OFI Invest AM: Quadro economico positivo, ma le azioni non decollano

- di: Eric Turjéman, Co-CIO Mutual Funds di Ofi Invest AM
 
Se si esclude il Giappone, anche nelle ultime settimane il comparto equity ha proseguito per quel trend negativo che si è innescato a partire dalla scorsa estate, nonostante le notizie riguardanti l’andamento economico siano state sorprendentemente positive, soprattutto per quanto riguarda gli Stati Uniti. In poche parole, sembra che più le cose vanno bene e peggio sia per le azioni. La risposta a questo enigma la si può trovare nei continui rialzi dei tassi d’interesse, i quali hanno ripetutamente smentito le previsioni degli analisti, e anche nelle recenti parole della Federal Reserve, che prevedono che questi si manterranno alti per un periodo di tempo superiore alle attese.

In particolare, negli Usa si stanno registrando incrementi negli indicatori di fiducia delle imprese, una crescita oltre le stime di nuovi posti di lavoro e vendite al dettaglio solide; tutti segnali che la propensione al consumo è in salute. Questo dato è particolarmente sorprendente se si considera che gli indicatori sulla fiducia dei consumatori stanno peggiorando e che la quota di acquisti effettuati a credito sta aumentando, nonostante i tassi sui prestiti al consumo stiano battendo tutti i record. Questo ha scatenato un dibattito tutt’altro che banale sulle prospettive di questa voce: da un lato, la fine della moratoria sui prestiti studenteschi andrà sicuramente ad aumentare il potere d’acquisto dei consumatori, i quali stanno esaurendo i loro risparmi in eccesso accumulati negli anni della pandemia; dall’altro, l’andamento degli stipendi non è mai stato così buono.

Inoltre, lo sciopero indetto dallo United Auto Workers (UAW) ci dimostra quanto la bilancia del potere contrattuale tra impiegati e datori di lavoro si sia invertita negli Usa, con i sindacati che sono arrivati a chiedere un aumento del 40% degli stipendi in 4 anni, con circa 30mila dipendenti dei principali marchi automobilistici (Ford, GM e Chrysler) che hanno interrotto le loro attività. Solo questo episodio è sufficiente a spiegare perché c’è così tanta incertezza sull’azionario: riusciranno le imprese a mantenere intatti i loro margini di profitto data la crescente pressione che sta spingendo i costi al rialzo e con la stretta monetaria che potrebbe intaccare gravemente la domanda finale? Noi di Ofi Invest AM siamo molto dubbiosi su questo punto e riteniamo che le prospettive sulle società americane per il 2024 siano troppo ottimistiche, con gli analisti che dovranno rivedere al ribasso le loro previsioni nei prossimi mesi, smentendo la possibilità di conseguire guadagni sull’S&P 500.

Infine, è opportuno dare un’occhiata anche all’Europa, dove, come da previsioni, la Banca Centrale Europea ha interrotto il suo ciclo di rialzi dopo 10 meeting consecutivi, segnalando che le condizioni economiche rimangono scoraggianti, ma potrebbero aver toccato il fondo. Infatti, l’indice di fiducia delle imprese ha fatto registrare un leggero miglioramento, nonostante l’inflazione superiore alle attese stia determinando un aumento dei rendimenti delle obbligazioni a lungo termine che, a sua volta, sta colpendo duramente i settori con i prezzi più elevati, con alcuni di questi, come i beni di lusso, che stanno risentendo anche della mancata ripresa dell’economia cinese. In definitiva, nonostante i prezzi bassi, a nostro avviso i mercati azionari europei sono divisi tra tassi di interesse a breve e lungo termine, che continuano a salire, e prospettive di crescita globale che potrebbero innescare downgrade delle previsioni sugli utili degli analisti. Per questo motivo preferiamo mantenere la posizione difensiva adottata all’inizio di febbraio.
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