UniCredit e Banco BPM: le implicazioni dell'offerta secondo Scope Ratings

- di: Barbara Bizzarri
 
L’offerta di UniCredit per l’acquisizione di Banco BPM riflette la solidità finanziaria del gruppo, sostenuta da una robusta generazione di utili, una capitalizzazione di mercato in crescita e un’efficace gestione delle attività ponderate per il rischio. Secondo Scope Ratings, UniCredit può contare su uno dei più grandi buffer di capitale nell’Unione Europea. Alla fine di settembre 2024, il gruppo vantava un coefficiente CET1 con un margine di 593 punti base oltre i requisiti minimi regolamentari, garantendo ampio margine per manovre strategiche. L’offerta in azioni per Banco BPM, infatti, eroderebbe solo 70 punti base del coefficiente CET1.
Questa operazione, oltre a consolidare la posizione di UniCredit come secondo maggiore gruppo bancario in Italia, aumenterebbe significativamente la sua quota di mercato nei prestiti e nei depositi, rispettivamente al 15% e al 14%, rispetto al 9% attuale. L’espansione rafforzerebbe anche il potere di determinazione dei prezzi, specialmente nelle regioni economicamente più dinamiche del nord Italia, come Lombardia, Piemonte e Veneto.

Tuttavia, Scope Ratings sottolinea alcune criticità legate all’accordo. La maggiore esposizione al mercato italiano aumenterebbe la dipendenza del gruppo dal contesto economico nazionale, accrescendo il rischio se il costo del debito sovrano italiano dovesse subire pressioni al rialzo. L’acquisizione di Banco BPM porterebbe infatti al 56% la quota di ricavi generata in Italia, rispetto al 46% nei primi nove mesi del 2024, ridimensionando così gli sforzi recenti di UniCredit per diversificare la propria presenza geografica e rafforzare l’impronta paneuropea.

Un altro aspetto critico riguarda l’integrazione di Banco BPM, un gruppo nato dalla fusione di banche cooperative, che presenta una struttura organizzativa complessa e una cultura aziendale differente. Questa sfida operativa rappresenta un rischio di esecuzione significativo. Inoltre, UniCredit potrebbe dover migliorare l’offerta per convincere azionisti e management di Banco BPM, una prospettiva che potrebbe generare tensioni con i propri investitori.
L’accordo, tuttavia, presenta anche vantaggi strategici. Se Banco BPM riuscisse ad acquisire Anima Holding, il più grande gestore patrimoniale indipendente in Italia, l’acquisizione da parte di UniCredit rafforzerebbe in modo sostanziale la sua divisione di gestione patrimoniale, consolidando ulteriormente la posizione competitiva del gruppo.

Dal punto di vista del settore bancario italiano, Scope Ratings evidenzia che una fusione di successo tra UniCredit e Banco BPM ridurrebbe le opzioni per ulteriori consolidamenti, eliminando uno dei principali attori disponibili per operazioni di fusione. Questo scenario diminuirebbe anche la probabilità di formazione di un terzo grande gruppo bancario in Italia, una possibilità sostenuta da tempo dal governo.
In sintesi, l’offerta di UniCredit per Banco BPM rappresenta una mossa strategica ambiziosa, che potrebbe rafforzare significativamente la posizione del gruppo nel mercato italiano ma comporta anche rischi legati alla sua esecuzione e alla maggiore esposizione al contesto economico nazionale.
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