Columbia Threadneedle Inv. - Politica, inflazione e tassi di interesse

- di: Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments
 
L’ultimo periodo è stato caratterizzato da molteplici avvenimenti, tra cui alcune elezioni, la condanna dell’ex Presidente Trump e la pubblicazione di molti dati economici. Attualmente, occorre concentrarsi sulle prospettive economiche alla luce di un imminente taglio dei tassi di interesse da parte della Bce e cosa questo significherà per i mercati finanziari. Per quanto riguarda l’andamento economico, negli Stati Uniti assistiamo ad un rallentamento dopo un anno di forte crescita, mentre le economie dell’Eurozona e del Regno Unito sono in fase di ripresa, arrivando dunque a convergere.

In particolare, il rallentamento degli Stati Uniti sembra essere un’ottima notizia perché offre la speranza che la Fed inizi a ridurre i tassi di interesse. I consumatori statunitensi non solo si trovano in una situazione di eccesso di spesa ma devono pure far fronte ad un rallentamento della crescita del reddito reale: la conseguenza è un rallentamento dell’economia generale. Nel breve termine, dunque, non si prospetta un rischio di recessione, anzi una domanda più debole dovrebbe aiutare a ridurre l'inflazione. I dati sull’occupazione in uscita nel fine settimana forniranno probabilmente un’ulteriore conferma del rallentamento economico in atto. Grazie all’ottimismo dei mercati, che hanno prezzato un taglio dei tassi negli USA, ci sono le basi affinché si verifichi un rally. Nonostante l’inflazione vischiosa, dovuta in particolare ai prezzi degli affitti e al loro peso negli indici di inflazione statunitensi, prevediamo una discesa lenta ma graduale dei tassi di interesse.

Per quanto riguarda l’Eurozona, la promessa della Bce di tagliare i tassi durante la riunione di questa settimana fa sì che i mercati si concentreranno su ciò che Christine Lagarde dirà nella sua conferenza stampa. È probabile che offrirà una prospettiva neutrale e che i tassi scenderanno di un quarto di punto percentuale ogni trimestre nel corso del prossimo anno. Pur essendo una prospettiva pienamente scontata, si tratta comunque di un fattore positivo, insieme alla ripresa della crescita. A tal proposito, la Deutsche Bank ha rivisto le sue previsioni per il 2024, aggiungendo mezzo punto percentuale: si tratta di un cambiamento importante. Gran parte del miglioramento è dovuto all’alto tasso di risparmio dei consumatori, coadiuvati anche da una crescita del reddito reale.

Nel Regno Unito la situazione è simile, se non addirittura molto più amplificata. Infatti, i recenti dati economici mostrano molta più resilienza del previsto e l’inflazione in discesa. Tuttavia, un problema è rappresentato dall’inflazione salariale che, sebbene sia in calo, rimane comunque troppo alta. I dati di questa settimana probabilmente lo confermeranno. L'aumento del 10% del salario minimo è in gran parte responsabile, ma l'inflazione salariale dovrebbe rallentare notevolmente in futuro. Un altro aspetto negativo riguarda le bollette energetiche. Sebbene queste siano scese di molto e continueranno a farlo anche a luglio, il tetto massimo dei prezzi di ottobre sembra essere di 1.762 sterline, un valore che, se confermato, significherebbe un aumento del 12%. Ciò riflette a sua volta un aumento dei prezzi del gas naturale. Questo contesto permette alla BoE di rimanere in attesa fino alla fine del mese, non volendo, inoltre, tagliare i tassi durante la campagna elettorale. Dunque, prevediamo che il primo taglio avverrà durante la riunione di agosto, in anticipo rispetto alle previsioni dei mercati.

Alla luce di queste dinamiche di ripresa economica, calo dell’inflazione e riduzione dei tassi di interesse, il contesto appare positivo sia per le obbligazioni che per le azioni.
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