Vertice Italia - Africa, il discorso del Ministro Urso

 
Il ministro Adolfo Urso partecipa ai lavori del Vertice “Italia-Africa. Un ponte per una crescita comune”, in corso oggi a Roma.

Di seguito il testo del discorso.

Discorso del Ministro

Ho conosciuto bene l'Africa nella mia precedente lunga esperienza ministeriale, da responsabile del Commercio Estero, quando visitai con le imprese italiane gran parte dei Paesi oggi presenti a questo importante meeting internazionale. L'Africa è sempre stata un continente ricco di risorse naturali che ne ha condizionato e spesso pregiudicato la storia, ma oggi è sempre più ricco anche di risorse umane, con un tasso di crescita che ne fa il continente più giovane e quindi il Continente del futuro. L'Italia è un leader di tecnologia e know-how, in questo anno guiderà il G7, riconosciuto nel mondo per le sue capacità di coniugare il bello e il meglio, arte creativa e innovazione tecnologica. L'Italia è un grande paese trasformatore: utilizza materie prime spesso importate da altri continenti per realizzare attraverso il lavoro e la tecnologia un prodotto finale ammirato in ogni continente. Per questo ha sviluppato una industria manifattureria capace di realizzare il meglio delle macchine utensili che servono in ogni processo industriale.

Le nostre relazioni sono oggi prevalentente nel campo dell'energia con 11 intese siglate ma vi sono anche 1600 imprese italiane operanti in Africa, dalla chimica ai macchinari, alle infrastrutture.

In questa fase in cui all'Europa è preclusa la frontiera orientale diventa sempre più necessaria la partnership tra Europa ed Africa che passa innanzi tutto dal Mediterraneo e quindi dalla Penisola Italia.

La collaborazione industriale tra noi è quindi assolutamente necessaria, ciascuno ha qualcosa che all'altro manca: insieme possiamo favorire la crescita e lo sviluppo economico e sociale e quindi la stabilità e la pace nella Regione.

In questo contesto mi soffermo su tre ambiti su cui si scommette il nostro futuro: le interconnessioni, lo spazio e le materie prime critiche che sono fondamentali nella twin transition. Mi riferisco certamente ai gasdotti, sempre più importanti per l'Unione, ma anche ai progetti di interconnessione elettrica con Tunisia e in prospettiva con Libia e Egitto, anche ai fini dell'energia rinnovabile. Mi riferisco alle connettività digitali, con il cavo Blue Med e Raman, che anche grazie ad imprese italiane, garantiranno la trasmissione dati tra Nord e Sud del Mondo.

Mi riferisco alla rete satellitare e a quello che consentirà anche ai vostri paesi l'accesso alla Spazio che l'Italia conseguì proprio dall'Africa, dalla nostra base di Malindi 60 anni fa.

L'Unione Africana ha adottato la "Strategia e la politica spaziale africana", che ha portato nel 2017 all’approvazione del progetto di un'agenzia spaziale continentale, l'African Space Agency (ASA), con sede in Egitto a Il Cairo.

L’Italia, da sessant’anni appunto, è presente in Kenya con il "Broglio Space Centre". Abbiamo già individuato con il Governo di quel Paese un piano di rilancio del centro a favore anche degli altri Paesi africani. Vogliamo così promuovere corsi avanzati di formazione su temi spaziali, trasferire l’analisi dei dati satellitari, sviluppare la telemedicina anche con progetti di scambio dati satellitari tra ospedali africani e alcuni hub di eccellenza in Italia.

Inoltre, i dati satellitari di osservazione della terra (OT) sono essenziali per molte sfide africane come la sicurezza alimentare, il controllo del territorio e la sicurezza.

Vogliamo insieme costruire un futuro comune in sicurezza.

A questo serve un uso sapiente delle materie prime critiche, che sono a fondamento della tecnologia green e della tecnologia digitale, la duplice transizione che sta cambiando gli assetti globali. L'Italia è pronta a farlo con voi, con le nostre imprese in progetti comuni, per sviluppare l'estrazione e la lavorazione delle materie prime, dal litio al cobalto alle terre rare, in una filiera industriale, che possa rappresentare un nuovo modello di partnership per la nostra UE.

Un modello win-win, come insegnò nel secolo scorso proprio Enrico Mattei a cui è dedicato il nostro piano Africa.

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