Usa: si allunga la 'black list' di aziende cinesi, ora tocca al materiale per pannelli solari

- di: Brian Green
 
L'amministrazione Biden ha disposto il divieto di importazione negli Stati Uniti di un materiale chiave per i pannelli solari dalla cinese Hoshine Silicon Industry, sospettata di ricorrere a pratiche di lavoro forzato cui sarebbero sottoposti gli uiguri e appartenenti ad altre minoranze musulmane nello Xinjiang. Il provvedimento riguarda, anche se con dei limiti, altre tre società cinesi, una delle quali - la Xppc - ritenuta sotto controllo diretto del governo di Pechino.

Le altre società aggiunte alla ''lista nera'' economica degli Stati Uniti sono: Xinjiang Daqo New Energy, controllata di Daqo New Energy; Xinjiang East Hope Nonferrous Metals, una sussidiaria del colosso manifatturiero East Hope Group, con sede a Shanghai; Xinjiang GCL New Energy Material, che fa parte della holding GCL New Energy.
Secondo il Dipartimento del Commercio americano, le società "sono state implicate in violazioni e abusi dei diritti umani nell'attuazione della campagna cinese di repressione, detenzione arbitraria di massa, lavoro forzato e sorveglianza ad alta tecnologia contro uiguri, kazaki e altri membri di minoranze musulmane nello Xinjiang".
Almeno alcune delle società elencate dal Dipartimento del Commercio sono importanti produttori di silicio monocristallino e polisilicio utilizzati nella produzione di pannelli solari.
L'effetto immediato delle restrizioni sarebbe di portata limitata in quanto le società destinatarie del provvedimento non hanno contratti di grande importanza con società produttrici di wafer (un semiconduttore, usato in elettronica, spesso a base di cristallo di silicio) con sede negli Stati Uniti.

"Tuttavia, vediamo la possibilità che il divieto si estenda gradualmente per includere restrizioni su tutti i moduli solari che contengono polisilicio prodotto nello Xinjiang", hanno affermato fonti del Dipartimento del Commercio.
I produttori di moduli cinesi potrebbero comunque ancora utilizzare il polisilicio della Mongolia interna e dello Yunnan per le loro spedizioni verso gli Stati Uniti. Circa il 45 per cento di tutto il silicio policristallino utilizzato per i moduli solari viene prodotto nello Xinjiang, con il 35 per cento prodotto in altre parti della Cina. Il resto viene dall'esterno della Cina.

La catena di approvvigionamento globale dell'energia solare è stata schiacciata da costi record per polisilicio, manodopera e trasporto.
L'amministrazione americana a marzo ha annunciato l'obiettivo di ridurre il costo dell'energia solare del 60% entro i prossimi 10 anni. Il presidente Biden, da parte sua, ha fissato l'obiettivo di una rete elettrica pulita al 100% entro il 2035. La regione dello Xinjiang rappresenta circa il 45% della fornitura mondiale di polisilicio utilizzabile nella tecnologia solare, secondo un rapporto degli analisti del settore.
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