Bonomi al Corriere della Sera: PNRR, errori a monte. Seguire il modello Biden

 
“Il Pnrr è nato nel giugno del 2020. Noi immaginavamo un Piano che si concentrasse a rafforzare il potenziale di crescita del Paese ma ci siamo trovati di fronte a una serie di interventi a pioggia. Una parte essenziale dell'intero progetto erano le riforme, eppure non le stiamo affrontando. Il Piano era sbagliato in origine”. Così il leader degli industriali, Carlo Bonomi, in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha parlato di riforme e dei principali temi di attualità dal Pnrr, alla delega fiscale, agli appalti.

“Siamo a un bivio. O andiamo avanti rendicontando qualsiasi cosa e sprecando soldi, oppure rinunciamo ai progetti inutili concentrandoci su ciò che si può realizzare e che serve”. Per salvare il Pnrr, ha sottolineato Bonomi, “si può immaginare un sistema come Industria 5.0, basato su crediti d'imposta, nel quale la stazione appaltante finale è l'industria privata. Quella che investe. Sarebbe una politica industriale con la persona al centro, dal green, al digitale, al lavoro, alla formazione. È il modello applicato da Joe Biden con l'Inflation Reduction Act. “Il vero problema” ha aggiunto il Presidente “è la troppa burocrazia della pubblica amministrazione. Con il Pnrr ci era stato assicurato che le riforme si sarebbero fatte. Il risultato è sotto gli occhi di tutti”.

Parlando della riforma degli appalti, Bonomi ha evidenziato l’esistenza di grossi rischi perché “da un lato, molti enti possono decidere di assegnare i contratti solo alle grandi imprese per non esporsi a contestazioni, penalizzando le piccole e medie imprese. Dall'altro, ci si apre alle decisioni discrezionali dei partiti. Un codice fatto in questo modo non incide sui problemi di produttività e trasparenza”

Sulla delega fiscale, secondo Bonomi “ci sono lati positivi. Propongo da anni di far pagare meno tasse alle imprese che investono. Sarebbe giusto riconoscere sgravi anche per chi patrimonializza le imprese. Invece sono contrario agli incentivi per assumere. A creare lavoro ci pensa l'imprenditore ed è il suo dovere. Il governo deve tagliare le tasse sul lavoro riducendo il cuneo fiscale”. E ha spiegato “Le spese fiscali dedicate solo alle imprese valgono 14,3 miliardi l'anno. Sono disposto a cancellarle tutte. A patto però che i risparmi siano restituiti riducendo il cuneo fiscale e non sprecati in spesa pubblica clientelare».

Secondo il Presidente di Confindustria, anche attorno al governo Meloni ci sono polemiche inutili che distolgono l’attenzione dai temi importanti. “Oggi, con la pressione che arriva da Cina e Stati Uniti, - ha concluso Bonomi - l'industria è a rischio. Non servono risse su temi non strategici e questo vale anche per la scelta dei vertici delle aziende più importanti. Devono contare le competenze, non le affiliazioni”.
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