Da Perugino a Tiepolo, l’arte nel weekend
- di: Samantha De Martin
Le stelle dell’arte fanno tappa a Palazzo Strozzi. A Firenze il weekend si tinge dell’estro dei maggiori artisti contemporanei italiani e internazionali, da Maurizio Cattelan a Damien Hirst, da Lara Favaretto a William Kentridge. Se Perugia ci aggancia al pennello del “meglio maestro d’Italia” attraverso capolavori di Perugino, a 500 anni dalla morte, Verolanuova invita a un tête-à-tete con un Tiepolo fresco di restauro. Questo e molto altro nell’agenda del weekend alle porte.
A Verolanuova a tu per tu con Tiepolo
Dopo un lungo restauro tornano finalmente visibili al pubblico i due dipinti più grandi mai realizzati dal grande maestro veneziano del Settecento Giambattista Tiepolo. Ma c’è di più. Fino al 4 giugno nella Basilica di San Lorenzo a Verolanuova, una struttura costruita appositamente per l’occasione consentirà ai visitatori di salire a nove metri di altezza per ammirare i due capolavori a distanza ravvicinata. Realizzate intorno alla metà degli anni quaranta del Settecento su commissione della nobile famiglia Gambara, le due monumentali tele raffiguranti Il sacrificio di Melchisedec e La caduta della manna, conservate sulle pareti laterali della cappella del Santissimo Sacramento, hanno recuperato, grazie a una pulitura graduale, consistenti brani di pellicola pittorica originale, finora nascosti, assieme ai contrasti chiaroscurali. Gli interventi, coordinati a livello scientifico e organizzativo da Davide Dotti, sono stati realizzati dagli studi di restauro Abeni Guerra di Brescia e Antonio Zaccaria di Bergamo sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia. Da sabato 4 marzo a domenica 4 giugno gli orari saranno i seguenti: sabato 11-13 (ultimo ingresso ore 12.40); 14.30-17.30 (ultimo ingresso ore 17.10). Domenica 10.30-13 (ultimo ingresso ore 12.30); 14.00-17.30 (ultimo ingresso ore 17).
A Milano una mostra su Pompeo Marchesi
La Galleria d’Arte Moderna di Milano rende omaggio allo scultore ottocentesco Pompeo Marchesi a 240 anni dalla nascita. Allievo di Canova, amico e coetaneo di Francesco Hayez e trait d’union nel passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo, fu brillante icona nel vivace ambiente della Milano tra Impero napoleonico e Restaurazione. Con la mostra Neoclassico e Romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista, a cura di Omar Cucciniello, allestita nelle sale al piano terra della Villa Reale fino al 18 giugno, prosegue il percorso di valorizzazione dei nuclei più significativi del suo patrimonio artistico. Prendendo spunto per ricostruire la raccolta dello scultore dal prezioso modello in gesso di Ebe di Antonio Canova alla Galleria d’Arte Moderna, giunto nelle collezioni civiche proprio in seguito al lascito testamentario di Marchesi, il percorso espositivo ricostruisce la vita e l’opera di Marchesi, conosciuto come il “Fidia meneghino” e definito da Stendhal “le sculpteur à la mode de Milan, Formatasi all’Accademia di Brera sotto gli auspici di Giuseppe Bossi e poi a Roma sotto la direzione di Canova, Marchesi è strettamente legato alla città di Milano, dove negli anni della Restaurazione ottenne un grandissimo successo partecipando ai più importanti cantieri cittadini, dall’Arco della Pace al Duomo. L’esposizione, dalla quale emerge non solo il profilo di uno degli scultori canoviani più importanti, ma anche la sua complessità di collezionista, è anche l’occasione per presentare i risultati di un’ampia campagna di restauri su sculture, bozzetti e terrecotte di Marchesi come Il Genio della caccia, la Maddalena, le terre-cotte per l’Arco della Pace.
A Firenze un viaggio tra le stelle del contemporaneo
Per celebrare i trent’anni della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, tra le più prestigiose raccolte d’arte contemporanea a livello internazionale, Palazzo Strozzi accoglie fino al prossimo 18 giugno opere della collezione e nuove produzioni create per la mostra Reaching for the Stars. Da Maurizio Cattelan a Lynette Yiadom-Boakye. Promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, curata da Arturo Galansino, la mostra esalta il dialogo tra Palazzo Strozzi e l’arte contemporanea invitando a un viaggio attraverso i lavori dei maestri che hanno segnato l’evoluzione delle pratiche artistiche tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo.
Servendosi di strumenti quali la pittura, la scultura, la fotografia, la performance, il percorso abbraccia tematiche diverse, dalla sperimentazione dei linguaggi artistici all’immagine della donna nella società di oggi. Opere intramontabili come 1000 Names (1983) di Anish Kapoor o Love Is Great (1994) di Damien Hirst, insieme a un’ampia selezione di lavori di Maurizio Cattelan, regalano un viaggio in quarant’anni di scoperte e ricerca nell’arte contemporanea.
Perugia omaggia Perugino e il suo tempo
Il banchiere Agostino Chigi lo definì “Il meglio Maestro d’Italia”. E in effetti Perugino non fu solo il pittore delle dolcissime madonne angelicate o delle pale d’altare, ma incarnò l’identità stessa della cultura umbra diffusa nel mondo. Una mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, intitolata “Il meglio maestro d’Italia”. Perugino nel suo tempo, curata da Marco Pierini e Veruska Picchiarelli, rende omaggio al protagonista assoluto del Rinascimento, a 500 anni dalla morte. Il progetto espositivo, caratterizzato da oltre settanta opere, abbraccia i dipinti del Vannucci antecedenti al 1504, anno in cui il maestro di Raffaello lavorava a tre commissioni che segnano il punto più alto della sua carriera: la Crocifissione della Cappella Chigi in Sant’Agostino a Siena, la Lotta fra Amore e Castità già a Mantova, ora al Louvre di Parigi, e soprattutto lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, custodito oggi al Musée des Beaux-Arts di Caen (Francia). La mostra invita il pubblico a seguire i passaggi fondamentali del suo percorso: dalle prime collaborazioni nella bottega di Andrea del Verrocchio alle imprese fiorentine che sancirono la sua fortuna, dai ritratti alle monumentali pale d’altare, come il Trittico Galitzin, ora alla National Gallery di Washington, e il Polittico della Certosa di Pavia, eccezionalmente ricomposto per l’occasione.
Nella foto: Giambattista Tiepolo, Il sacrificio di Melchisedec, particolare, Verolanuova (BS), Basilica di San Lorenzo