Welfare in trasformazione, ISSIM fotografa il lavoro che cambia
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Lo scenario del lavoro italiano mostra segni di trasformazione profonda, tra il bisogno crescente di supporto psicologico, la fatica nel conciliare vita privata e professionale e le persistenti disuguaglianze generazionali e di genere. A dirlo è la nuova ricerca “Scenari Welfare” promossa da ISSIM, associazione apolitica e senza scopo di lucro specializzata nel welfare aziendale, in collaborazione con AstraRicerche. Lo studio, condotto su un campione di oltre 800 lavoratori italiani tra i 18 e i 65 anni, fornisce una fotografia aggiornata dei bisogni emergenti nei luoghi di lavoro.
Welfare in trasformazione, ISSIM fotografa il lavoro che cambia
Il dato più rilevante è forse l’interesse espresso da oltre la metà degli intervistati (57,4%) verso l’adozione di servizi di ascolto digitale aziendale, con l’obiettivo di affrontare difficoltà personali e professionali. In un mondo del lavoro sempre più remoto e accelerato, il benessere mentale si conferma la priorità per il 32,1% dei lavoratori, superando le preoccupazioni organizzative e familiari. Oltre il 42% vorrebbe partecipare a colloqui online periodici per monitorare il proprio stato emotivo: un segnale forte che il counseling digitale non è più un’opzione d’emergenza, ma una necessità strutturale per il welfare del futuro.
Generazioni a confronto: il disagio dei più giovani
La frattura generazionale all’interno delle aziende emerge con chiarezza: il 56,6% dei lavoratori ritiene che i giovani ricevano un trattamento meno favorevole rispetto ai colleghi più anziani, un sentimento particolarmente diffuso tra gli under 35. Nonostante ciò, i giovani sono riconosciuti come una risorsa: quasi la metà del campione (47,6%) apprezza la loro familiarità con la tecnologia, e il 29,7% ne valorizza l’energia positiva in azienda. Tuttavia, il punto critico resta il dialogo: il 59,3% degli intervistati individua nei momenti di ascolto — colloqui e supporto digitale — uno strumento essenziale per costruire relazioni più eque e produttive.
Equilibrio vita-lavoro: una sfida ancora aperta
Solo il 13,1% dei lavoratori italiani riesce a conciliare serenamente attività professionale e vita privata. Per la maggioranza, si tratta di un equilibrio difficile: il 51,3% lamenta stress e pressione nella gestione del tempo, mentre il 43,8% segnala una cronica mancanza di spazio per sé e per la famiglia. Le rigidità organizzative e la reperibilità costante aggravano la situazione. E sebbene oltre metà dei lavoratori affermi di cavarsela abbastanza bene, solo il 40,7% percepisce un reale ascolto da parte delle aziende. Il sostegno concreto, infatti, è giudicato “molto presente” solo dall’8,4%.
Empowerment femminile: bene le multinazionali, in ritardo le PMI
L’empowerment femminile risulta maggiormente presente nelle grandi imprese e multinazionali, dove quasi la metà dei lavoratori rileva azioni concrete in tal senso. Le piccole e medie imprese, invece, appaiono più lente nel riconoscere e valorizzare il ruolo delle donne, soprattutto per quanto riguarda flessibilità e percorsi di crescita. Le lavoratrici intervistate chiedono misure tangibili: orari adattabili, opportunità di sviluppo professionale e strumenti di ascolto continuo. Un approccio, sottolinea ISSIM, che consente non solo di contrastare le disuguaglianze di genere, ma anche di rafforzare l’intero capitale umano delle organizzazioni.
Diversità, equità e inclusione: un tema divisivo ma centrale
Il 72,3% dei lavoratori riconosce l’importanza dei programmi di Diversità, Equità e Inclusione (DE&I), con priorità attribuite a genere, età e disabilità. Tuttavia, la ricerca rivela un clima ambivalente: se il 36,2% considera un errore l’abbandono di questi programmi, un numero quasi identico (36,1%) auspica un approccio più equilibrato, senza eccessi ma nemmeno arretramenti. Circa un quarto degli intervistati resta scettico, temendo effetti negativi sul principio di merito. ISSIM sottolinea però che, al di là del dibattito, la sensibilità verso questi temi resta alta, e che occorre lavorare su modelli inclusivi efficaci e condivisi.
Un welfare aziendale in evoluzione
“Abbiamo voluto ascoltare i lavoratori nel momento in cui le trasformazioni sociali e lavorative sono più rapide che mai” ha dichiarato Laura Bruno, presidente di ISSIM (nella foto). “Il nostro obiettivo è offrire alle aziende strumenti aggiornati per costruire ambienti più umani e resilienti”. Le fa eco Roberta Barge, direttrice dell’associazione: “L’ascolto digitale è uno strumento strategico. È tempo che le imprese lo integrino nelle loro policy, per promuovere un benessere reale e condiviso”.
Il messaggio è chiaro: il welfare aziendale non può più limitarsi a benefit standard. Deve diventare un sistema integrato e personalizzato, capace di leggere le nuove esigenze dei lavoratori e tradurle in azioni concrete. Solo così, secondo ISSIM, sarà possibile affrontare le sfide del futuro del lavoro.