Harvard MBA: anche i migliori fanno fatica a trovare lavoro

- di: Giulia Caiola
 

Un MBA ad Harvard: il sogno di chiunque voglia sfondare nel mondo del lavoro. Da sempre simbolo di successo, stipendi da capogiro e accesso ai ruoli più esclusivi, oggi quel titolo dorato non basta più. Anche i "migliori tra i migliori" stanno scoprendo quanto sia difficile farsi strada in un mercato che sta cambiando più velocemente delle loro aspettative.
Secondo l’Economic Times, non è che le offerte di lavoro manchino del tutto, ma sono meno appetibili rispetto al passato. I ruoli proposti spesso non hanno lo stesso fascino o gli stipendi stellari che ci si aspetterebbe. E questo sta facendo vacillare il mito del “con Harvard vai ovunque”.

Harvard MBA: anche i migliori fanno fatica a trovare lavoro

Il mondo del lavoro non è più quello di una volta. Automazione, intelligenza artificiale e trasformazioni digitali stanno riscrivendo le regole, mandando in pensione alcuni ruoli tradizionali e aprendo spazi per competenze del tutto nuove. E non è solo questione di tecnologia: molte aziende stanno cambiando mentalità, cercando talenti non solo nei soliti ambienti elitari, ma anche tra giovani che arrivano da percorsi alternativi o realtà innovative.

A complicare le cose ci si mette anche l’economia globale, che al momento non è proprio in formissima. Inflazione, crisi nei settori tech e finanziari e un generale rallentamento della crescita stanno spingendo molte imprese a stringere la cinghia e a fare assunzioni con molta più cautela.

È una questione di sistema

Questo problema va ben oltre Harvard. Riguarda tutti noi, perché ci mostra quanto il mondo del lavoro sia diventato competitivo e imprevedibile. Non basta più avere un titolo prestigioso per garantirsi un posto al sole: bisogna dimostrare flessibilità, sapersi adattare e, soprattutto, saper leggere i cambiamenti in corso.

E poi c’è il lato sociale: gli MBA erano considerati un investimento sicuro, un lasciapassare per carriere brillanti. Ora quella certezza sembra crollare. Per molti giovani laureati, questa discrepanza tra aspettative e realtà può trasformarsi in frustrazione e insoddisfazione.

Cosa significa per il futuro?

Forse è il momento di ripensare il modo in cui ci prepariamo al lavoro. Non si tratta solo di accumulare titoli, ma di sviluppare competenze utili in un mercato che cambia a una velocità incredibile. Anche istituzioni come Harvard potrebbero dover aggiornare il loro approccio, puntando più su formazione pratica, flessibilità e capacità di innovare.

Questa situazione ci insegna una lezione importante: anche i più preparati non sono al sicuro in un mondo così dinamico. Il successo, oggi, non è più una destinazione sicura ma un viaggio in cui bisogna essere pronti a cambiare strada, reinventarsi e accettare nuove sfide.

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