Dalla Roma repubblicana alla riapertura della Casa dei Vettii, il nostro weekend dell’arte

- di: Samantha De Martin
 
La storia della Roma repubblicana, dagli inizi del V alla metà del I secolo, corre attraverso bronzi, pietre, marmi, terracotte per un totale di 1800 reperti esposti in parte per la prima volta. Accade nella capitale, punta di diamante di questo weekend all’insegna dell’arte. Se Pompei è l’altra grande protagonista grazie alla riapertura al pubblico, dopo 20 anni, della Casa dei Vettii, Milano si accende con la fotografia di Vincent Peters. Ecco la nostra agenda per un viaggio nella bellezza.

A Milano gli scatti di Vincent Peters

Un percorso scandito da ombre, riflessi, chiaroscuri, in un susseguirsi di volti noti resi familiari dall’uso della luce snocciola a Palazzo Reale fino al 26 febbraio gli scatti in bianco e nero del fotografo Vincent Peters.  Promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Nobile Agency, curata da Alessia Glaviano, Curator & Head of Global Photovogue, la mostra dal titolo Timeless Time è un invito a sfogliare 90 scatti realizzati tra il 2001 e il 2021 dal fotografo che, servendosi di un’illuminazione impeccabile, eleva i suoi soggetti a una posizione che trascende talvolta il loro status di celebrità. In questo autentico olimpo di star e celebrities che, dissolvendosi in un’atmosfera da cinema neorealista italiano, si avvicina allo sguardo del pubblico diventando familiare e riconoscibile, le fotografie diventano storie oniriche, composte da un sovrapporsi di strati che dialogano tra loro completandosi a vicenda. Il pubblico riconoscerà Kim Basinger e Monica Bellucci, Vincent Cassel, Laetitia Casta, Cindy Crawford, Penelope Cruz, Cameron Diaz, Matt Dillon, solo per citare alcuni dei personaggi al centro dei ritratti.

Felice Tagliaferri al Museo Diocesano di Brescia

Fino al 25 giugno il Museo Diocesano di Brescia ospita la personale dello scultore non vedente Felice Tagliaferri. Le mani del maestro cesenate traducono nel marmo ciò che i suoi occhi non vedono, conferendo ai lavori una straordinaria potenza espressiva attraverso la sapiente manipolazione tattile del materiale. Inserita nell’ambito del progetto “Focus inclusività” realizzato in collaborazione con l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), la rassegna propone tre opere: il Cristo rivelato (2010), realizzato su modello del Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, conservato nella cappella Sansevero di Napoli, la Pietà ribaltata (2020) ispirata alla Pietà di Michelangelo nella basilica di San Pietro nella Città del Vaticano, dove questa volta è il figlio a tenere tra le braccia la madre esausta, e la Sacra Famiglia con bambino fragile (2021) che vede la rivisitazione del soggetto con la presenza di un bimbo di circa 7 anni, con la Sindrome di Down.

La Roma repubblicana si racconta in una mostra

Fino al 24 settembre a Roma, nelle sale di Palazzo Caffarelli, ai Musei capitolini, va in scena la Roma repubblicana, dagli inizi del V alla metà del I secolo, raccontata attraverso circa1800 reperti, in parte esposti per la prima volta.  Articolata in tre sezioni, l’esposizione La Roma della Repubblica. Il racconto dell’archeologia, sfodera manufatti in bronzo, pietra locale, marmi, terracotte e ceramiche dove l’elemento di impatto è il colore. La quasi totalità delle opere in mostra non è solitamente esposta al pubblico. In molti casi si tratta di oggetti finora conservati nelle casse dell’Antiquarium, per la prima volta restaurati e mostrati ai visitatori. A questi si aggiungono le opere conservate alla Centrale Montemartini, tra le quali spiccano l’urna in marmo dall’Esquilino, una piccola scultura di capro in bronzo da via Magenta e i resti di affresco dalla cosiddetta Tomba Arieti. Dal settore museale del Campidoglio proviene invece una selezione di ritratti di età tardo-repubblicana, in parte esposti nelle sale dei Musei Capitolini, in parte solitamente conservati nei magazzini. Le testimonianze archeologiche sulle modalità di approvvigionamento idrico prima della diffusione degli acquedotti è esemplificata in mostra da decine di brocche accumulate nei pozzi di Largo Magnanapoli sul Quirinale, mentre i gruppi scultorei in pietra da Campo Verano, forse appartenenti a un monumento commemorativo, testimoniano il rango di appartenenza dei defunti.

A Pompei riapre la Casa dei Vettii

Dopo una chiusura durata vent’anni, la Casa dei Vettii riapre al pubblico più affascinante che mai grazie ad alcuni interventi di restauro. Questa domus, simbolo di Pompei, scavata tra il 1894 e il 1896, apparteneva a Aulus Vettius Conviva e Aulus Vettius Restitutus, forse due liberti arricchitisi con il commercio del vino. Lo sfarzoso arredo pittorico e scultoreo della casa riflette anche la ricchezza del territorio della città, ma anche una certa mobilità sociale che consentiva a due ex schiavi di raggiungere i ranghi più alti della società locale. Il ritrovamento, sulla parete sinistra del vestibolo, di un’iscrizione in cui una donna di nome Eutychis, “greca e di belle maniere”, veniva offerta per due assi farebbe pensare che in uno degli ambienti della casa si praticasse la prostituzione.  Particolarmente difficile si è rivelata la rimozione di strati di cera, apportati nel tempo sugli affreschi con l’intento di farli risplendere. Il giardino colonnato, che disponeva di piccole fontane, è stato restaurato con l’inserimento di copie delle statue originali conservate nei depositi del Parco archeologico, come la statua di Priapo, dio dell’abbondanza, unica nel suo genere. 

Nella foto: Casa dei Vettii | Foto: © Luigi Spina
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