DSA: al via le nuove regole UE. Cosa cambia per le Big Tech. Lega: “una legge bavaglio”

- di: Barbara Bizzarri
 
Da oggi sono attivi i nuovi pacchetti di leggi con cui l'Unione Europea vuole regolare 19 grandi piattaforme del web, da Amazon a Tiktok, da Google a Instagram e chi sgarra, incorre in multe fino al 6% del fatturato globale, oppure subisce lo stop temporaneo dell'attività. Il gruppo è composto dai principali colossi tecnologici di Stati Uniti e Cina, per l'Europa c'è solo Zalando. Con il Dsa, si intende fissare una serie di paletti su trasparenza di algoritmi e pubblicità, lotta alla violenza online e alla disinformazione, protezione dei minori, stop alla profilazione. I primi a misurarsi sono quegli operatori che ogni mese offrono servizi ad almeno il 10% della popolazione dell'UE, ossia 45 milioni di persone, detti grandi piattaforme online (very large online platform, Vlop) e motori di ricerca (very large online search engine, Vlose), come Google Search, che dichiara 332 milioni di utenti. O Wikipedia con i suoi 151 milioni: “Da domani il Dsa diventa giuridicamente esecutivo. Piattaforme online e motori di ricerca molto grandi hanno avuto abbastanza tempo per adattarsi ai loro nuovi obblighi. Abbiamo offerto ‘StressTest’ per aiutarli a comprendere le loro esigenze. La vera prova inizia adesso”, scrive su X-Twitter il commissario per il Mercato interno e per i servizi Thierry Breton. “I miei servizi e io applicheremo scrupolosamente il Dsa e utilizzeremo pienamente i nostri nuovi poteri per indagare e sanzionare le piattaforme ove giustificato. Rispettare il Dsa non è una punizione: è un’opportunità per le piattaforme di rafforzare la propria affidabilità”, e prosegue: “La protezione dell’infanzia sarà una priorità di applicazione. Così come lo sarà la lotta alla disinformazione, compresa la propaganda filo-russa, in particolare mentre stiamo entrando in un periodo di elezioni in Europa”. “La moderazione dei contenuti non significa censura. In Europa non ci sarà alcun Ministero della Verità”, sottolinea Breton in merito alla trasparenza. “Ciò che ci sarà è trasparenza sui processi degli algoritmi, sui bot e sulle pubblicità mirate che amplificano contenuti”. Quanto alla democrazia, “la Dsa è qui per proteggere la libertà di parola dalle decisioni arbitrarie e, allo stesso tempo, proteggere i nostri cittadini e le democrazie. Era giunto il momento di garantire che nessuna piattaforma online si comporti come se fosse ‘troppo grande per preoccuparsene’”.

Da domani, quindi, i grandi motori di ricerca e le piattaforme online indicate dalla Commissione europea dovranno iniziare a rispettare una delle principali norme, il Digital service act (Dsa), destinata a fare del web un ambiente più sicuro e responsabile. Così in una nota il Beuc, l’organizzazione dei consumatori europei, dà il benvenuto all’entrata in vigore della nuova normativa che, rileva il Beuc, obbligherà i giganti del web, le cosiddette Big Tech, a essere più trasparenti con gli utenti sia sulle informazioni “raccomandate” che sulle vendite online. Inoltre, per le piattaforme non sarà più possibile pubblicare annunci pubblicitari “basati sui profili di bambini o dati personali sensibili come l’orientamento sessuale o le opinioni politiche”. Per la direttrice del Beuc, Monique Goyens, il Dsa è diventato indispensabile “dopo che è stato accertato che le piattaforme hanno chiuso un occhio davanti ad attività illegali svolte sotto il loro naso”. Oppure non hanno offerto sufficienti tutele agli utenti. Google, Amazon e Meta ora saranno sottoposte a un maggiore controllo. Goyens osserva quindi che “Amazon e Zalando stanno disperatamente combattendo” contro il loro inserimento nel gruppo delle grandi piattaforme a cui si applicheranno le norme del Dsa. “Ma se non sono loro grandi piattaforme, allora chi?”, si chiede. “Ora c’è bisogno di rispetto delle regole e non di battaglie legali – conclude Goyens – affinchè queste piattaforme proteggano meglio i consumatori. Ci aspettiamo che la Commissione e le autorità dei Paesi membri intervengano rapidamente se necessario per chiarire che nessuno è al di sopra della legge”.

Tra i colossi del web, Google ha intrapreso alcune iniziative, quali più trasparenza negli annunci pubblicitari, accesso al funzionamento di prodotti come la ricerca, le mappe e lo store digitale, più visibilità alle decisioni di moderazione dei contenuti, offrire agli utenti diversi modi di contattare la società, per ottemperare alla normativa europea che dal 26 agosto chiede a 19 big della tecnologia più trasparenza sulle loro piattaforme. “Da tempo siamo allineati con gli obiettivi generali del Dsa e abbiamo dedicato risorse significative per adeguare i nostri programmi ai suoi requisiti specifici – afferma Google in una nota – Abbiamo anche espresso le nostre preoccupazioni per le potenziali conseguenze indesiderate, come il rischio di rendere più facile per i malintenzionati abusare dei nostri servizi fornendo troppe informazioni sul nostro approccio di applicazione. Continueremo a dialogare con la Commissione europea, con la Coimisiún na Meán (la commissione irlandese per i media) e con altre autorità di regolamentazione, oltre che con esperti tecnici, politici e di sicurezza online”

L’azienda di Mountain View, in particolare, amplierà “il Centro per la trasparenza pubblicitaria, un archivio globale consultabile degli inserzionisti per fornire ulteriori informazioni sul targeting degli annunci serviti nell’Unione Europea”. Aumenterà “l’accesso ai dati per i ricercatori che desiderano capire meglio come funzionano concretamente la Ricerca Google, YouTube, Google Maps, Google Play e Shopping”. Inoltre, apporterà modifiche “per fornire nuovi tipi di visibilità sulle decisioni di moderazione dei contenuti, aggiornando i processi di segnalazione e di appello per fornire specifici tipi di informazioni e di contesto sulle decisioni”. Introdurrà un nuovo Centro per la trasparenza in cui gli utenti possono accedere alle informazioni sulle politiche di Google prodotto per prodotto; nei prossimi mesi amplierà la portata dei suoi rapporti sulla trasparenza e si impegnerà “a valutare i rischi legati alle nostre maggiori piattaforme online e al nostro motore di ricerca in linea con i requisiti del Dsa”.

Non tutti però inneggiano alla nuova misura come a un traguardo di trasparenza aziendale per le big tech: “Da domani in questa Europa che da anni non cresce e già destinata alla deindustrializzazione e all’irrilevanza sugli scenari globali, saremo anche tutti un po’ meno liberi. L’entrata in vigore del Digital Service Act, provvedimento che rafforzerà la censura su Internet, deciso passo in avanti verso la ‘cinesizzazione’ del concetto di libertà di espressione in Europa, ci allarma e ci preoccupa”. Così in una nota gli europarlamentari della Lega Marco Campomenosi e Alessandra Basso, relatrice ombra del provvedimento. “Ancor più di quanto già avvenga adesso, qualcuno sarà autorizzato a far cancellare il contenuto dei pensieri dei cittadini, magari con il pretesto della lotta alle ‘fake news’, magari con l’obiettivo di giungere alla campagna elettorale per le europee con l’anestetizzazione dei pensieri alternativi che saranno messi ai margini e contro cui la stessa Commissione Europea spenderà molti soldi pubblici per promuovere sé stessa e le idee portate avanti dai partiti che hanno sostenuto Ursula Von der Leyen e i suoi incompetenti commissari in questi anni. Altro che difendere la libertà, Bruxelles sembra voler imporrare il modello cinese in Europa. La Lega è stata l’unica forza politica italiana a votare contro il Dsa al Parlamento europeo, opponendosi a questa deriva che, come sempre a dispetto di belle intenzioni e nobili scopi, nasconde una vera e propria legge bavaglio Ue”.

Più di 1.000 persone su TikTok, intanto, hanno lavorato per preparare il social media a rispettare dal primo giorno il Dsa, la nuova legge europea sui servizi digitali che a partire da domani, e via via nei giorni successivi, entrerà in vigore nell’Ue per le 19 piattaforme designate sulla base della riforma. Lo fa sapere il social media per la condivisione dei video brevi, annunciando anche il lancio da lunedì 28 agosto di uno sportello unico per gli utenti nell’Ue in 23 lingue europee, in cui comunicherà come si sta conformando alle norme. Proprio lunedì, concretamente, entrerà in vigore il Digital Service Act per TikTok. L’azienda annuncia poi di essersi già dotata della prevista nuova funzione aziendale di ‘compliance e sottolinea di aver già implementato cambiamenti significativi, compresi nuovi processi e funzionalità, ideati per rendere ancora più trasparente il proprio approccio nella pubblicità, la moderazione dei contenuti e i sistemi per i suggerimenti. Sono state introdotte delle limitazioni agli annunci personalizzati per i minori di 18 anni: da luglio gli utenti tra i 13 e i 17 anni in Europa non possono più visualizzare annunci personalizzati basati sulle loro attività dentro o fuori da TikTok. È poi presente un database consultabile con informazioni sugli annunci a pagamento su TikTok e i loro metadati. Dai primi di agosto sono aperte le iscrizioni per gli accademici di istituzioni europee che desiderano fare ricerca sulla piattaforma, ed è soprattutto già stata attivata l’opzione aggiuntiva per la segnalazione dei contenuti illegali da parte degli utenti (pubblicità inclusa). Gli utenti in Europa possono disattivare la personalizzazione in modo che le sezioni Per Te e Live suggeriscano anche video di interesse locale, o popolari a livello globale, anziché solo contenuti basati sui loro interessi personali.

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