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Addio ai miliardari: Londra perde il mattone di lusso

- di: Jole Rosati
 
Addio ai miliardari: Londra perde il mattone di lusso

Come il nuovo regime fiscale non-dom e le tasse spinte dallo Stato laburista stanno ridisegnando il mercato élite.

(Foto: veduta aerea di una parte di Londra).

Londra, una volta tempio globale del lusso immobiliare, sta vivendo una trasformazione che pochi avrebbero previsto fino a pochi mesi fa: la fuga di grandi patrimoni e l’indebolimento dei valori delle case di fascia alta sono diventati fenomeni concreti, con ripercussioni che toccano finanza, politica e immagine internazionale.

Il cuore della riforma: fine del regime non-dom

Dal 6 aprile 2025, il governo laburista guidato da Keir Starmer ha abolito il famoso regime fiscale dei “non-dom”, una norma che permetteva ai residenti nel Regno Unito ma con domicilio fiscale all’estero di non tassare redditi e plusvalenze estere finché questi non venivano rimpatriati. Questo sistema aveva attirato per decenni una massa significativa di super-ricchi e ultra-ricchi facoltosi a Londra, trasformando la capitale in un hub internazionale di capitali e investimenti immobiliari.

Con la riforma, il criterio di tassazione non è più legato al domicilio bensì alla residenza: chi vive nel Regno Unito paga imposte su redditi e patrimonio mondiale dopo un periodo di transizione. Inoltre, l’imposta sulle successioni (Inheritance Tax) colpisce ora anche beni globali per gli ex non-dom.

Dati, numeri e fenomeni di fuga

Secondo analisi indipendenti, questa abolizione si è tradotta in un esodo record: circa 16.500 milionari hanno già lasciato il Regno Unito nel 2025, portando con sé oltre 66 miliardi di sterline in asset globali.

Altri report stimano che oltre 1.800 non-dom estremamente ricchi siano partiti solo nell’anno fiscale 2024-2025, ben al di sopra delle proiezioni ufficiali.

Il mattone di lusso in profonda trasformazione

I “trophy homes” delle zone premium londinesi — come Kensington, Chelsea, Mayfair e la City — hanno registrato variazioni significative:

  • Prezzi in discesa fino al 18% anno su anno in molte aree chiave.
  • Vendite di proprietà oltre £15 milioni in calo del 13% nel primo semestre rispetto al 2024.
  • Circa il 70% delle vendite prime sono state legate a venditori non-dom che escono dal mercato.

Le cause vanno oltre la sola abolizione del regime: l’aumento di capital gains tax, l’incremento di imposte di successione e le nuove tasse su patrimoni di valore elevato hanno reso meno appetibile mantenere residenza e asset nel Regno Unito.

Reazioni e conseguenze globali

Il fenomeno non è passato inosservato. Alcuni investitori di spicco come Lakshmi Mittal e altre famiglie miliardarie stanno valutando residenze alternative — da Dubai a Milano — attratti da condizioni fiscali più vantaggiose e da regimi come la flat tax italiana per neo-residenti.

Anche i governi stanno reagendo: il cancelliere britannico Rachel Reeves sta conducendo una revisione del nuovo regime fiscale per limitarne gli effetti più severi, includendo limiti retroattivi all’imposta di successione e incentivi per attrarre talenti “ad alto valore”.

I nuovi giocatori sul mercato londinese

La riduzione dei prezzi non ha lasciato vuoto il mercato: compratori dagli Stati Uniti, Medio Oriente e Asia stanno entrando, approfittando di valori più bassi e della debolezza della sterlina, e acquistano case pregiate come seconde o terze residenze.

Secondo alcune agenzie immobiliari internazionali, questa tendenza potrebbe stabilizzare il mercato nel medio termine, pur senza cancellare la sensazione di incertezza politica ed economica che circonda l’ecosistema degli investimenti ad altissimo reddito.

Prospettive: crisi o nuova fase?

Il dibattito è aperto. Da un lato, il governo difende la riforma come un passo verso un sistema fiscale più equo e coerente; dall’altro, esperti e operatori avvertono che un calo prolungato dell’attrattività fiscale potrebbe indebolire non solo il mattone di lusso ma anche l’intera City.

Questa fase potrebbe diventare un punto di svolta per il mercato immobiliare londinese: o una crisi prolungata, o una nuova normalità in cui capitali e ricchezza si distribuiscono in modo diverso nel mondo globale.

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