“Se dicessimo la verità”. L’opera-dibattito sulla legalità torna sul palcoscenico

- di: Samantha De Martin
 
“Se dicessimo la verità”. L’opera-dibattito sulla legalità torna sul palcoscenico. Una memoria che diventa racconto attraverso persone comuni che, nella loro quotidianità, hanno scelto da che parte stare. È la regia che guida  "Se dicessimo la verità", l’opera-dibattito sulla legalità di Emanuela Giordano e Giulia Minoli, che ha debuttato nella stagione 2011 al Teatro di San Carlo di Napoli e che torna in scena portando nei teatri storie di magistrati, sindaci, giornalisti, testimoni di giustizia. Si parte da Milano dove lo spettacolo va in scena dal 27 febbraio al 3 marzo al Teatro Piccolo per proseguire poi, nel corso di tutto il 2024, a Buccinasco, Firenze, Cecina, Terni, Crotone, Roccella Ionica e Torino.

Sin dal debutto, questa forma teatrale di studio e di impegno civile ha conquistato le platee, creando grandi entusiasmi e partecipazione tra i giovani delle scuole di tutti i gradi che sono spesso tornati ad assistere a uno spettacolo in continuo aggiornamento ed evoluzione. Filo conduttore è l’indagine sui comportamenti collusi che racconta la forza di chi, invece, si oppone e denuncia, sottolineando l’urgenza di progettare insieme nuove forme di aggregazione e di impegno contro la pericolosa filosofia del disincanto.

Lo spettacolo porta tantissime storie che ci accompagnano ormai da più di dodici anni - spiega Giulia Minoli, fondatrice dell’Associazione Crisi Come Opportunità, nonché co-autrice dello spettacolo -. Siamo partiti con le storie legate alla memoria dei familiari delle vittime di camorra e delle persone che sono state uccise dalla criminalità organizzata. Questa memoria poi è diventata il racconto delle persone che, in prima linea, combattono la criminalità organizzata. Persone che semplicemente, nella loro quotidianità, fanno il loro dovere: magistrati, sindaci, giornalisti, testimoni di giustizia. Persone che hanno scelto da che parte stare. Insieme con Emanuela Giordano c’è un’evoluzione drammaturgica in questo progetto, un lavoro di studio, di storie che ci accompagnano e che danno la possibilità anche al pubblico di riconoscere anche loro da che parte stare”.

Se dicessimo la verità" ha, tra i punti di forza, l’interazione con il pubblico, chiamato a intervenire, per alzata di mano, alle domande degli attori. “Non siamo in presenza di un semplice spettacolo - spiega il Claudio Longhi, direttore del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa - bensì di un laboratorio creativo, di pensiero, pedagogico in cui il teatro si apre alla società e alla scuola”.


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