IG Italia - PIL USA Q3 maggiore delle aspettative al +3,2%

- di: Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia
 
Oggi, nel primo pomeriggio, il Dipartimento del Commercio ha rilasciato i dati finali relativi al PIL del terzo trimestre negli Stati Uniti. L’indicatore, che misura il valore aggregato della produzione di beni e servizi, è cresciuto del +3,2% su base annuale superando le aspettative del consensus che si attendevano un aumento del +2,9% a/a. In prima lettura (ce ne sono tre in totale) il PIL era stimato in salita al +2,6%.

A trainare la crescita economica sono le spese dei consumatori - che rappresentano il 69% dell’economia a stelle e strisce - che sono aumentate del +2,3% nel trimestre considerato e più delle stime della prima (+1,4%) e seconda lettura (+1,7%). Nel secondo trimestre, invece, queste erano salite del +2%.

I dati di oggi confermano quindi che l’economia statunitense è ancora in ottima forma nonostante le innumerevoli esternalità negative vissute per tutto il 2022 e dovute principalmente all’inflazione elevata (ai massimi da 40 anni), alla politica monetaria restrittiva della Federal Reserve e alle tensioni geopolitiche/energetiche.

Anche un report pubblicato dal Dipartimento del Lavoro ha mostrato una crescita delle richieste di disoccupazione inferiore delle attese degli investitori (222mila) a 216.000, indicando come il mercato del lavoro rimanga ancora particolarmente forte.

Infatti, rispetto ai primi due trimestri del 2022, dove il PIL era sceso del -1,6% a/a nel primo trimestre e del -0,6% a/a nel secondo, ora sembra che il peggio sia passato. L’inflazione ha ormai iniziato un trend discendente, al +7,1% a/a nel mese di novembre, mentre la Fed ha rallentato l’aumento del costo del denaro (tassi Fed al 4,25%-4,5%) con un rialzo di 50 punti base a dicembre.

Nonostante ciò, non si è ancora fuori pericolo e il consensus teme ancora l’innesco di una recessione per l’inizio del prossimo anno.

Gli effetti sui mercati

Dopo la pubblicazione del dato sul PIL le Borse europee mostrano un lieve calo che però esaspera le perdite contratte a partire da metà seduta. Di conseguenza, Francoforte è in calo del -1,24%, Parigi del -0,96% e Milano del -0,93% mentre Londra, inizialmente in verde con un +0,33%, vira in negativo e segna un -0,15%.

Stessa sorte per i futures di Wall Street che nel premarket sono ancora in rosso. All’apertura della Borsa di New York, i principali indici statunitensi scendono con il NASDAQ che segna le perdite maggiori al -2,54% seguito dall’S&P 500 (-1,7%) e dal Dow Jones (-1,37%).

Sul mercato Forex, invece, il dollaro si rafforza sulle aspettative degli operatori di una Fed ancora aggressiva sui tassi, l’EUR/USD scende di 22 pips da 1,0631 fino a 1,0609 per poi muoversi lateralmente fino a 1,06.

Il biglietto verde guadagna anche contro sterlina e yen mentre il Dollar Index è salito fino ad un picco di 104,23 prima di ritirarsi a 104,08.

Le previsioni

I dati sul PIL statunitense sono indice di una resilienza dell’economia sopra le attese cosa che però potrebbe indurre la Fed ad essere più aggressiva nella sua politica monetaria per riportare le pressioni inflazionistiche intorno al +2% a/a.

I toni da falco della scorsa settimana non hanno di certo rassicurato i mercati che hanno invece reagito con un forte sell-off. Nonostante ciò, il consensus continua a stimare un aumento da 25 punti base nella prossima riunione di febbraio con una probabilità stabile al 70%. Tuttavia, il livello finale dei tassi a maggio 2023 è aumentato leggermente al 4,88%.

Dal nostro punto di vista, crediamo che l’economia a stelle strisce non cadrà in recessione a causa del forte mercato del lavoro e dell’attività economica ancora resiliente. Tuttavia, la Fed potrebbe, in linea con le indicazioni della scorsa settimana, mantenere i tassi di interesse più elevati per lungo tempo in modo che l’economia “si raffreddi” senza però causare effetti deleteri sull’occupazione.
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Italia Informa n° 2 - Marzo/Aprile 2024
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