Caf, fondi statali agli sgoccioli: rischio dichiarazioni a pagamento

 
Maggio, si sa, è un mese ricco di scadenze fiscali e bonus. Sono tantissime le famiglie italiane che si rivolgono agli sportelli dei Caf che si occupano di offrire assistenza fiscale ai cittadini. Com’è noto, la maggior parte delle prestazioni sono gratuite. Almeno fino ad oggi, perché le cose potrebbero cambiare. Il rischio è concreto, e si potrebbe materializzare proprio a ridosso della scadenza per fare domanda per l’assegno unico ed i piena stagione delle dichiarazioni dei redditi. L’allarme arriva proprio dai Caf, che già a febbraio scorso avevano denunciato una situazione di grave sofferenza da parte degli uffici territoriali oberati dalle richieste Isee: oltre 4 milioni, che ad oggi sono praticamente raddoppiate. I centri di assistenza fiscale, infatti, sono già a quota 7.800.000, il 42% in più rispetto allo scorso anno che a dicembre ne aveva registrate 8,5 milioni. Che cosa è successo nel frattempo? Molto semplicemente che i fondi stanziati dallo Stato, 117 milioni di euro, sono agli sgoccioli.

Tant’è che già a febbraio Giovanni Angileri, Coordinatore della Consulta dei Caf, aveva chiesto alle Istituzioni “almeno 30 milioni per continuare a garantire il servizio gratuito alle famiglie italiane” vista la previsione di arrivare a oltre 10 milioni di pratiche da lavorare entro fine anno. Se il Governo non interviene, dunque, i cittadini quasi certamente saranno costretti a metter mano al portafoglio. “C’è un tavolo di monitoraggio - dice ora Giovanni Angileri -, quando sarà confermato che la convenzione deve essere sospesa noi non potremo che fermarci”. Per gli utenti la scelta sarà tra rinunciare al servizio oppure pagarlo, ad un prezzo che sarà fissato autonomamente da ciascun centro di assistenza ma che molto difficilmente sarà inferiore a 25 euro. “Se non ci saranno fatti nuovi - aggiunge Angileri - il pericolo è che vada a finire così, e non possiamo nemmeno escludere che singoli centri chiedano corrispettivi ancora più alti”. I prossimi giorni saranno decisivi. Dopo le interlocuzioni tecniche con l’Inps, la palla passa ai ministeri competenti, Economia in primis. Nel frattempo i più fortunati potranno continuare ad usufruire del servizio gratuitamente. Come si dice, chi prima arriva meglio alloggia.  
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