Carburanti, nullo l’obbligo del cartello prezzi medi

 
Il Tar del Lazio ha annullato il decreto con il quale il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha stabilito il 31 marzo scorso le modalità dell'obbligo di comunicazione da parte degli esercenti dei prezzi dei carburanti. L'annullamento è stato deciso  in assenza della prevista e preventiva comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri e del parere del Consiglio di Stato. La decisione è contenuta in una sentenza con la quale è stato accolto un ricorso proposto da Figisc Confcommercio e Fegica Cisl.

"Grandissima soddisfazione” è stata espressa dai rispettivi presidenti, Bruno Bearzi e Roberto Di Vincenzo, secondo i quali "è una lezione in cui il ministro ha finito per coinvolgere l'Avvocatura dello Stato ed il Governo nella sua collegialità visto l'accanimento con il quale ha tentato inutilmente di difendere il suo operato e le motivazioni politico-strategiche con le quali ha sostenuto meriti e risultati inesistenti. Una lezione che si sarebbe potuto/dovuto scongiurare, se solo si fosse evitato di imporre un provvedimento pasticciato e già di per sé platealmente sbagliato. Adesso il Governo è chiamato ad affrontare con la necessaria serietà le questioni urgenti e reali che la categoria dei gestori ha finora provato inutilmente a proporre all'attenzione di un ministro per il momento ancora distratto dalle esigenze della propaganda".

Figisc: "Il calo dei prezzi dipende dalle quotazioni internazionali, non dai cartelli esposti"

Sull'inutilità del cartello dei prezzi medi per calmierare il costo della benzina, il presidente della Figisc, Bruno Bearzi, si era già espresso il 31 luglio scorso alla vigilia dell'introduzione del provvedimento. Ora Bearzi torna a parlarne per rispondere al ministro Urso che ha sottolineato come l'esposizione del prezzo medio abbia funzionato e la curva dei prezzi si sia abbassata. “Con buona pace del Ministro Urso - ha detto Bearzi - non sono certo i cartelli con i prezzi medi ad aver fatto calare i prezzi, e non certo di un terzo, secondo le sue affermazioni, ma di alcuni cent, spostando l’asticella da 2 euro a poco più di 1,9”. “Le ragioni – ha proseguito il presidente Figisc - vanno cercate in una diminuzione delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati per autotrazione, peraltro ancora in una fase di volatilità a causa della situazione in Medio Oriente. Anche gli aumenti del greggio di questi giorni non hanno influito pesantemente, perché chi decide i prezzi, le compagnie, non certo i benzinai, ha scelto di tenere un profilo basso sui margini, almeno in questa fase”. Sostenere che è il cartello a far diminuire i prezzi, secondo la Figisc, "è pura narrazione propagandistica: se il cartello, finora, non li ha fatti aumentare verso l’alto per effetto di un riallineamento verso la media, certamente non li ha fatti diminuire. Il meccanismo dei prezzi funziona sulle quotazioni dei prodotti, sul tasso di cambio e sul mantenimento di un livello stabile dei costi e margini del complesso sistema distributivo". “Non è un inutile pezzo di carta o di plastica, con un numero di pura astrazione statistica a determinare il mercato - ha concluso Bearzi - ed è fuorviante ed irresponsabile illudere il consumatore con questa narrazione”.
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