Usa: indagine su l'esistenza di una lobby dietro la grazia presidenziale

- di: Brian Green
 
L'istituto della grazia è una prerogativa di cui si sono avvalsi molti presidenti americani e non sempre perché i destinatari del provvedimento versassero in precarie condizioni di salute o per avere scontato gran parte della pena senza macchiarsi di altre.
Ma, a leggere le notizie che oggi si vedono sui maggiori quotidiani, televisioni e siti americani, se la faccenda non fosse terribilmente seria, ci sarebbe da ridere. Perché, secondo alcuni media, il Dipartimento di Giustizia sta indagando su un presunto "schema di lobbismo segreto", che è stato messo in atto per ottenere clemenza dal presidente Donald Trump in cambio di alcuni benefici. Emergerebbe questo dalla lettura di alcuni documenti resi noti dal tribunale distrettuale del distretto federale di Columbia.

In un documento di venti pagine, in particolare, al di là degli omissis che ne coprono ampie parti, si capisce che gli avvocati della procura stiano indagando su un'ipotesi di corruzione. Per questo, in un'istanza rivolta al tribunale, è stato chiesto l'accesso a documenti che riguardano almeno tre persone, compreso un avvocato, ottenuti in base a un mandato di perquisizione.

Negli Stati Uniti, come altrove, le comunicazioni che intercorrono tra un avvocato ed i suoi clienti sono tutelate dal rapporto di riservatezza che però, secondo la procura, non si evidenzia in questo caso avendo l'avvocato in questione non agito in qualità di consulente e che le comunicazioni erano collegate ad attività criminali.
L'inchiesta ha avuto impulso dopo che in agosto il giudice che ha preso in esame l'istanza della procura ha acconsentito alla richiesta di acquisizione dei documenti del tribunale.

Gli omissis, tra gli altri, nascondono l'identità delle persone potenzialmente coinvolte o la cronologia del presunto progetto.
Dalla lettura delle parti visibili dell'istanza della procura si capisce che comunicazioni che coinvolgono almeno un avvocato sono state sequestrate in un ufficio perquisito prima della fine dell'estate.

Oltre ai documenti, il Dipartimento di Giustizia ha sequestrato più di cinquanta dispositivi digitali, inclusi iPhone, iPad, laptop, chiavi USB, computer e dischi rigidi esterni.
Secondo i pubblici ministeri, dalla loro attività investigativa è emersa l'esistenza di uno schema di "lobbying segreto" e una "cospirazione di corruzione". L'ipotesi è che in cambio della grazia presidenziale (o della misura alternativa della remissione della pena) esistesse la possibilità di una dazione di denaro, alla Casa Bianca o ad un comitato di azione politica.
I documenti menzionano inoltre due persone che hanno agito come lobbisti nei confronti di alti funzionari della Casa Bianca - verso i quali ci sarebbe stato un tentativo di corruzione, portata avanti tramite intermediari - e la procura avrebbe ora intenzione di mettere a confronto le tre persone su cui indaga ed alle quali si sarebbe arrivati fortuitamente nell'ambito di una diversa indagine.
I tempi dell'inchiesta si prospettano comunque molto lunghi. Il giudice ha ordinato al governo di depositare, entro il 30 novembre 2021, un rapporto sullo stato del caso al fine di indicare se ulteriori informazioni possono essere rese pubbliche.

Donald Trump ha bollato le indagini come "fake news", anche se nelle ultime ore si moltiplicano le indiscrezioni sulla possibilità che egli conceda una "grazia preventiva" ai figli maggiorenni (Donald jr, Eric e Ivanka) , al genero, Jared Kushner, ed anche a Rudolph Giuliani. Il timore di Trump, dice il New York Times, è che una volta uscito dalla Casa Bianca, i democratici cerchino di colpire figli e braccio destro, come effetto di una vendetta postuma.
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