A.P.I.: A Milano, oltre il 16% delle MPMI non trova personale qualificato

 
A Milano, oltre il 16% delle MPMI associate non trova personale qualificato con conseguenze che impoveriscono non solo il capoluogo lombardo ma tutto il territorio limitrofo. Molte aziende, negli ultimi mesi, infatti, sono state addirittura costrette a rinunciare ad alcune commesse con conseguente perdita di fatturato o a posticipare investimenti tecnologici.

Come far fronte allora al mismatch tra la ricerca delle aziende e la disponibilità delle figure professionali?

Durante “Le MPMI e i giovani, un binomio di successo. Le risposte oggi per disegnare il futuro”, la tavola rotonda che A.P.I., l’Associazione delle piccole e medie industrie, ha organizzato questo pomeriggio nell’ambito del “Forum Economia Urbana 2024”, promosso dall’Assessorato Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano, istituzioni e imprenditori si sono confrontati per capire come costruire un ponte tra le generazioni, che siano di lavoratori o di imprenditori, e garantire la continuità delle imprese a Milano.

«Gli imprenditori hanno bisogno di risposte oggi per disegnare il futuro. Quasi il 55% delle associate, pur guardando con fiducia al primo semestre del 2024, ritiene che i prossimi mesi saranno caratterizzati da incertezza - ha spiegato il direttore generale di A.P.I., Stefano Valvason, all’apertura dei lavori -. Con l’appuntamento di oggi, vogliamo ribadire quanto sia rilevante l’azione delle aziende sul territorio e quanto sia improcrastinabile che si introducano strumenti concreti a sostegno del ponte generazionale, dai percorsi di conoscenza delle imprese all’indirizzo di piani di studio adatti alle sfide del mercato.

Le MPMI manifatturiere devono essere centrali nell’agenda delle istituzioni: rappresentano veicoli di innovazione sistemica e strumento di creazione di opportunità lavorative qualificate, senza dimenticare che ricoprono un ruolo fondamentale nel mantenere viva la tradizione, le conoscenze e la qualità dei prodotti, che costituiscono il nucleo della reputazione di eccellenza del Made in Italy».

Ad aprire i lavori dell’evento, che si è svolto al Luiss Hub, in via Massimo D’Azeglio a Milano, l'assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano, Alessia Cappello secondo cui «il tema del mismatch lavorativo, così come quello del ricambio generazionale e della trasmissione di competenze, sono centrali per la sopravvivenza e la crescita delle imprese della nostra città. Il dato messo in luce in occasione del ‘Forum dell’Economia urbana’ nel panel organizzato in collaborazione con A.P.I. ci dice che dobbiamo lavorare sempre più in sinergia tra istituzioni, mondo scolastico, universitario e della formazione professionale, insieme al settore privato, per fare in modo che domanda e offerta combacino. Un impegno che dall’inizio del mandato ho voluto portare avanti anche all’interno del Patto per il Lavoro di Milano, attraverso azioni, politiche attive e progetti che puntano ad avvicinare giovani e studenti a mestieri, realtà aziendali e artigianali che possono essere sottovalutate o non considerate, attraverso percorsi di affiancamento come il recente Osserva Lavoro Milano, che ha l’obiettivo di sostenere, incentivare e trattenere i giovani talenti che compiono i loro percorsi di formazione nel territorio, offrendo occasioni di ispirazione, scoperta delle loro attitudini, oltre che del valore delle tantissime opportunità professionali presenti nella nostra area metropolitana».

Presente anche Enrico Vizza, segretario generale Uil Milano Lombardia, che ha commentato «nel nostro paese dobbiamo far diventare le parole operatività. Spesso parliamo di “ponte generazionale” di Giovani, di lavoro e di opportunità senza un disegno capace di attrarre le aziende e i giovani studenti. Il Patto per il Lavoro del Comune di Milano deve essere anche questo. Questo appuntamento ci permette di pensare all’innovazione tecnologica e alla città di Milano che deve affrontare delle trasformazioni con nuove esigenze che dobbiamo saper leggere e che a nostro avviso devono essere colte come opportunità di lavoro e sviluppo per le piccole imprese, garantendo un sistema di relazioni con le Organizzazioni Sindacali e favorendo la partecipazione del sistema bilaterale dell’artigianato Lombardo attraverso prestazioni, welfare ai giovani e servizi alle imprese».

Inoltre sono intervenuti, Simone Locatelli, presidente del Municipio 2 del Comune di Milano, Carlo Monguzzi, consigliere comunale di Milano, e i rappresentanti del mondo della formazione: Angelo Candiani, presidente di ASLAM Cooperativa Sociale e Paolo Cesana, segretario generale e direttore centrale di Fondazione Luigi Clerici.

Arianna Petra Fontana, presidente della consulta di Milano metropolitana APA Confartigianato ha lanciato l’evento organizzato, nella stessa location, dalle 16.30, “Una città senza botteghe? Gli artigiani e le PMI per il futuro di Milano a misura d’uomo”.

A portare la testimonianza delle imprese associate A.P.I. che operano sul territorio, Giulia Candotti, ceo di ITALFEED Srl, Giuseppe Nocita, ceo di PIPELINE Srl, Marco Ronchi, ceo di TWIG Srl, che hanno voluto, attraverso la loro storia, far conoscere la realtà delle imprese alla cittadinanza per far comprendere il valore del “mestiere di imprenditore” e del lavorare in una MPMI.

Giulia Candotti ha raccontato che «siamo una piccola realtà con una forte brand awareness nazionale e internazionale. In Italfeed ci sentiamo al tempo stesso custodi di tradizione e conoscenza ma anche innovatori. Questa è la nostra impronta e il sentiment che trasmettiamo ai giovani professionisti che lavorano con noi. Il settore dell’animal care, nel quale operiamo, è in costante evoluzione e richiede passione ed elevata competenza. Per questo guardiamo al futuro consolidando ogni giorno il ponte tra le generazioni attraverso una costante formazione specifica, il senso di appartenenza e un clima proattivo e stimolante, elementi indispensabili alla soddisfazione e al mantenimento dei talenti in azienda. Qualifichiamo le persone in una visione olistica dell’azienda, geneticamente orientata a criteri di ESG e di un work life balance capace di esprimersi anche nell’arricchimento professionale. Italfeed non poteva che nascere a Milano grazie al suo clima internazionale pronto a raccogliere le sfide».

Giuseppe Nocita ha sottolineato che «Pipeline ha 30 anni e viviamo di tecnologie innovative, abbiamo dovuto reinventarci già quattro volte nella nostra storia, anche per questo misuriamo l’evoluzione e le differenze che contraddistinguono l’inserimento nel mondo del lavoro. Cerchiamo di scatenare la curiosità e la voglia di incidere nelle ragazze e ragazzi che incontriamo. Per noi è essenziale e premiante certificare le competenze in modo oggettivo, grazie anche alla business unit di formazione interna. Oggi siamo al 5° ciclo di rinnovamento e nuovamente alla ricerca di figure professionali qualificate, con esperienza, inclinazione e formazione diverse e varie».

Marco Ronchi ha evidenziato che «il nostro tessuto produttivo ha un enorme valore che chiede di essere guidato dalle nuove generazioni. Perché questo si avveri si deve garantire loro autonomia di espressione nei processi di cambiamento, valorizzando le competenze in grado di sostenere l’inevitabile incertezza a cui andiamo incontro».

«Non è più solo il “marchio” della grande azienda ad attrarre i talenti - ha spiegato Luciana Ciceri, vicepresidente di A.P.I. -. Gli imprenditori si sono resi conto che è necessario lavorare su progetti ESG e di hiring più strutturati, sviluppare lo storytelling e la community aziendale, trattenere i talenti con piani di welfare e una premialità maggiore.

Per questo A.P.I. ha dato vita al progetto “Anche io lavoro per una PMI”, grazie al quale tanti giovani si sono avvicinati alle imprese e sono stati creati rapporti di collaborazione strutturata e continuativa con le Università e gli istituti tecnici e professionali del territorio. Sono state istituite, per esempio, borse di studio per studenti meritevoli e sono nati "Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento" (PCTO). Dalle esperienze condivise sono nate anche, per alcuni giovani, delle opportunità di lavoro nelle nostre imprese associate. Rimane però ancora molto da fare per colmare un gap sempre più evidente e problematico».
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