Pallavolo femminile è oro: un risultato che ha confermato la straordinaria preparazione della squadra
- di: Claudia Loizzi
Olimpiadi di Parigi 2024, 11 agosto, una giornata indimenticabile per la squadra italiana di pallavolo femminile. Un ritmo in partita che non lascia scampo alle avversarie americane che si possono guadagnare un ben meritato argento. Ma la grinta, la tecnica della squadra italiana è soverchiante. Inanellano un punto uno dopo l’altro per un risultato finale di 3 set a 0 contro le americane del mitico Karch Kiraly.
Con un entusiasmo, una preparazione e una fermezza tale da strameritarsi l’oro.
Il merito potrebbe essere delle singole capacità delle atlete, ma molto, forse tutto, è dovuto alla squadra del CT Velasco che è riuscito a trovare la miscela giusta per far esplodere il talento di tutte le individualità, creando davvero una squadra, non solo sulla carta, ma in campo.
Julio Velasco, argentino di La Plata, ha vinto l’argento nei giochi di Atlanta del ‘96 con la nazionale italiana di pallavolo maschile, la generazione dei fenomeni Lucchetta, Zorzi, Belardi (il suo vice in questa avventura parigina). Che dire di questo argentino di Italia? Un “allenatore-filosofo”, del quale sono note molte massime: chi vince festeggia, chi perde spiega; i vincenti trovano soluzioni, i perdenti cercano alibi.
Quest’anno è morto suo fratello maggiore, Raul, che ha vissuto sulla sua pelle la dittatura militare argentine negli anni 70: vittima di torture, ma che a differenza di tantissimi altri, fu risparmiato e rilasciato. È con questa atmosfera che ha inizio l’avventura di tecnico di pallavolo di Julio. Prima con i bambini a Buenos Aires, ma poi per ragioni politiche, gli viene tolto l’incarico. Nell’83, con il ritorno della democrazia, si trasferisce in Italia. È così che inizia la carriera a Jesi. Vince tutto tra club e nazionali e appena nel 2023 ritorna alla guida della nazionale italiana femminile e in meno di un anno conquista la Nations League e ora anche l’oro alle Olimpiadi. Ma lui dell’argento del ’96 non ne parla mai, per lui certo passato sportivo non esiste.
È un allenatore a tutto tondo, perché pone sullo stesso piano l’importanza di un corpo allenato tanto quanto la mente. L’uno trae forza dall’altro. L’ultimo mantra per vincere l’oro è stato: “qui e ora”,
Ecco la potenza della squadra.
I risultati sono arrivati già con le prime partite nella fase eliminatoria, due settimane esaltanti in cui su sei partite hanno perso solo un set nella prima partita contro la Repubblica Dominicana, ma solo perché dovevano trovare un assetto!
Si è vista una Egonu ai massimi livelli in completa armonia con la Antropova, un tempo quasi sua rivale prima dell’arrivo di Velasco.
Il CT ha avuto un ruolo davvero chiave per far coesistere queste due grandissime giocatrici: ha eletto la Egonu titolare e la Antropova un rincalzo di eccellenza. Ruolo fondamentale che ha concesso alla Egonu un respiro, e alla squadra di avere una carta in più. Ma tutta la squadra merita una citazione, dall’alzatrice, la Orro, alla capitana la Bosetti. E ancora il ruolo della centrale, Anna Danesi (di Roncadelle, è la III medaglia d’Oro per questo paesino dopo il canoista Giovanni De Gennaro e la Judoka Alice Bellandi. Paesino in provincia di Brescia che conta 9.000 abitanti!).
Non si può non citare il libero, Monica De Gennaro, detta Moki, che al termine della vittoria è stata lanciata in aria dalle compagne di squadra sorridenti e commosse. (Il marito è l’allenatore della nazionale Turca Daniele Santarelli, che lei e la sua squadra ha battuto per ben 2 volte, una in eliminatoria e una seconda in semifinale!).
Questo entusiasmo per l’oro a tali livelli di professionalità e gioco, sia d’esempio per andare a vedere e sostenere queste ragazze non soltanto durante le Olimpiadi, ma in tutte le manifestazioni sportive che verranno.