Caro Lollo, tu chiamale se vuoi emozioni…

- di: Barbara Leone
 
Arieccotelo! Tu, sempre tu, ancora tu… L’incorreggibile, per cantarla con Battisti! Sono aperte le scommesse: di chi parliamo? Ma ovviamente di lui, il cognatone d’Italia: il Lollo nazionale! Lo so, siamo abituati alle sue gaffe. E dico gaffe perché resto sempre una peace&love. Alcune, a dir la verità, sono talmente esilaranti da farci pure sorridere. L’ultima, però, non mi ha fatto ridere manco per niente. Anzi. Mi ha fatto abbastanza incacchiare, per usare un eufemismo. Dal palco della recente convention nazionale di Fratelli d’Italia, infatti, il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (da pronunciare rigorosamente tutto d’un fiato) ha dichiarato che l’uomo è l’unico essere senziente sulla faccia Terra. Perché, ipse dixit, “è l’unico che è in grado di avere dati scientifici che può trasformare in azioni che permettono all’ecosistema di riequilibrarsi”. Per carità, ha precisato, “animali e piante sono importanti” (bontà sua). “Ma l’uomo è una cosa diversa”, ha detto illuminandoci d’immenso. Ma va? Siamo diversi? Non ce ne eravamo accorti. Gli animali hanno più peli di noi, più zampe e non parlano. E però, mio caro ministro, quando il mio cane mi vede scodinzola perché è felice. Mentre il mio gatto quando gli faccio le coccole è tutto un ronf ronf. E invece se gli girano le palline (che manco ha), muove la coda vorticosamente, e se vede un uccellino in aria arriccia il labbro. Se sgrido il mio cane, invece, lui abbassa le orecchie e mi guarda con aria contrita. Come le chiamerebbe queste cose? Per citare ancora Battisti, tu chiamale se vuoi emozioni. Chiunque abbia a che fare con gli animali sa perfettamente che non solo sono in grado di provarle, ma anche di esternarle chiaramente. Altrimenti non si spiegherebbero tutti quei cani che si lasciano morire quando il proprietario viene a mancare. Giusto per fare il primo esempio che mi viene in mente.

Gli animali sentono tutto, a volte molto e prima di noi. Sentono l’amore, l’assenza, il dolore… O, caro il mio ministro di tutta quella roba lì di cui sopra, lei pensa che quando i maiali vanno al macello non sentano la paura nell’aria? E il dolore fisico quando vengono scannati? Bingo! Mi sa che ho fatto centro. Perché secondo me questa sparata (l’ennesima) del Lollo nazionale ha un obiettivo ben preciso: smontare completamente tutte quelle teorie, che teorie non sono, secondo le quali gli allevamenti (specie quelli intensivi) sono dei veri e propri lager. Alla faccia del “benessere animale” tanto sbandierato da associazioni e lobby varie legate all’universo dell’agroalimentare. Benessere un fico secco! La realtà è ben altra cosa. E se fino a poco tempo fa non ne conoscevamo le variegate e crudelissime sfaccettature, oggi sappiamo per filo e per segno quello che succede. E cosa ci mettiamo nel piatto. Il vaso di Pandora è stato aperto, grazie anche a inchieste coraggiose come quella (per citare l’ultima in ordine di tempo) della bravissima collega Giulia Innocenzi, che attraverso il suo documentario “Food for profit” mostra chiaramente, prove alla mano, tutti gli inequivocabili intrecci tra industria della carne, lobby e potere politico. Ma forse il nostro ministro non l’ha visto, anche se proprio recentemente è stato proiettato in Parlamento. Ma magari il Lollo quel giorno c’aveva da fare! Gli consiglio di vederlo.
 
E gli consiglio anche di rileggersi il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea deliberato a Lisbona nel 2007 (appena appena 17 anni fa), ove all’Articolo 13 gli animali vengono definiti “esseri senzienti capaci di provare piacere e dolore”. E proprio alla luce di ciò, si legge ancora nell’articolo 13 del TFUE, si invitano gli Stati membri a “promuovere politiche responsabili verso gli animali, considerandoli non solo per l’utilità economica delle attività che li coinvolgono, ma anche in merito al loro benessere”. E quale sarebbe questo benessere? Ce lo dice l’Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (OIE), secondo cui “un animale gode di benessere quando è sano, in condizioni di confort, nutrito adeguatamente, sicuro, libero di esprimere il proprio comportamento naturale e non soffre di angoscia, dolore, paura o sofferenza”. Ma le do un’altra news, caro ministro dell’agricoltura e tutto il resto appresso! Non è solo la Ue a sancire la dignità degli animali. Ma pure la nostra Costituzione, che con la recente riforma dell’articolo 9 (avvenuta con legge costituzionale n. 1 dell’11 febbraio 2022) attribuisce alla Repubblica il compito di tutelare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi (anche nell’interesse delle future generazioni). Senza contare la valanga di studi scientifici che, pensa te, affermano ad esempio che un coniglio vive meglio fuori da una gabbia (parere scientifico EFSA, 2020) o che gli animali trasportati come cose soffrono (sempre EFSA ma anche Corte dei Conti europea) studi che dimostrano che anche i pesci provano dolore (ma chi lo avrebbe mai detto, vero ministro?).

La sensazione è che siamo di fronte ad una nuova strategia. Negare tutto, anche l’evidenza scientifica (ohibò, mica è la prima volta!), per legittimare la brutalità dello sfruttamento degli animali perché “tanto non sentono nulla”. Il tutto con un solo obiettivo: continuare ad insistere con questo sistema malato come e più di prima pur di difendere le potentissime lobby dell’agroalimentare. Perché ormai tutti sanno che i polli ruspanti e felici che vediamo in tv sono solo una grande menzogna. Meglio tornare a trattare gli animali come semplici oggetti. Magari la gente ci crede. E li vota pure.

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