CELINE, Heidi Slimane lascia la direzione artistica (aveva raddoppiato i ricavi): al suo posto Michael Rider

- di: Barbara Bizzarri
 
Oggi, 2 ottobre, all’indomani della chiusura della fashion week di Parigi, la maison Celine ha diffuso con un comunicato una decisione di cui nel fashion system si parlava da qualche mese:
Hedi Slimane non sarà più alla guida del brand di cui era direttore artistico, creativo e della fotografia da gennaio del 2018, dando vita a un periodo in cui il brand del gruppo Lvmh “ha sperimentato una crescita eccezionale e si è affermata come una casa di couture francese iconica – si legge nella nota che, diversamente da altre rende omaggio al talento dell’ormai ex direttore creativo -.

CELINE: Michael Rider nuovo direttore creativo

La visione olistica di Hedi Slimane, il suo essere esigente e rigoroso hanno reso possibile ridefinire i codici di Celine e al contempo riaffermare la sua femminilità e le radici parigine. Ha inoltre arricchito considerevolmente territori nuovi per la maison come la moda uomo, la couture e l’alta profumeria”.
Hedi Slimane lascia dunque la direzione creativa del brand che ha guidato per 6 anni, portando i suoi fatturati, si dice, da 600 milioni a 2 miliardi e mezzo di euro. Le voci in realtà si susseguivano già dalla scorsa primavera, tanto che, in teoria, si sa già chi andrà al suo posto: Michael Rider, ex direttore creativo di Polo Ralph Lauren, che aveva già affiancato Phoebe Philo dal 2008 al 2018 guidando il prêt-à-porter della maison. Intanto il CEO di Celine Severine Merle ha dichiarato: “Sono lieta di dare il bentornato a Michael in Celine, una maison che conosce intimamente. La visione e il talento creativo di Michael, insieme alla sua natura genuina e al suo forte legame con il patrimonio di Celine, lo rendono una scelta naturale per continuare a costruire un successo duraturo per la maison”. Entusiasmo condiviso dallo stesso Rider che in una nota racconta: “Celine è una maison con valori molto vicini al mio cuore e un bellissimo patrimonio su cui costruire”. 

Tuttavia non sarà facile sostituire l’estetica e il carisma di Slimane che con la sua visione ha plasmato l’estetica attuale dedicata ai giovani belli e magri, fatta di rock anni Settanta, atmosfere indie sleaze primi Duemila e bon-ton borghese con un linguaggio fortemente rappresentativo che attira fans e compratori anche, o forse perché, in grado di andare controcorrente come quando, dopo il Covid, ha deciso di continuare a presentare le sue collezioni via video, in cui esprimere anche le sue capacità di fotografo e regista, abbandonando gli show dal vivo.

Il timing della rottura darà sicuramente corpo alle voci che danno lo stilista in arrivo da Chanel, come d’altronde voleva lo stesso Lagerfeld: sembra però difficile che, a 56 anni, con l’immensa esperienza acquisita e abituato ad avere l’ultima parola su tutto, il creativo abbia voglia di guidare un brand dalle consuetudini tanto complesse. Prima di approdare da Céline, Slimane aveva condotto le collezioni uomo Dior dal 2000 al 2007 e poi Saint Laurent, dal 2012 al 2016, poi alla guida della maison si era posto in rottura rispetto all’opera svolta prima di lui da Phoebe Philo, e la sua moda non aveva riscontrato immediati successi, tanto da costringerlo a tornare ad un’impronta più minimalista fino a trovare un suo linguaggio che ha incantato il pubblico, sempre continuando a sperimentare, dai profumi agli orologi fino alla recente linea beauty, la prima di cosmetici firmata Celine.
Adesso, nel turbine di poltrone che vede alcuni grandi nomi vaganti, come Pierpaolo Piccioli, si vocifera presto da Fendi dopo l’addio a Valentino, o John Galliano, tra le nomine più attese ci sarà proprio quella del designer parigino. 
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