Da Raffaello a Pasolini, le mostre del weekend

- di: Samantha De Martin
 
Mentre Milano confeziona il suo dono di Natale per gli amanti dell’arte, con la Predella della Pala Oddi, capolavoro giovanile di Raffaello in arrivo dalle collezioni dei Musei Vaticani, pronta a mostrarsi al Museo diocesano, Brescia inaugura le celebrazioni di “Bergamo Brescia. Capitale italiana della Cultura 2023” con una grande rassegna che ripercorre la storia delle origini e dell’identità della città. Questo e molto altro nell’agenda del weekend.

Nel Natale di Milano brilla Raffaello

Dal 4 novembre al 29 gennaio 2023, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano accoglie la Predella della Pala Oddi, capolavoro giovanile di Raffaello, in arrivo dalle collezioni dei Musei Vaticani. L’olio su tavola, eseguito intorno al 1504, è suddiviso in tre scomparti che raffigurano l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio. La Pala Oddi è stata realizzata per l’altare della famiglia Oddi nella chiesa di San Francesco al Prato. Rimasta nella sua collocazione originaria fino al 1797, anno in cui viene requisita dai francesi e condotta a Parigi, fa ritorno in Italia nel 1815 e, per volere di Papa Pio VII, entra a fare parte della nuova Pinacoteca Vaticana dove oggi si trova. In occasione dell’appuntamento milanese la predella - la fascia dipinta posta a corredo della pale d'altare - è stata sottoposta a un intervento di restauro condotto nel Laboratorio di Restauro Pitture dei Musei Vaticani ed eseguito dal maestro Paolo Violini. Il pubblico potrà così ammirare i colori usati da Raffaello che ritornano alla loro originaria brillantezza.

Brescia riscopre il suo passato

Brescia inaugura le celebrazioni del programma di “Bergamo Brescia. Capitale italiana della Cultura 2023”, con una mostra che, attraverso 120 opere, si sofferma per la prima volta su una fase storica fondamentale per la costituzione dell’identità della città e del suo territorio. Intitolata La città del Leone. Brescia nell’età dei Comuni e delle Signorie, la rassegna prende in esame un arco di tempo che, dalla seconda metà del XII secolo, si estende fino al 1426, anno della resa di Brescia alla Repubblica di Venezia. In quest’epoca caratterizzata da importanti trasformazioni, la città costruisce la sua identità dal punto di vista architettonico, fissando il suo baricentro nella piazza con il palazzo comunale e le cattedrali, e affermando il suo primato su tutto il territorio. Non manca il focus su quei simboli civici arrivati fino ai nostri giorni, come lo stemma del leone rampante o sui culti cittadini dei santi Faustino e Giovita. A ripercorrere la storia di Brescia e del suo territorio saranno sculture, pitture, documenti d’archivio e manoscritti miniati, monete e oreficerie.

A Padova l’occhio si mette in gioco

L’occhio osserva, cattura, legge, compone. Eppure talvolta può essere ingannato, raggirato. A spiegarci in che modo è una mostra dal titolo “L’occhio in gioco”, in corso fino al 26 febbraio a Padova, nelle sale di Palazzo del Monte di Pietà. Muovendosi sul confine tra arte e scienza, colore e movimento, il percorso racconta nei secoli la sottile differenza tra ciò che è vero e ciò che potrebbe esserlo ma non lo è. Così dal movimento rappresentato agli oggetti in movimento, il visitatore è avvolto da un vorticoso alternarsi di strumenti scientifico-tecnologici e oggetti artistici che lo portano a scoprire gli albori del cinema (dai fratelli Lumière a Man Ray) e della fotografia sperimentale (da Bragaglia a Muybridge). In un percorso che alterna i grandi protagonisti del secolo breve, da Calder a Munari, da Duchamp a Vasarely, scopriremo come anche senza l’uso del colore l’occhio umano possa essere ingannato, e che il ritmo e la geometria, concetti apparentemente immutabili, possono distorcere e ridisegnare la realtà. Il percorso che accosta opere particolarmente emblematiche come Bambina che corre sul balcone di Giacomo Balla o Grey Scramble di Frank Stella, presenta curiosi strumenti destinati a creare immagini fugaci e sorprendenti, oltre a un confronto tra un’accurata selezione di documenti e le opere del Gruppo N, con i protagonisti indiscussi della “nuova tendenza” ottico-cinetica.

A Roma Palazzo Barberini celebra Pasolini

Anche Palazzo Barberini rende omaggio a Pierpaolo Pasolini a un secolo dalla nascita. Fino al 12 febbraio si potrà visitare la mostra Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo - Il corpo veggente, a cura di Michele Di Monte, che rientra nel progetto espositivo Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO coordinato e condiviso dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica con l’Azienda Speciale Palaexpo di Roma e il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Il percorso si snoda come una sorta di montaggio visuale dove i 140 pezzi esposti, tra fotografie, libri, dipinti, illustrano il potere delle immagini. Trasfigurate dall’obiettivo poetico di Pasolini che ne esalta la carica espressiva, le immagini si fanno testimoni del mistero sacro e mondano al tempo stesso del nostro rapporto con la realtà e con la storia. Dal precoce contatto di Pasolini con la storia dell’arte durante il corso all’Università di Bologna tenuto da Roberto Longhi, il visitatore è invitato a percepire la “potenza rivelatrice del corpo nudo” attraverso la pittura dei manieristi fiorentini, di Caravaggio e dei caravaggeschi. Se Il corpo dello scandalo concentra l’attenzione sul motivo del crocifisso, la sezione Il corpo del cordoglio accoglie le immagini della rappresentazione del lutto e dei suoi rituali. Seguono la dimensione della “corporeità popolare”, nelle sue provocatorie implicazioni antropologiche e sociali, ideologiche, economiche, politiche, e Il corpo soggetto, sezione dalla quale emerge la complessa problematica della rappresentazione visiva come forma di potere.

Nella foto: Palazzo Barberini, Allestimento della mostra Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo - Il corpo veggente
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