Il Presidente della CONSOB, Prof. Paolo Savona, è intervenuto al seminario sul tema: "Financial regulatory and supervisory authorities facing the metaverse". Il seminario è stato organizzato dalla CONSOB in collaborazione con la Luiss.
I saluti iniziali sono stati a cura del Prof. Alessandro Zattoni, Head del Dipartimento di Impresa e Management, Università Luiss Guido Carli, ha aperto i lavori il Prof. Paolo Savona, Presidente della CONSOB, seguito dall'intervento di Caroline D. Pham, Commissaria della US Commodity Futures Trading Commission.
Intervento del Presidente Consob, Prof. Paolo Savona
Dopo aver fatto largo uso di Internet, ma non ancora dell’Internet delle Cose o degli Oggetti (IoT nell’acronimo inglese), l’orizzonte tecnologico già si sposta in avanti. Il ritardo con cui ci muoviamo verso la frontiera virtuale in espansione ha un vantaggio: lascia aperta la possibilità di recepire le innovazioni che vanno sotto il nome di metaverso. È ciò che ci ha detto Caroline Pham, autorevole membro della US Commodity Futures Trading Commission dopo una brillante carriera nel settore privato, nel corso del Convegno Eurofi tenutosi a Praga agli inizi di settembre scorso.
La Pham ha avanzato alcune riflessioni sulla strategia di quella che definisce il prossimo capitolo della digitalizzazione del mondo fisico, finora materia delle fiction che ci hanno appassionato e ora investono la vita reale. L’impatto sugli affari è stimato nell’ordine di 5 trilioni di mld di dollari entro il 2030, ma, dice la Pham, è qualcosa di più di “un business reale nel mondo virtuale” è “la nostra vita futura”, che “crea una nuova dimensione della società e della comunità che si materializza come una rete di menti umane, non più operanti sulla terra”. Precisa, inoltre, che ciò che sta accadendo a seguito della decentralizzazione cryptata del mondo reale, in particolare nella finanza (le cryptocurrency), è solo un itinerario verso il metaverso. In questo nuovo mondo virtuale si stanno già svolgendo cinque principali attività: relazioni sociali, intrattenimenti, scommesse, viaggi e shopping. Nel campo specifico dei servizi finanziari, il metaverso è la base per una gestione tra diverse monete, incluse le cryptocurrency (comprese quelle “native”, necessarie per entrare nel sistema), usate per prestiti ipotecari e affitti di immobili, finanziamenti di progetti e investimenti di risparmi, concessioni di garanzie e, più in generale, finanziarizzazione di ogni bene fisico.
Questo mondo variegato, afferma la Pham, pone altrettante sfide ai regolatori, sollevando la necessità di definire una metaeconomics (o economics with metaverse) che va al di là di un’economics with cryptocurrency; essa è tutta da pensare, perché va riesaminato il funzionamento del mercato e delle sue istituzioni, soprattutto per ricondurre ciò che sta accadendo entro un habitat “legale” al quale i risparmiatori possano fare riferimento per le loro scelte, ponendo fine alle suggestioni provenienti da operatori che solo un eufemismo induce a chiamare
intraprendenti. È pur vero che la dimensione della finanza virtuale nel mondo reale è ancora marginale, ma non appare saggio proporsi di studiare il problema quando i rischi già individuati esploderanno in dimensione sistemica, come avvenne nel 2008 con i derivati complessi e come la storia economica ricorda essere accaduto numerose volte nei secoli passati. Prevenire piuttosto che subire, innovare rispetto al correggere, come sul dirsi, quando i buoi sono scappati dalle stalle. Perciò, conclude la Pham, “se il metaverso è troppo grande per essere ignorato dalle imprese, allora è troppo grande per essere ignorato dai regolatori”; ma, a tal fine, “bisogna assicurare una cooperazione globale e un coordinamento delle scelte, perché il metaverso è veramente un mondo senza confini”. Siamo di fronte a una nuova forma della globalizzazione che abbiamo conosciuto e praticato, oggi messa in crisi dal riproporsi di vecchi attriti e dall’uso di strumenti geopolitici che le tecnologie virtuali rendono obsoleti.
In questa agenda di lavori per tutti, occorrerà chiarire se siano concepibili una regolazione e una sorveglianza tecnologicamente neutrali, come si continua inspiegabilmente a insistere che possano essere attuate. La forza o la debolezza del metaverso dipendono anche dalle tecnologie usate e dal loro evolversi, ed è perciò che i regolatori si devono dotare di conoscenze e strumenti sufficienti per vigilare in tempo reale e in modo continuativo.