Newsletter
Iscriviti alla nostra Newsletter
Rimani aggiornato su novità eventi e notizie dal mondo
 

Astrazeneca apre il vaso di Pandora

- di: Barbara Bizzarri
 
Ah, il gusto amaro, almeno in questo caso, di avere avuto sempre ragione e di aver visto arrivare, come detta la nuova moda linguistica dei principali fautori dello scempio, l’enorme presa per fondelli che gravava come una spada di Damocle sugli ignari (e ignavi). In una riedizione di fascismo che quelli che oggi dicono di combattere hanno propugnato e ammantato di bontà e utilità: per i loro conti correnti, senz’altro. Adesso sappiamo come si comprano le ville palladiane se non si ha la ventura di ereditarne e si soffre di stipendi statali. 

Non si deve dimenticare che i difensori della libertà di oggi sono quelli che ieri hanno completamente ignorato o fatto finta di non vedere, mentre dall’altra parte avallavano un’inammissibile torsione della libertà individuale e collettiva, costringendo milioni di cittadini a vivere da reclusi, perché dovevano “morire come mosche” o diventare “poltiglia verde”, dovevano avere una “vita difficile” come disse un sottosegretario salvo poi ritrattare perché “ricattato”, sottoporsi continuamente a tamponi che “trapanavano il cervello”, e dicendoglielo anche in faccia e a male parole, che sarebbero stati cacciati come topi. 

Al netto di tutta questa ipocrisia, una notizia cui i media italiani non hanno dato il giusto risalto ma che echeggia oltre confine con toni diversi: Astrazeneca, trascinata in tribunale, ammette che il suo siero è pericoloso, che causa trombosi e miocarditi. La tanto decantata granitica scienza che non si poteva discutere, più simile a un dogma pagano, però, dato che la vera scienza è dubbio continuo, e continue prove, ora inchioda le pozioni salvifiche, come già accaduto con Pfizer e Moderna. Si sapeva bene, già da allora, mentre quelli compresi in ruoli che non avrebbero mai dovuto avere se non in una farsa (a pensarci bene, così è stato) si scambiavano messaggi di questo tenore: “Questa roba uccide, e adesso che facciamo?”, cui seguiva la degna risposta: “Siete matti? Volete ammazzare il vaccino?”. In effetti no, meglio i cristiani e dunque si accanivano pure su giovani e neonati, altrimenti “diamo l’idea che siamo colpevoli, invece bisogna spingere più di prima e fare finta di niente”. 

Esattamente quello che in Italia accade per ogni avvenimento correlato a questa storia. Ciò che conta è assumere un tono vago, indifferente, quasi blasé: niente risarcimenti, nessuna importanza. E così vengono palesemente ignorati i conflitti d’interesse del marito di Ursula Von Der Leyen che troneggia anche nel CdA di Pfizer, i numerosi messaggi intercorsi tra la baronessa e l’amministratore delegato del colosso farmaceutico e poi spariti, un reato per cui gli investigatori della Procura europea, che hanno sostituito i colleghi belgi, indagano l’ineffabile presidente della Comunità Europea per  interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di Sms e corruzione, oltre ovviamente al solito, familiare conflitto di interessi.  

Si dispiega pure un soave velo sulle magagne in patria di Fauci, che qui, da brava colonia, addirittura raccatta premi. Sarebbero tutti da chiamare sul banco degli imputati, dalle industrie di Big Pharma ai nostri ineffabili governanti ai virologi da salotto e da tv: dovrebbero rendere conto ai cittadini e ai tribunali del terrore, delle menzogne, dei moribondi abbandonati nella più completa solitudine, delle salme portate direttamente nei cimiteri, dei funerali negati, delle morti evitabili. Dovrebbero spiegare una crudeltà mostruosa abilmente spacciata per cura del prossimo con narrazioni studiate, prive di logica ma cariche di sentimento, mirate alla parte più irrazionale, più suggestionabile della popolazione. Loro e tutti quelli che non hanno fatto altro che mentire, e che ancora insistono per non perdere la faccia, e una coscienza invece non l’hanno mai avuta. 

L’ammissione di Astrazeneca, con tutto il suo clamore, è avvenuta in Inghilterra, dove da tre anni ha luogo un dibattito pubblico, scientifico e giornalistico, e dove hanno già provveduto a risarcire i 162 fiduciosi che non potranno più recuperare la salute. All’estero la scienza conferma che quelle misure, in Italia adottate in modo draconiano, si sono dimostrate inefficaci, perfino controproducenti, causando ripensamenti e addirittura scuse verso i cittadini oppressi, ma in Italia si continua con la propaganda di regime. I malati, la cui unica colpa è aver dato troppa fiducia a una banda spregiudicata di miserabili scappati di casa, sono ancora insultati, maledetti, chiamati assassini in un rovesciamento delle parti da travaso di bile che può avere luogo soltanto qui mentre le carceri straripano di chi ruba una lattina di tonno al supermercato. 

In effetti sì, potrebbe sembrare che qualcosa stia cambiando, ma probabilmente in senso gattopardesco visto che abbiamo di fronte una congrega che già annuncia che ci sarà ancora una pandemia, non si sa bene di cosa, “ma di certo sarà influenza”: e grazie tante, lo era anche questa, del resto l’influenza offre sempre nuove versioni per far parlare di sé, lo sanno anche i bambini. Evidentemente il giochino è piaciuto troppo e non vedono l’ora di ripeterlo. Mi ricorda una vecchia vignetta, che oggi sarebbe improponibile, in cui Dio e Allah, osservando dall’alto una pletora di devoti in proscinesi con le terga all’aria come da costume si guardano e commentano compiaciuti: che meraviglia, essere adorati è bellissimo. 
Seguici su:
Il Magazine
Italia Informa n° 3 - Maggio/Giugno 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli