietro”.
La conferenza stampa dei rifugiati libici alla Camera: nuove accuse su Almasri
Mentre il governo si compatta, alla Camera dei Deputati ieri è andata in scena una conferenza stampa che ha aggiunto nuovi elementi alla vicenda. Un gruppo di rifugiati libici ha denunciato pubblicamente le violenze subite nei centri di detenzione libici, accusando direttamente Almasri di essere stato il mandante e l’esecutore di torture, stupri e sparizioni forzate.
I testimoni hanno raccontato di abusi sistematici, con dettagli che coincidono con le accuse già presenti nei rapporti delle ONG internazionali. Un quadro che rende ancora più delicata la posizione del governo, chiamato a spiegare il perché della sua scarcerazione e del mancato intervento preventivo.
Lavori parlamentari bloccati fino a martedì
Le opposizioni hanno deciso di bloccare i lavori fino a martedì, pretendendo che Meloni riferisca in Aula. Una mossa che punta a mantenere alta la pressione politica e a trasformare il caso Almasri in un vero banco di prova per la tenuta del governo.
Il nodo politico: il Senato come ultima difesa
Se l’inchiesta dovesse proseguire, il Tribunale dei Ministri dovrà valutare la richiesta di autorizzazione a procedere. In quel caso, l’ultima parola spetterebbe al Senato, dove il centrodestra ha i numeri per proteggere la premier e i suoi ministri.
Lo scenario che si apre è dunque uno scontro a tutto campo tra governo e magistratura, con il Parlamento come campo di battaglia decisivo. Un déjà vu della stagione berlusconiana, ma con una premier determinata a non farsi logorare dallo scontro istituzionale.
Nel frattempo, il dossier migranti torna al centro dell’agenda politica. A Palazzo Chigi, durante un vertice con Salvini, Tajani e Piantedosi, è stata analizzata la nuova ondata di sbarchi dalla Libia. Il governo vuole rilanciare la strategia dei controlli, mentre l’inchiesta su Almasri diventa il nodo cruciale che potrebbe riscrivere gli equilibri politici del Paese.