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Incredibile in Texas: il governatore chiede l’arresto dei dem in esilio

- di: Marta Giannoni
 
Incredibile in Texas: il governatore chiede l’arresto dei dem in esilio
Guerra totale sul gerrymandering: i democratici fuggono dal Texas, Abbott mobilita la polizia, gli Stati Blu pronti alla controffensiva.

È uno scontro politico senza precedenti negli Stati Uniti: il governatore del Texas, Greg Abbott, ha ordinato l’arresto dei legislatori democratici in esilio, mentre decine di deputati Dem hanno lasciato lo Stato pur di bloccare una nuova mappa elettorale voluta dai repubblicani, su pressante richiesta dell’ex-presidente Donald Trump.

Un piano dalle conseguenze esplosive

Il piano repubblicano mirava a ridisegnare i collegi congressuali del Texas, aggiungendo fino a cinque seggi favorevoli ai GOP, con l’obiettivo di consolidare la maggioranza alla Camera nel 2026. Trump avrebbe espressamente chiesto al governatore Abbott di spingere per questo risultato.

Alla sessione straordinaria convocata il 21 luglio, i democratici hanno opposto resistenza fuggendo nello Stato e rifiutandosi di rientrare: una strategia chiamata “quorum break”, che ha impedito di raggiungere il quorum (2/3 dei 150 membri del Congresso del Texas).

La reazione di Abbott: arresti, multe e rimozioni

Il 4 agosto 2025, la Camera texana ha votato (85 a 6) per emettere mandati civili d’arresto contro i deputati Dem assenti, affidando al sergente-at-arms e alla Texas Department of Public Safety il compito di rintracciarli. Abbott ha ufficialmente ordinato l’arresto e il rientro immediato in Aula.

Abbott ha inoltre minacciato multe da 500 $ al giorno per ogni deputato assente, e ha evocato un parere dell’Attorney General Ken Paxton del 2021 che autorizzerebbe la rimozione automatica dalla carica per “abbandono di ufficio” tramite un'azione legale presso un tribunale. Anche accuse penali per violazione delle norme contro la corruzione sono sul tavolo, se emergessero finanziamenti esterni finalizzati a coprire le multe.

I democratici resistono: “venite a prenderci”

I rappresentanti Dem non si sono lasciati intimidire: la Texas House Democratic Caucus ha replicato secca: “Come and take it”, invitando simbolicamente le autorità a tentare l’arresto. Gran parte di loro si trova in Illinois, New York e Massachusetts, ben al di fuori della giurisdizione dello Stato texano.

Governatori Dem come JB Pritzker (Illinois) e Kathy Hochul (New York) hanno invece aperto braccia e strutture per ospitarli, esprimendo la loro solidarietà contro quella che definiscono una manovra anti-democratica. Hochul ha dichiarato: “We are at war. The gloves are off.”

Le conseguenze nazionali: contrattacco democratico in arrivo

La battaglia in Texas si estende a livello nazionale. Stati Blu come California e New York annunciano piani per ridisegnare i collegi in senso opposto e arginare l’avanzata repubblicana. Il presidente del partito Democratico americano Ken Martin ha richiamato il partito alla “risposta simmetrica” contro il gerrymandering GOP.

Nel frattempo, il progetto di legge sul redistricting resta bloccato, così come altri temi urgenti, quali gli aiuti per le alluvioni devastanti nel centro del Texas e una controversa proposta anti-aborto / “bathroom bill” che avrebbe spinto restrizioni draconiane sul diritto delle persone transgender.

Un precedente storico, ma… niente è come prima

I democratici in Texas avevano già usato la fuga collettiva nel 2003 e nel 2021 per bloccare leggi repubblicane, con procedimenti di arresti simbolici e interventi legali. Tuttavia, questa escalation è molto più grave: stavolta un ex-presidente è coinvolto direttamente, e le conseguenze potrebbero trasformarsi in battaglie giudiziarie e rimosse ufficiali.

L'America di Trump diventata un campo di battaglia 

La scena politica che emerge dal Texas somiglia a un campo di battaglia. Da un lato, il governatore Abbott e Trump spingono per una mossa drastica: quintuplicare il potere repubblicano a Capitol Hill. Dall’altro, i democratici usano metodi d’urto fatti di resistenza civile istituzionale. Al centro, una serie di nodi legali e costituzionali tutta da interpretare: rimozione automatica degli eletti, validità dell’arresto fuori dallo Stato, e il confine tra protesta politica e derelizione del mandato pubblico.

Se è vero che il Texas non ha mai affrontato una crisi simile, è altrettanto certo che questa battaglia sta già galvanizzando l’attenzione di Washington e degli Stati Blue, con ripercussioni territoriali su tutta l’America politica.

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