Ucraina: il mondo lavori per un armistizio, che non abbia vincitori o vinti

- di: Analyst
 
È il momento della ''ambiguità costruttiva''. Le Nazioni Unite, o altri mediatori, si facciano promotori per un armistizio tra Russia e Ucraina. Certamente anche la parola ''armistizio''  può non essere accettata: Putin non accetta la parola guerra.  Anche nel suo discorso del 21 settembre scorso continua ad affermare che ''lo scopo della  'operazione speciale' è la completa liberazione del Donbass''. Quindi non guerra! Ma di ostilità belliche si tratta, iniziate nel 2014, e poi con l’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 , che ha causato lutti e disperazione per migliaia di famiglie sia russe che ucraine.

Ucraina: il mondo lavori per un armistizio

Ma ora dopo i referendum nelle quattro zone del Donetsk del Luhansk , del Kerson e della Zaporizhzhia  e la cerimonia che si è svolta nella sala  San Giorgio del Cremlino il 30 settembre 2022 , che ha sancito l’annessione di questi territori alla Gran Madre Russia ''per sempre'' e dopo le parole di Putin , ci sono le condizioni per un ''cessate il fuoco'' e per l’inizio di trattative tra Russia e Ucraina. Sia ben chiaro: trattative fini a se stesse , anche con la consapevolezza che possano durare anni e anni, ma con il grande obiettivo di sospendere le ostilità portatrici di morti  e distruzioni e di disinnescare una tensione internazionale foriera di possibili annientamenti planetari con le armi nucleari. Con le ovvie e ormai reali e constatate ripercussioni di carattere economico e sociale che le sanzioni stanno producendo in Occidente, segnatamente in Europa, e nella stessa Russia. Dunque temporanea cessazione delle ostilità , sospensione delle sanzioni e programmazione di negoziati Russo-Ucraini sotto l’egida delle Nazioni Unite e di Paesi garanti.

L’inizio del negoziato ha la possibilità di prendere atto del ''de facto'' e di salvaguardare il ''de iure'' per quanto riguarda  i quattro territori . Infatti,Putin si è reso conto che l’invasione-lampo è fallita da tempo e la ''guerra'' non riesce più a sostenerla con un suo esercito incapace di ottenere risultati. Il Presidente Zelenski,   al di là delle parole con cui rivendica la legittima integrità del territorio ucraino, si rende conto che dal 2014 i quattro territori russofoni non sono recuperabili . E allora la trattativa può salvaguardare entrambi i contendenti senza arrivare a ad una conclusione. L ‘esempio delle due Coree è significativo . L’armistizio di Panmunjeon  del 1953 non è approdato ancora oggi ad un trattato di pace sottoscritto dalle due parti. Ma ha avuto la possibilità di fermare le operazioni militari che hanno prodotto milioni di morti. Così per Russia e Ucraina .

L’Ucraina, con la tregua e con la trattativa,  salvaguarda la sua integrità territoriale non accettando “de iure'' che venga meno la sua sovranità su una parte del suo territorio ; ma ''de facto'' si rende conto che i quattro territori, ''per il momento'', non sono più sotto la sua giurisdizione . L’Occidente, in particolare gli  ''anglo-statunitensi'' e l’Europa , duramente attaccati da Putin nel suo discorso del 30 settembre,  salvaguardano il principio sancito dalla Carta delle Nazioni Unite della integrità territoriale delle nazioni e dunque della illegittimità della invasione russa dell’Ucraina .

L’armistizio e il mantenimento dello ''status quo'' ha la prerogativa, se non di avere dei veri vincitori, almeno quella di non avere sconfitti e ciascuno può dire perfino di aver ottenuto il successo delle proprie posizioni e di aver salvaguardato i propri principi . Putin può rivendicare il successo della sua ''operazione speciale'' con l’annessione alla Russia dei ''quattro  territori''.

E lo rivendica in maniera ispirata citando, alla fine del suo discorso del 30 settembre, le parole ''il destino è il mio destino'' del teorico anticomunista Ivan Ilin, quando dice : ''E se considero la mia patria la Russia, significa che alla maniera russa amo, contemplo e penso; alla maniera russa canto e parlo; che credo nelle forze spirituali del popolo russo e ne accetto il destino storico con il mio istinto e la mia volontà. Il suo spirito è il mio spirito; il suo destino è il mio destino; la sua sofferenza è il mio dolore; il suo fiorire è la mia gioia''.

L’Occidente può rivendicare l’illegittimità della azione russa e la difesa del principio della integrità territoriale e della sovranità di una Nazione e l’efficacia delle sanzioni commerciali imposte alla Russia . Al tempo stesso dobbiamo augurarci, oltre alla dichiarata azione mediatrice turca, la possibile azione diplomatica della Repubblica Popolare Cinese già in atto per garantire la situazione . Se si arriverà  ad una tregua si dovrà prendere atto comunque di una sconfitta e di una vittoria . La sconfitta è quella dell’Umanità  che con la  Guerra determina lutti e distruzioni . La vittoria è quella dell’Umanita’ che ha capito che con la guerra si determinano solo lutti e distruzioni . Quindi se ''l’ambiguità costruttiva'' di andreottiana memoria potrà produrre questi risultati , sia la benvenuta.
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