Onu: il Food summit apre con il 75% di poveri nelle campagne

 
Il summit si apre con il 75% degli affamati del mondo che vive nelle aree rurali con il paradosso che chi produce cibo, con l’allevamento e la coltivazione, non è in realtà in grado di averne a sufficienza per sfamare la propria famiglia per effetto delle speculazioni in atto sui prezzi alimentari e sulla terra. E’ quanto denuncia la Coldiretti in occasione del Food System Summit dell’Onu con l’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi.

Con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza per effetto delle manovre finanziarie sul cibo che – sottolinea la Coldiretti, – stanno “giocando” senza regole sui prezzi delle materie prime agricole dove hanno provocato una grande volatilità impedendo la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi.

L’accaparramento di terreni fertili da parte dei Paesi ricchi ma anche la tendenza a potenziare le riserve interne per il timore di nuove chiusure a causa della pandemia hanno innescato un cortocircuito che pesa sulle quotazioni delle produzioni sui mercati mondiali con rincari del 32% rispetto allo scorso anno secondo l’ultimo indice della Fao di agosto.

A pesare è il fatto che – denuncia la Coldiretti – sono saliti a oltre 93 milioni gli ettari di terra coltivata nel mondo sottratti ai contadini dalle nazioni avanzate e dalle multinazionali per speculazioni che stravolgono produzioni secolari e sistemi socio economici locali, il cosiddetto land grabbing. In cima alla graduatoria dei Paesi che si sono accaparrati nel mondo più terre  la Cina (14 milioni di ettari), seguita da Canada (11 milioni di ettari), Stati Uniti (10 milioni di ettari), Gran Bretagna (9 milioni di ettari), Svizzera (8 milioni di ettari), Singapore (5 milioni di ettari), Spagna (4 milioni di ettari), Belgio (4 milioni di ettari), Giappone (4 milioni di ettari) e India (2 milioni di ettari) secondo l’analisi della Coldiretti sull’ultimo rapporto Focsiv sul fenomeno. Sul totale delle terra oggetto di land grabbing quasi un terzo (31 milioni di ettari) è concentrato in Sud America, altrettanto in Africa (30,5 milioni di ettari) e a seguire Europa Orientale (19,5 milioni di ettari), Asia (9 milioni di ettari) e Oceania (3,4 milioni).

Un rischio che riguarda anche l’Italia dove nello spazio di una sola generazione (25 anni) l’Italia ha perso più di un terreno agricolo su quattro seguendo un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa del 28% delle campagne che storicamente rappresentano l’immagine del Belpaese nel mondo e garantiscono la sovranità alimentare del Paese in un momento difficile per l’emergenza Covid. In Italia – evidenzia Coldiretti – la superficie agricola utilizzabile si è già ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari e a causa della cementificazione e della scomparsa dei terreni fertili che pesa sull’approvvigionamento alimentare ma anche sul dissesto idrogeologico perchè i terreni non riescono ad assorbire l’acqua su un territorio come quello italiano con 7252 i comuni, ovvero il 91,3% del totale, a rischio idrogeologico secondo dati Ispra.  

“Per combattere le nuove speculazioni e tutelare i terreni agricoli i giovani della Coldiretti hanno anche lanciato la petizione contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole con il via alla raccolta firme” ha annunciato il Delegato Nazionale dei Giovani Veronica Barbati in vista della mobilitazione di Youth4Climate che anticipa la riunione dei ministri della Cop26, la conferenza mondiale dell’Onu sui cambiamenti climatici in programma a Glasgow dall’1 al 12 novembre.
 
“Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare con i progetti del Pnrr” ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “digitalizzazione delle aree rurali, recupero terreni abbandonati, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua e produrre energia pulita, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori produttivi deficitari sono alcuni dei progetti strategici elaborati dalla Coldiretti insieme a Filiera Italia per la crescita sostenibile a beneficio del sistema Paese.”
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