Ucraina: sincere le lacrime di Giorgio Armani, ma è una scelta imperfetta

- di: Redazione
 
Giorgio Armani è grande, in ogni sua espressione, sia che si parli di moda (in tutte le declinazioni che questo fenomeno può avere), che di rispetto per i diritti di tutti. Poco importa quel che fa, perché ogni volta il ''maestro'' sa raggiungere i suoi obiettivi.

Giorgio Armani in lacrime per il conflitto in Ucraina

Per questo lui, lodato da sempre per la sua genialità, ma anche per la sua umanità, ci perdonerà se, per una volta, non ci uniamo al coro di quelli che celebrano, enfatizzandole, le sue lacrime , sgorgate copiose mentre spiegava la decisione di mandare modelle e modelli in passerella, a Milano, senza altro commento che il silenzio. In segno, ha detto riferendosi a quanto sta accadendo in Ucraina, ''di rispetto per la tragedia che si sta consumando e per le persone coinvolte''.

Davanti ai giornalisti a motivare la sua scelta, Armani ha ceduto all'emozione, cominciando a piangere lacrime che, siamo sicuri conoscendone la sensibilità, erano sincere.
Niente da dire sulla sua partecipazione al dramma che l'Ucraina, e con essa il resto del mondo, sta vivendo per le decisioni assunte a Mosca. Ci si consenta però di esprimere, almeno per questa volta, un semplice dissenso per le scelte di Armani, pur condividendone e comprendendone le finalità.

Sottrarre a una sfilata la magia di una base musicale è una scelta, di stile, di impianto scenografico, ma anche di sano pragmatismo. Ma se si decide di togliere solo la musica, la scelta è imperfetta, un ''vorrei fare di più, ma non si può'' , perché ad arrivare è un messaggio monco, un segno di protesta e partecipazione che, per essere veramente tale, forse doveva essere deciso, dai contorni netti, come taglio sulla tela. Quindi, se veramente la protesta doveva essere tale, forse sarebbe stato il caso di non sfilare, mentre gli altri lo fanno; di chiudere le ali delle meravigliose farfalle che si librano dalle creazioni di Armani; di protestare privando non solo l'udito, ma anche la vista.

Il fragore sarebbe stato ingigantito da una cosa del genere, perché le lacrime, sincere, sentite, empatiche, domani saranno dimenticate, mentre di un Armani che, nonostante l'evidente danno materiale (una sfilata costa, e non solo per la location o il compenso di chi va in passerella) , avesse deciso di spegnere le luci, oggi parlerebbe il mondo intero.
Se ci potessimo rivolgere a Giorgio Armani vorremmo ringraziarlo per un gesto che altri non hanno fatto, ma, con la schiettezza che ci contraddistingue, vorremmo dirgli che, proprio da lui, un gigante non solo della moda, ci saremmo aspettato un gesto ancora più spettacolare, non mancandogli certo il coraggio. Come insegna la sua vita.
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