Affitti brevi: Cgil e Sunia, necessario un provvedimento del Governo

 
“Sul fenomeno degli affitti brevi e delle locazioni turistiche nelle città è preoccupante l'assenza di misure organiche da parte del Governo in grado di limitare e circoscrivere una modalità di utilizzo del patrimonio immobiliare, conferendo poteri ai Comuni che oggi dispongono di pochissimi strumenti per una corretta regolamentazione su un uso virtuoso e tollerabile degli immobili. Questo anche in relazione alle criticità del settore abitativo, a un'emergenza che raggiunge livelli preoccupanti, mentre il mercato assume la locazione breve come un’utile scorciatoia per un aumento a dismisura dei canoni”. È quanto si legge in una nota congiunta di Cgil nazionale e Sunia in seguito alla pronuncia del TAR della Toscana sulla delibera del Comune di Firenze in merito all’introduzione del divieto dell’uso per residenza temporanea e delle locazioni turistiche all’interno del nucleo storico UNESCO della città.

“Questa sentenza – proseguono Cgil e Sunia – riporta all'attenzione il tema degli affitti brevi nelle città, a partire da quelle dotate di rilevanti centri storici, che penalizza le locazioni ordinarie e di durata maggiore. A quanto ci risulta il Comune di Firenze è impegnato con misure urbanistiche che vanno in una giusta direzione e che condividiamo”.

“Oggi – si ricorda nella nota – vivono in affitto quasi un milione di famiglie povere; crescono gli sfratti per morosità a testimonianza delle crescenti difficoltà nel sostenere i costi dell’abitazione; l’offerta abitativa è scarsa e aumentano gli affitti e la relativa incidenza sui redditi, soprattutto nelle città maggiori. Mancano risposte di sostegno ai redditi, non essendo stato rifinanziato né il Fondo di sostegno all’affitto, né quello per la morosità incolpevole”.

Per Cgil e Sunia “sarebbero necessarie soluzioni che diano risposte concrete al disagio abitativo, a partire da investimenti adeguati nell'edilizia residenziale pubblica. Al contrario, l’assenza di regole, limiti e compatibilità rischia di ‘drogare’ ulteriormente un mercato della locazione in forte crisi per mancanza di riposte alla necessità di alloggi a canone concordato compatibile con i redditi, su cui andrebbero concentrate ed aumentate le agevolazioni fiscali e gli incentivi”.
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