Italia double face, Istat: sale il Pil ma pure l’inflazione. E le associazioni dei consumatori scendono in piazza con le pentole vuote

- di: Barbara Leone
 
Un’Italia a double face, quella raccontata in questi giorni dall’Istat. Se da una parte, infatti, il Pil ha fatto registrare una lieve crescita rispetto alle stime preliminari, dall’altra l’inflazione torna a ruggire ed a fare molta paura. Ma veniamo al primo dato, quello che regala, si spera, un po’ di ottimismo per quel che riguarda la situazione economica del Paese. Rispetto alla stima preliminare dello scorso 29 aprile, il Pil ha fatto registrare una crescita dello 0,1% su base mensile e del 6,2% su base annua rispetto al -0,2% e +5,8% del preliminare.

La ripresa è stata determinata soprattutto alla domanda interna e in particolare agli investimenti a fronte di un contributo negativo della domanda estera. Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato negativo mentre è risultato nullo sia quello delle amministrazioni pubbliche, sia quello della variazione delle scorte. In buona ripresa anche ore lavorate e unità di lavoro, a fronte di una crescita più lieve dei redditi pro capite e di una stazionarietà delle posizioni lavorative. La crescita acquisita per il 2022 - comunica l’Istat -, ovvero quella che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell'anno, è pari al 2,6%. Mentre l’ultimo dato diffuso dall’Istat lo scorso 29 aprile, sulla base della stima preliminare del Pil, fissava la crescita acquisita per l’anno al +2,2%. A fronte di ciò, l’Istat registra contemporaneamente un aumento dell’inflazione.

La frenata di aprile aveva fatto sperare ad un’inversione di rotta, ma i dati preliminari Istat di maggio hanno certificato che l’inflazione è tornata ad accelerare con un aumento dello 0,9% su base mensile e del 6,9% su base annua (da +6,0% del mese precedente) salendo ad un livello che non si registrava da marzo 1986 (quando fu pari a +7,0%). Un’accelerazione, dice sempre l’Istat, che si deve ai prezzi di diverse tipologie di prodotto. Ad aumentare sono innanzitutto i prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +39,5% di aprile a +42,2%), e in particolar modo degli Energetici non regolamentati (da +29,8% a +32,4% mentre la crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati è stabile a +64,3%). Salgono poi i prezzi dei Beni alimentari (da +6,1% a +7,1%), soprattutto quelli lavorati (da +5,0% a +6,8%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,4% a +4,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +5,1% a +6,0%). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi, l’inflazione di fondo accelera da +2,4% a +3,3%, e quella al netto dei soli beni energetici da +2,9% a +3,7%. Su base annua accelerano sia i prezzi dei Beni (da +8,7% a +9,7%) che quelli dei Servizi (da +2,1% a +3,1%). Rimane stabile, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (-6,6 punti percentuali come ad aprile). Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +5,7% a +6,7%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +5,8% a +6,7%). L'aumento mensile dell'indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+3,2%), degli Alimentari lavorati (+1,5%), degli Alimentari non lavorati (+1,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,2%). Secondo le stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento su base mensile dello 0,9% e del 7,3% su base annua (da +6,3% nel mese precedente).

In questo quadro è ovvio che i consumatori inizino a preoccuparsi, ed anche a scendere sul piede di guerra. Le associazioni dei consumatori, infatti, hanno indetto una mobilitazione di piazza in tutte le principali città italiane per il prossimo 10 giugno con raduni e presidi a Roma a Roma di fronte al Parlamento e contemporaneamente in tutti i capoluoghi regionali alle Prefetture. La call to action delle associazioni dei consumatori, che dà seguito all’Assemblea unitaria on line svoltasi lo scorso 6 aprile cui hanno partecipato oltre 1500 delegati di tutte le regioni, è stata battezzata la Protesta delle pentole vuote. Nome inquietante, e si spera non troppo profetico, che sta a simboleggiare la difficoltà di moltissime famiglie italiane a mettere insieme, come si dice, il pranzo con la cena. Già ad aprile le associazioni avevano lanciato l’allarme: “Non si tratta - scrivevano in occasione dell’Assemblea di aprile - di un generico aumento dei prezzi ma di una tenaglia che, fra rincari e speculazioni su energia e materie prime, rischia di diventare insostenibile per le famiglie e di aggravare disuguaglianze, povertà energetica e povertà alimentare”. Aumenti che sono stati giustificati dalla pandemia prima, e dalla guerra poi, con un effetto sommatorio insopportabile di ricaduta sui redditi delle famiglie italiane. ”Più di un quarto delle famiglie sono in grave difficoltà - dicono ora le associazioni - e stanno riducendo consumi essenziali come quelli alimentari, sanitari e di cura della persona. L’inflazione 2022 ha già raggiunto il 5,7%, come non accadeva dai primi anni Novanta e il previsto rialzo del tassi porterà all’aumento anche delle rate di mutuo e dei prestiti”. I presagi, insomma, sono alquanto cupi. La protesta delle Associazioni investe direttamente Palazzo  Chigi. Le speculazioni sui rincari delle materie prime - dicono - hanno avuto solo timide reazioni del governo, che si è limitato alle misure più facili, cioè una tassazione sui superprofitti delle società dell’energia, gli sgravi parziali per alcune imprese e la riduzione degli oneri fiscali sulle bollette. Alla mobilitazione del 10 giugno state invitate a partecipare anche le Organizzazioni sindacali e datoriali, il mondo del Terzo settore e del Volontariato sociale, le associazioni ambientaliste e le Reti studentesche. Nel corso del presidio le associazioni presenteranno una piattaforma di interventi per calmierare i prezzi e combattere la speculazione, chiedendo al Governo di includere i rappresentanti dei consumatori tra le Parti sociali per confrontarsi sul contrasto alla povertà energetica, sul sostegno alle famiglie e soggetti più fragili, sulla determinazione e sorveglianza dei prezzi e sui carichi fiscali. Ovviamente sono chiamati ad intervenire tutti i cittadini, muniti, manco a dirlo, di pentole vuote.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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