Il nuovo rapporto World Intangible Investment Highlights, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale in collaborazione con la Luiss Business School, evidenzia una forte crescita, durante lo scorso anno degli investimenti in beni immateriali (software, dati, marchi e IP), aumentati a un ritmo tre volte più alto rispetto a quelli materiali.
Rapporto Wipo – Luiss Business School 2025: crescono investimenti immateriali
I dati mostrano un calo degli investimenti fisici da parte delle imprese, causato dagli alti tassi di interesse e da un'incerta ripresa economica, mentre quelli su asset immateriali sono saliti, per via del loro ruolo chiave nei processi di innovazione, fondamentali per mantenere la competitività: durante il 2024, il valore medio di tali investimenti in 27 economie ad alto e medio reddito ha toccato quota 7.600 miliardi di dollari, salendo rispetto ai 7.400 miliardi registrati nel 2023.
Gli Stati Uniti sono il principale investitore al mondo in beni immateriali a livello di valore assoluto, quasi il doppio dell'investimento complessivo di Francia, Germania, Giappone e Gran Bretagna, che li seguono nella classifica.
La quota più degli investimenti immateriali sul PIL è della Svezia, (16%), seguita da Stati Uniti, Francia e Finlandia, tutti al 15%, mentre India e Brasile si contraddistinguono tra le economie in grande sviluppo (rispettivamente circa il 10% e l'8,5%).
Focus del rapporto 2025 sull'impatto che l'Intelligenza Artificiale ha avuto sugli investimenti, pubblici e privati, capace di generare due trasformazioni: la prima, necessaria per l'installazione di capacità, con investimenti su chip, data center e infrastrutture tecnologiche, mentre la seconda è legata ai cambiamenti strutturali, con le aziende costrette a riorganizzare processi e competenze del capitale umano, in modo da integrare l'AI nei modelli di business.
Daren Tang, Direttore Generale WIPO (nella foto), ha dichiarato: “Siamo di fronte a un cambiamento strutturale nel modo in cui le economie crescono e competono. A fronte dell’incertezza globale, le imprese rafforzano gli investimenti in asset intangibili come dati, software, proprietà intellettuale e know-how. Una tendenza che avrà impatti significativi anche sulle politiche pubbliche.”
Cecilia Jona-Lasinio, Full Professor of Applied Economics della Luiss Business School e co-autrice del rapporto, ha commentato: “Il costante rafforzamento degli investimenti immateriali riflette il loro ruolo chiave per la produttività e la crescita. Nell’era dell’IA, ciò riguarda sempre più la necessità di investire in software, dati, capitale umano e organizzativo”.