Payback, dal decreto bollette arriva oltre un miliardo

- di: Confcommercio
 
Rinviato al 30 aprile l'obbligo di ripiano del superamento del tetto di spesa per le aziende fornitrici di dispositivi medici. Fifo: "Lo sconto non basta, distrugge le pmi".

Il 28 marzo scorso il Consiglio dei Ministri ha stanziato circa 1,1 miliardi di euro in favore di Regioni e Province autonome per limitare l'impatto del payback dei dispositivi medici sulle aziende del settore (per le altre misure del decreto bollette leggi l'articolo dedicato). Le aziende fornitrici di dispositivi medici dovranno adempiere all'obbligo di ripiano del superamento del tetto di spesa posto a loro carico per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, effettuando i versamenti in favore delle singole regioni e province, entro il 30 aprile prossimo invece che entro il 31 gennaio come originariamente previsto. Lo ha disposto un decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 gennaio scorso. Una notizia accolta con preoccupazione da Fifo Confcommercio: "Lo sconto sul totale delle richieste - ha detto il presidente Massimo Riem in una nota congiunta con Gennaro Broya de Lucia, presidente di Pmi Sanità - non solo lascia inalterato il rischio fallimento di un settore composto nel 95% da pmi, ma è anche condizionato alla rinuncia ai ricorsi al Tar. Una soluzione particolarmente penalizzante per le micro, piccole e medie imprese e che, di fatto, compromette la tenuta e la competitività del comparto dei dispositivi medici. Questo si sta traducendo in una crisi senza precedenti dell’intero Sistema Sanitario Nazionale, le cui cure al cittadino sono in serio pericolo".

"È assurdo che si pensi - ha proseguito Riem - di superare questa norma attraverso un mero sconto, oltretutto condizionato ad una presunta richiesta di rinuncia dei ricorsi al Tar. Per la stragrande maggioranza delle pmi questo sconto non comporterebbe alcun tipo di differenza sul piano economico e si troverebbe comunque costretta a fallire, mandando in tilt le forniture di dispositivi medici agli ospedali".

Il 25 gennaio scorso, una delegazione di Fifo Confcommercio-Aforp è stata ricevuta, a Palazzo Madama, dal presidente della Commissione Affari Sociali e Sanità, Francesco Zaffini, e dal Capogruppo di Fratelli d'Italia in Commissione, Ignazio Zullo. "L’incontro - ha commentato il presidente Fifo Sanita, Massimo Riem - è avvenuto in una logica di proficua collaborazione. La sensazione è che ci sia una forte attenzione al tema da parte del Governo e delle forze politiche, con un interesse e una voglia a trovare la soluzione migliore. Resta un tema non facile da risolvibile, ma constatiamo una grande  apertura a lavorare insieme con l’obiettivo di tutelare tutte le PMI del nostro settore dei fornitori di dispositivi medici".

"L'ascolto di questo Governo - ha aggiunto la presidente Aforp, Grazia Guida - ci rende fiduciosi in una possibile soluzione del problema payback, per questa grande criticità che investe il nostro comparto e soprattutto per le PMI, che senza un adeguato provvedimento, vedrebbero svaniti anni di sacrifici e di investimenti e crollerebbe l'economia portante del nostro Paese. Noi continueremo a difendere i nostri diritti fino a raggiungere il risultato, che speriamo possa arrivare, coscienti che faremo fino in fondo la nostra parte".

 
Fifo Confcommercio e Confindustria Dispositivi Medici sconcertati: “mai fatto accordi sul payback”

"Siamo sconcertati dalle dichiarazioni che giungono da alcuni esponenti delle Istituzioni regionali che parlano di ‘accordo con le associazioni di categoria’ in riferimento al payback sui dispositivi medici”. Così la Federazione Italiana Fornitori in Sanità, aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia, e Confindustria Dispositivi medici che ricordano che il payback resta un’imposizione di legge che richiede coattivamente parte di compensi precedentemente concordati secondo gare d’appalto regolarmente aggiudicate. Nessuna azienda, ribadiscono le due Associazioni, può sopportare tali richieste per entità e tempistiche.


“Dopo mesi di proposte e di richieste di aiuto alle istituzioni rimaste inascoltate, siamo sbalorditi dalle dichiarazioni in merito a un’intesa con le associazioni che rappresentano le aziende del comparto. È, inoltre, da rilevare l’assoluta illegittimità e incostituzionalità di questa misura che distrugge una filiera cruciale per il Sistema Sanitario Nazionale”, aggiunge Massimo Riem, presidente di Fifo Sanità.

“Restiamo sconcertati - dichiara Massimiliano Boggetti, presidente di Confindustria Dispositivi Medici - di fronte alle false dichiarazioni di una parte della classe politica che parla addirittura di un precedente accordo con le associazioni di categoria sul payback, senza considerare le catastrofiche conseguenze che questo avrà sulla salute dei cittadini. Vorremmo piuttosto poter discutere col Governo e le Regioni una soluzione”.

L'allarme era già stato lanciato dalla Federazione il 6 dicembre scorso nel corso di una conferenza stampa a seguito dell'approvazione nel Decreto aiuti bis della normativa sul payback che obbliga le aziende del comparto a rimborsare il 50% delle spese effettuate in eccesso dalle regioni. Per FIFO Sanitàil provvedimento mette a rischio il tessuto dei fornitori ospedalieri, composto nel 95% da micro, piccole e medie imprese, con oltre 100mila lavoratori coinvolti. Dispositivi salvavita, strumenti per dialisi, valvole cardiache, protesi e ferri chirurgici: sono solo alcuni dei dispositivi medici che potrebbero mancare negli ospedali a partire da gennaio.
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