Il “caso Bezos” e l’indotto turistico di Venezia: i numeri non tornano
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Quando la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha parlato di “oltre un miliardo di euro” portato a Venezia dal matrimonio di Jeff Bezos e Lauren Sánchez, ha offerto un’immagine potente, ma economicamente difficile da sostenere. L’evento, celebrato in forma privata tra Ca’ Vendramin e la Basilica di San Marco, ha certamente generato un’attenzione mediatica internazionale, ma gli strumenti standard di misurazione economica non consentono di supportare la stima di un impatto diretto di tale entità. Per comprendere la portata dell’affermazione, è necessario confrontare la cifra con il valore complessivo del turismo veneziano.
Il “caso Bezos” e l’indotto turistico di Venezia: i numeri non tornano
Secondo l’ultimo report dell’Osservatorio Regionale del Turismo del Veneto, il valore economico del turismo a Venezia si aggira intorno ai 2,5 miliardi di euro annui (dati pre-pandemia), suddivisi tra spesa per pernottamenti, ristorazione, attività culturali, commercio e trasporti. Nella sola città lagunare, il numero di presenze turistiche annuali ha superato i 13 milioni nel 2023, con una spesa media pro capite giornaliera che si attesta intorno ai 150 euro. A fronte di questi dati, l’idea che un solo matrimonio – seppur extra-lusso – possa generare da solo circa il 40% dell’intero fatturato annuo del comparto appare del tutto irrealistica.
La dimensione reale dell’evento
Sulla base delle informazioni note, il matrimonio di Bezos ha coinvolto poche centinaia di ospiti, con prenotazioni di hotel e servizi di fascia altissima, affitti di location esclusive e spese per logistica, sicurezza e catering di lusso. Le stime più generose parlerebbero di un valore diretto tra i 10 e i 20 milioni di euro. Un impatto importante, ma comparabile a quello di un evento fieristico di rilievo o a una piccola manifestazione culturale internazionale. Nessun elemento, tuttavia, consente di stimare un moltiplicatore in grado di avvicinare anche solo lontanamente la soglia del miliardo.
Il valore simbolico e il ritorno mediatico
Diverso è il discorso sul piano del ritorno d’immagine e della pubblicità indiretta. Secondo i benchmark del settore, la visibilità mediatica globale di eventi luxury può generare, nel medio periodo, un effetto promozionale valutabile tra i 5 e i 50 milioni di euro in termini di Equivalent Advertising Value (EAV), cioè la spesa che sarebbe necessaria per acquistare lo stesso spazio mediatico tramite canali tradizionali. Anche sommando questo valore all’impatto economico diretto, il bilancio resta comunque distante dalla cifra annunciata.
La questione dell’accountability
Il nodo non riguarda solo la sovrastima quantitativa, ma la modalità con cui vengono comunicate le politiche turistiche. In assenza di indicatori ufficiali o di stime indipendenti, le dichiarazioni istituzionali si affidano spesso a logiche di marketing, più che a un’analisi economica fondata. In un comparto che vale oltre 9% del PIL italiano e dà lavoro a più di 3,5 milioni di persone, una valutazione rigorosa dell’efficacia delle strategie promozionali è cruciale, anche per calibrare gli investimenti pubblici. La narrazione del lusso come leva strategica rischia, in assenza di dati, di trasformarsi in retorica.
Un comparto che ha bisogno di analisi, non slogan
Il turismo veneziano, sebbene in ripresa, è alle prese con sfide strutturali: sovraffollamento, impatto ambientale, difficoltà di governance. Nel 2023 il numero di presenze ha superato i livelli del 2019, ma la distribuzione della ricchezza resta sbilanciata a favore di poche aree centrali e di grandi operatori. Eventi iconici come il matrimonio Bezos possono rappresentare occasioni di promozione, ma non possono sostituire una strategia fondata su sostenibilità, destagionalizzazione e redistribuzione territoriale dei flussi. Per questo, più che stime fantasiose, servono numeri chiari e strumenti di monitoraggio condivisi.