Intesa Sanpaolo pubblica le nuove regole per l’operatività nel settore Oil&Gas

 
Intesa Sanpaolo procede nell’impegno contro il cambiamento climatico e nel percorso verso Net Zero con progressive implementazioni e con risultati importanti.

A seguito dell’impegno preso a fine 2021 con NZBA, Intesa Sanpaolo ha pubblicato target al 2030 in termini di emissioni finanziate in sei settori tra quelli definiti dalla NZBA “a elevate emissioni” (Oil&Gas, Power Generation, Automotive, Coal Mining, Iron&Steel, Commercial real estate).

Complessivamente, le emissioni finanziate in tali settori hanno registrato una riduzione del 22,6% a fine 2023 rispetto al 2022, risultato al quale hanno contribuito diminuzioni di emissioni rilevate in ogni singolo settore.

In particolare, nel settore dell’Oil&Gas, le emissioni finanziate assolute hanno segnato una contrazione del 66,3% dal giugno 2021 (baseline) a fine 2023.

Questi risultati sono stati supportati dall’articolato processo creditizio e di valutazione e monitoraggio del rischio nonché dall’impianto normativo di cui il Gruppo si è dotato che include, tra l’altro, le “Regole per l’operatività in Unconventional Oil&Gas” pubblicate nel 2021.

Tale documento di regole è stato aggiornato, ampliato e integrato nelle nuove “Regole per l’operatività nel settore Oil&Gas”, di recente pubblicazione[1].

Le nuove “Regole per l’operatività nel settore Oil&Gas” si applicano:

- a tutto il Gruppo con riferimento alle attività di finanziamento e di investimento descritte nella policy;

- a tutti i segmenti di operatività del settore Oil&Gas (up-stream, mid-stream, down-stream e trading).


La policy fissa stringenti criteri di esclusione per il settore, in base alle quali, in sintesi, il Gruppo: 

- non finanzierà progetti con oggetto nuovi siti di estrazione del petrolio.

- non finanzierà progetti con oggetto siti di estrazione di risorse non convenzionali[2].

- non finanzierà le controparti che derivano più del 15% dei ricavi da produzione di risorse non convenzionali (finanziamenti finalizzati e finanziamenti generici). Tale percentuale risulta tra le best practice adottate nell’ambito delle policy bancarie a livello globale.


Inoltre, il phase out di eventuali esposizioni in essere a risorse non convenzionali oggetto di esclusione secondo quanto previsto dalla policy, è stato anticipato al 2025 dal precedente 2030.

Le esclusioni di cui sopra vanno ad aggiungersi ai richiamati criteri generali di esclusione dettati dalle “Linee Guida per il Governo dei Rischi ESG di Gruppo” che prevedono, tra l’altro, che il Gruppo non finanzierà progetti caratterizzati da impatti ambientali negativi nelle zone critiche del pianeta (quali: i siti naturali UNESCO Patrimonio dell’Umanità, le zone umide secondo la Convenzione Ramsar, le aree progettate per la conservazione a lungo termine della natura cioè quelle classificate dall’IUCN “International Union for Conservation of Nature”, come le aree protette di categoria da I a VI, la Regione Artica, le Amazon Sacred Headwaters).

In aggiunta alle disposizioni sui finanziamenti, la nuova policy fissa anche regole per il banking e trading book del Gruppo nonché richiama le esclusioni e limitazioni per le attività di risparmio gestito, secondo quanto già previsto dalle politiche delle società del Gruppo.
Infine, la policy conferma la volontà del Gruppo di supportare le aziende nel percorso di decarbonizzazione, promuovendo la concessione di finanziamenti finalizzati alla transizione verso un’economia sostenibile. 


[1] https://group.intesasanpaolo.com/content/dam/portalgroup/repository-documenti/sostenibilt%C3%A0/italiano/policy/Regole_settore_oil_gas_estratto.pdf
[2] Risorse non convenzionali definite come: shale/tight oil, shale/tight gas, tar sands/oil sands, coal bed methane/coal seam gas
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