La Pace di Canova, ospite illustre a Firenze, inaugura il weekend dell’arte
- di: Samantha De Martin
Da Palazzo Vecchio, a Firenze, un messaggio di pace rivolto al conflitto tra Russia e Ucraina, si innalza nel segno di Antonio Canova. La Pace del maestro di Possagno - la celebre versione in gesso del marmo custodito nel Museo Nazionale Khanenko di Kiev, attualmente nascosto per tutelarlo dai bombardamenti - arriva nella città toscana e diventa l’unico mezzo per assicurare la contemplazione di un capolavoro senza tempo, altrimenti negata dal conflitto in corso. È decisamente l’ospite di Palazzo Vecchio la regina dell’agenda artistica di questo weekend. Da Torino a Roma ecco gli appuntamenti da non perdere
Dario Argento, maestro del brivido, in mostra a Torino
Al Museo Nazionale del Cinema di Torino, fino al 16 gennaio, il visionario maestro del thriller si racconta in un percorso cronologico che accoglie l’intera sua produzione, dagli esordi de L’uccello dalle piume di cristallo (1970) al suo ultimo lavoro Occhiali neri (2022). Dario Argento – The exhibit, questo il titolo della mostra, restituisce per la prima volta un completo e articolato discorso visivo sull'immaginario che il regista romano ha portato sullo schermo nel corso del proprio cinquantennale viaggio nei perturbanti territori dell’incubo. Ad accogliere i visitatori saranno una serie di oggetti provenienti dalle collezioni del Museo Nazionale del Cinema, dall'Archivio Fotografico della Cineteca Nazionale - Centro Sperimentale di Cinematografia e da numerosi collezionisti privati, con importanti contributi da parte di professionisti del cinema.
A Bergamo sulle tracce di Lorenzo Lotto
In attesa del 2023, quando Bergamo, assieme a Brescia, sarà Capitale della Cultura, un affascinante itinerario diffuso si appresta ad accompagnare il pubblico di appassionati sulle tracce di 11 gioielli di Lorenzo Lotto disseminati nel tessuto della città. Nei weekend del 14 e 15 e del 28 e 29 maggio, grazie ad alcune visite guidate, ci si potrà immergere nell’arte e nello stile di uno dei più interessanti artisti del Rinascimento italiano, tra affreschi e quadri da cavalletto, sale museali e chiese preziose. Dalla Città Bassa, precisamente dalla Chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano, con l’imponente Pala Martinengo, si approda alle chiese rinascimentali di Santo Spirito e di San Bernardino, e quindi all’Accademia Carrara, custode di uno dei nuclei più importanti dell’opera di Lotto esistenti al mondo. Il viaggio tra le meraviglie dell’inquieto pittore veneziano che trascorse a Bergamo oltre dieci anni, forse i più felici, fecondi e liberi dell’intera esistenza, termina tra le sorprendenti architetture di Bergamo Alta, nella Chiesa di San Michele al Pozzo Bianco, alla quale il maestro ha consegnato il suo ultimo lavoro bergamasco.
La Pace di Canova ospite illustre a Palazzo Vecchio
Dal centro della Sala di Leone X in Palazzo Vecchio, la Pace di Antonio Canova rivolge il suo messaggio di speranza al mondo. La sua iconografia richiama la Nemesi, dea greca della “distribuzione della giustizia”, mentre il serpente ricorda le medaglie romane. Le scritte commemorative in latino (e non in russo) sono il risultato di una trattativa tra Canova e l’ambasciatore di Vienna: l’ipotesi iniziale della lingua russa fu accantonata in favore del latino, lingua franca e simbolo dell’unione tra le nazioni europee, a rafforzare pertanto il messaggio di pace dell’opera. Commissionata dal politico e diplomatico russo Nikolaj Petrovič Rumjancev, ideata da Canova nel 1812 e realizzata nel 1815, la scultura fu pensata come omaggio alla famiglia Rumjancev, fautrice di alcuni trattati di pace tra Russia e altri Paesi. Canova fu incaricato di realizzare l’opera all’alba dell’invasione napoleonica della Russia. Alla morte di Nikolaj Petrovič Rumjancev, la sua collezione venne donata allo Stato e andò a costituire nel 1831 il primo Museo pubblico russo, inizialmente a San Pietroburgo, poi, nel 1861, trasferito a Mosca. Fu Krusciov - Segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, dalle origini ucraine - a decidere nel 1953 di trasferire la scultura da San Pietroburgo a Kiev, al Museo Nazionale Khanenko. “La Pace di Kiev - commenta Vittorio Sgarbi, curatore della mostra a Firenze - proveniente dal Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, è ora a Firenze, e qui, temporaneamente, attende tempi di pace”. L’opera si potrà ammirare fino al 18 settembre.
A Roma l’Italia raccontata dagli scatti di Berengo Gardin
Fino al 18 settembre la personale Gianni Berengo Gardin. L’occhio come mestiere, al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, racconta l’Italia attraverso oltre 200 fotografie tra immagini celebri, scatti poco noti o completamente inediti.
Il percorso riprende il titolo del libro L’occhio come mestiere, del 1970, curato da Cesare Colombo, un’antologia di immagini del maestro che testimoniava l’importanza del suo sguardo, del suo metodo e della straordinaria capacità di raccontare il suo tempo.
La mostra, un percorso fluido e non cronologico a cura di Margherita Guccione e Alessandra Mauro, accompagna il visitatore in un viaggio nel mondo e nel modo di vedere del maestro, da Venezia, città d’elezione per Berengo Gardin, alla Milano dell’industria, delle lotte operaie, degli intellettuali, dalla Sicilia alle risaie del vercellese, immortalate nelle loro trasformazioni sociali, culturali e paesaggistiche dal secondo dopoguerra a oggi. Non mancano i reportage realizzati per Alfa Romeo, Fiat, Pirelli e, soprattutto, per Olivetti o quelli dedicati alla vita negli ospedali psichiatrici.
Nella foto: Antonio Canova, La Pace di Kiev. L'arte vince sulla guerra, Installation views, Museo di Palazzo Vecchio (Sala Leone X) | Foto: © Alessandra Cinquemani