Preview Fed: taglio dei tassi atteso in settembre

- di: Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel
 
Considerando che l’inflazione core è risultata in linea con il target del 2% per sole due letture mensili (maggio e giugno) e che l’economia Usa ha chiuso il secondo trimestre con una crescita del +2,8% su base annua, l’ipotesi secondo cui, per scongiurare l’ingresso degli Stati Uniti in recessione, la Federal Reserve debba necessariamente procedere a un taglio dei tassi di riferimento nel corso della riunione di domani ci sembra alquanto improbabile.

Nel mese di giugno, l’Indice dei Prezzi delle Spese per Consumi Personali core ha messo a segno un aumento del +0,2% e il suo tasso di variazione medio sui tre mesi è ora del +0,19%, in linea con l’obiettivo del 2% della Fed. Se questo trend dovesse continuare, entro dicembre l’inflazione core dovrebbe essere allineata alle previsioni della Fed al 2,8% e dovrebbe scendere al 2,3% entro la metà del 2025. Come recentemente evidenziato dal governatore Waller, se l’inflazione continuasse a calare di questo passo, la Fed dovrebbe essere in grado di allentare la stretta monetaria in settembre e nel corso della riunione di domani ci aspettiamo qualche indicazione in tal senso. Non si può averne la certezza, però: se il percorso dell’inflazione si rivelasse meno lineare, le previsioni di un taglio dei tassi nel prossimo futuro sarebbero più incerte.

Il recente aumento del tasso di disoccupazione dovrebbe essere interpretato dai policymaker come sintomo di un miglioramento dell’equilibrio del mercato del lavoro Usa e non come il segnale di un’imminente recessione, come invece sostenuto da alcuni investitori. Il mercato del lavoro dovrebbe ora trovarsi in uno “sweet spot”, con l’offerta in recupero e il contenimento della domanda rispetto ai massimi del ciclo. A meno di un’(improbabile) impennata del tasso di disoccupazione, la Fed si dovrebbe concentrare sull’inflazione come obiettivo primario. In prospettiva, se l’economia continuerà a crescere e la disoccupazione resterà sotto controllo, è improbabile che la Fed intraprenda una decisa svolta accomodante, mentre dovrebbe limitarsi ad “aggiustare” il tasso sui Fed Funds. Per questo riteniamo che i sette tagli dei tassi prezzati dal mercato da qui a fine 2025 siano troppi.

In conclusione, se l’inflazione sarà in grado di tendere in modo sostenibile verso il target del 2%, sarà probabile che la Fed proceda a un taglio dei tassi in settembre, anche se, considerata la rigidità del mercato del lavoro e la crescita economica superiore al trend, l’ipotesi più verosimile ci sembra quella di un “fine-tuning” del tasso sui Fed Funds, in stile anni ’90.
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