Colombi. Green pass obbligatorio: stemperare le tensioni e ricucire le divisioni sociali

 
Dal prossimo 15 ottobre scatteranno le nuove disposizioni previste dal decreto 127 sull’obbligo di green pass per tutti i dipendenti pubblici e privati, senza il quale non si potrà accedere al proprio luogo di lavoro. Coloro che non saranno in grado di esibire le prescritte certificazioni anti-Covid verranno considerati assenti ingiustificati e privati della retribuzione per ogni giorno di assenza fino al 31 dicembre prossimo.

Il decreto 127 è chiaro e tuttavia contiene aspetti che vanno oltre i tecnicismi. A prescindere dal giudizio etico sui comportamenti individuali, privare dello stipendio un gruppo, per quanto minoritario di lavoratori, è un provvedimento pesantissimo che può avere un pesante impatto sul piano della pace sociale inasprendo una situazione già molto sofferente. Non possiamo ignorare che c’è in gioco la sopravvivenza delle persone e delle loro famiglie, specie se monoreddito. Né si può ignorare che il green pass obbligatorio sta creando divisioni tra i lavoratori e una recrudescenza del conflitto sociale come i fatti di sabato scorso hanno dimostrato. A nostro parere occorre stemperare le tensioni e non esacerbarle.    

Come? Estendendo il seguente principio: nessun dipendente pubblico può essere lasciato senza mezzi di sostentamento per sé e per la propria famiglia. Tale principio fu applicato anni fa ai cosiddetti furbetti del cartellino. Nei confronti dei quali il decreto 116 introdusse la sospensione della retribuzione. Tuttavia, durante la discussione parlamentare la norma venne cambiata prevedendo che ai lavoratori accusati fosse garantita una parte dello stipendio a titolo assistenziale.

Sarebbe opportuno che il Parlamento, in sede di conversione del decreto 127, tenga conto di questo precedente e si modifichi la norma sulla sospensione integrale della retribuzione nei confronti di coloro che vengono equiparati ad assenti ingiustificati per la mancata esibizione del green pass.

La tensione sociale inizia a essere davvero troppo alta e le strumentalizzazioni politiche da parte di frange irresponsabili è ormai evidente. C’è bisogno di un segnale distensivo verso il mondo del lavoro pubblico e privato. È tempo di iniziare a ricucire le spaccature e le divisioni sociali per non lasciare spazio a chi le sfrutta per scopi che nulla hanno a che vedere con la lotta alla pandemia.  

Sandro Colombi, Segretario generale della UIL Pubblica Amministrazione
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