First Cisl: Mps, banca più solida dopo la sentenza Profumo-Viola

 
Dopo la sentenza Mussari-Vigni, l’assoluzione in appello di Alessandro Profumo e di Fabrizio Viola determina per il Monte dei Paschi di Siena un’ulteriore riduzione del petitum. Ciò potrà riflettersi in modo positivo sul conto economico, per il mancato utilizzo degli accantonamenti specifici a fronte del contenzioso legale, e sulla capitalizzazione, per effetto della riduzione dei rischi operativi sulle attività ponderate per i rischi (Rwa). 

Banca più solida, no a nuove vendite sul mercato

Dopo l’upgrade di Moody’s del 22 novembre e la decisione della Bce del 4 dicembre riguardante la riduzione dei requisiti patrimoniali da rispettare dal 1° gennaio 2024, la banca si trova in una situazione di surplus di capitale. Il Cet1 risulta in eccedenza rispetto al minimo richiesto dall’analisi Srep di circa 3,7 miliardi di euro. Insomma, si è passati dalla situazione di possibile mancato rispetto dei requisiti minimi di capitale ad una posizione, oggi, di capitale in eccedenza. Ciò pone il Governo in una situazione di vantaggio. Sarebbe saggio non procedere ad ulteriori ed immediate vendite sul mercato, di sicuro a prezzi ben superiori rispetto all’ultima sottoscrizione di capitale, che però pregiudicherebbero la possibilità di realizzare il maggior valore finanziario che Mps potrà esprimere anche in un lasso temporale non lungo, e per il sostegno alla crescita del Paese con una gestione della banca a ciò finalizzata. Infatti, il Governo con Mps ha la possibilità di realizzare politiche creditizie e del risparmio che coniughino redditività consistente e vera sostenibilità sociale. Il surplus di capitale dovrebbe essere utilizzato per ampliare il credito e riconquistare quote di mercato. Il sostegno ai sistemi produttivi del Paese, con particolare riferimento alle Pmi, si accompagnerebbe ad un aumento della redditività del capitale anche in presenza di una riduzione dello spread con clientela dall’attuale livello di 340 basic point.

Fondazioni bancarie al centro della governance

L’ulteriore riduzione della partecipazione del Mef nel capitale della banca, in ossequio al rispetto degli impegni con la Commissione europea, può diventare occasione di governance pubblica-privata fondata su un progetto d’impresa tra anchor investor. Tra questi, considerata la mission sociale-istituzionale, nonché il patrimonio investito in attività finanziarie complessivamente superiori a 20 miliardi di euro, è naturale prendere in considerazione le fondazioni di origine bancaria.

Meno sportelli e meno credito: i rischi di una fusione

L’alternativa al progetto stand alone, ossia la diluizione in un altro gruppo bancario determinerebbe una riduzione del credito complessivamente erogato, come sempre avvenuto in caso di fusioni, e la chiusura di centinaia di filiali. Le sovrapposizioni di sportelli tra Mps e altre big italiane a livello di singolo comune, passa dai 569 comuni con Unicredit ai 285 con Crédit Agricole Italia, passando per i 416 con Bper e i 330 con Banco Bpm. Inoltre, oggi Mps garantisce da sola la presenza in ben 97 comuni italiani. L’incremento del risultato di gestione al 30 settembre di 767 milioni di euro deriva dai minori costi del personale per 244 milioni e dall’incremento degli interessi per 651 milioni che hanno compensato la riduzione delle commissioni e di altri ricavi.

Colombani: Mps resti banca del territorio, necessario investire sule persone

“Per Mps il 2023 si chiuderà in modo largamente positivo. Si può prevedere che anche nel 2024 i conti andranno molto bene, soprattutto se la banca svilupperà l’attività creditizia – sottolinea il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani – Il solo allineamento al rapporto credito verso clienti per lavoratore delle altre big comporterebbe maggiori crediti erogati per 5 miliardi di euro con conseguenti effetti positivi sul margine di interesse. Noi siamo pronti a condividere processi di flessibilità organizzativa e di salario variabile legandolo ai risultati, a patto di obiettivi d’impresa socialmente sostenibili. Mps ha la storia e il radicamento locale, merito soprattutto delle lavoratrici e dei lavoratori, per essere la banca di territorio estesa in tutta la Penisola. È quindi indifferibile – conclude Colombani – passare dal contenimento dei costi a politiche di sviluppo che prevedano prima di tutto investimenti condivisi sulle persone”.
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