Cofartigianato: edilizia italiana leader europea della ripresa

 
Nel corso della ripresa post-pandemia l’edilizia in Italia ha assunto il ruolo di locomotiva d’Europa de settore, una caratteristiche che viene delineata nel report dell’Ufficio Studi ‘Edilizia, incentivi e ricadute su economia e imprese’ che sarà presentato il prossimo 5 novembre a Padova al convegno ‘Edilizia, mercato, investimenti nuove sfide’ organizzato da Confartigianato Imprese, Anaepa Confartigianato Edilizia e Confartigianato Imprese Veneto e a cui parteciperanno, tra gli altri, il Presidente di Confartigianato Marco Granelli e il Presidente di Anaepa Confartigianato Edilizia Stefano Crestini. Qui il programma dell’evento e qui per iscriversi.

Dall’anticipazione di un confronto internazionale proposto nel report, emerge che tra il 2019 e il 2022 il recupero del valore aggiunto delle costruzioni in Unione europea è interamente sostenuto dall’aumento di 16,0 miliardi di euro dell’Italia, a fronte di un calo di 7,7 miliardi nei rimanenti 26 paesi dell’Unione. Nel dettaglio si registra un calo di 10,8 miliardi di euro di Germania, Francia e Spagna messe insieme; tra i restanti 23 paesi, 14 danno un apporto positivo al valore aggiunto con una crescita cumulata di 7,7 miliardi di euro mentre altri 9 paesi segnano un calo, complessivamente pari a 4,6 miliardi di euro.

Nel report si evidenzia il sostegno alla crescita data dai processi di accumulazione di capitale in edilizia. Nel secondo trimestre del 2022 gli investimenti in costruzioni trainano la crescita di quelli totali su base annua ed ancor di più sul pre-crisi. In un anno crescono del 13,7%, combinazione del +13,9% delle abitazioni e del +13,5% di fabbricati non residenziali e altre opere, a fronte del +10,8% del totale degli investimenti di cui rappresentano il 59,1% dell’aumento in termini assoluti; l’Italia quindi primeggia superando il +4,4% della Spagna, il +2,2% dell’Unione europea, il +0,3% della Francia e soprattutto il calo del 4,1% della Germania. Rispetto al quarto trimestre 2019, precedente allo scoppio della pandemia, l’aumento in Italia sale al +26,4%, con le abitazioni a +30,1% e le altre opere a +22,8%, a fronte del +17,5% degli investimenti totali di cui arrivano a spiegare i due terzi (66,9%) dell’aumento in termini assoluti; nettamente staccati gli altri paesi, con l’Ue che si ferma sul +3,7%, la Germania (+0,4%) e la Francia (+0,1%) sono stabili e la Spagna è in ritardo dell’8,9%.
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