Acea: investimenti da 7,6 miliardi per le infrastrutture del Paese

- di: Barbara Bizzarri
 

Un piano di investimenti di 7,6 miliardi, il 91% su attività regolate, una cifra ai massimi nella storia di Acea, per sostenere lo sviluppo infrastrutturale del Paese, un margine operativo in crescita oltre il 5% l’anno, con una struttura finanziaria solida e una crescita del 4% annuo del dividendo per una distribuzione complessiva di oltre un miliardo. Questo il percorso al 2028 che sotto la guida del Ceo Fabrizio Palermo diventerà ancora di più un gruppo delle infrastrutture, soprattutto nella distribuzione idrica sulla quale punterà la maggior parte degli impegni, pari a 4,7 miliardi.

Acea: investimenti da 7,6 miliardi per le infrastrutture del Paese

Altri 2 miliardi saranno convogliati sulle reti elettriche e 500 milioni sull’ambiente, secondo le linee guida del piano ‘Green diligent growth’ presentato ieri a Milano al parterre di investitori e analisti. Acea, primo operatore in Italia e leader in Europa per l’acqua, sta “valutando l’opportunità di crescita in Europa, Africa, Medio Oriente, anche tramite partnership per realizzare reti e impianti di potabilizzazione, depurazione, trattamento anche di acque municipali, industriali e agricole”, ha sottolineato Palermo ricordando che il gruppo romano lavora ai progetti del Piano Mattei per l’Africa.  Nel ricordare che il gruppo ha 20 milioni di clienti gestiti di cui la metà in Italia, Palermo ha rilevato che in Italia sono necessari forti investimenti, anche tecnologici per ammodernare la rete. La media degli investimenti per abitante all’anno per i grandi operatori è di 56 euro, con una media Ue di 78 euro. Una distanza che Acea vuole contribuire a ridurre, anche mediante “il polo ingegneristico costituito da 400 ingegneri che lavorano per realizzare le infrastrutture”. Sull’elettrico Acea è ormai il secondo distributore dopo l’Enel, con 1,7 milioni di utenze e nell’ambiente movimenta 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti su 25 impianti.  “I numeri - ha aggiunto Palermo - ormai ci assimilano più a un operatore infrastrutturale che a una multiutility. È un piano ambizioso ma conservativo sul perimetro del gruppo. Siamo impegnati su una attenta allocazione del capitale e valutiamo partnership o valorizzazione degli asset”, ha detto il manager. Si parte da un 2023 chiuso con un Ebitda di 1,39 miliardi (+7%), l’87% da settori regolati e utile netto a 294 milioni (+22%), investimenti per 1,14 miliardi e un rapporto debito-ebitda di 3,49 volte, contro le 3,8 volte attese. 

“I dati testimoniano un punto di svolta” conferma il Ceo. All’orizzonte del 2028, Acea vedrà un incremento medio annuo del margine operativo lordo superiore al 5% che raggiungerà gli 1,8 miliardi a fine piano. L’utile netto aumenterà a un ritmo medio annuo del 5%, da 294 milioni del 2023 a 350 nel 2026, per poi toccare i 375 milioni nel 2028. Acea metterà a terra 1,5 miliardi di investimenti l’anno (rispetto al miliardo del 2020-2023). La sintesi della ricchezza creata dal piano è nella Rab, il valore del capitale netto investito ai fini regolatori, attesa a 10,5 miliardi, in aumento del 42% sul 2023.  Molti i progetti del gruppo che partecipa alla gara per il termovalorizzatore di Roma e all’estero valuta la partecipazione a un progetto di desalinizzazione nella Zona Economica del Canale di Suez. 

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