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Dopo i disagi possibili cambi in Trenitalia: nomi in ballo e dibattito

- di: Matteo Borrelli
 
Dopo i disagi possibili cambi in Trenitalia: nomi in ballo e dibattito
Dopo il caos ferroviario che ha paralizzato il nord Italia lo scorso sabato, con ritardi e cancellazioni a catena, la circolazione dei treni è tornata regolare, ma le polemiche non accennano a placarsi. Il guasto alla linea aerea tra Milano Centrale e Lambrate, provocato dal pantografo di un treno ad alta velocità, ha riacceso il dibattito sulla gestione del sistema ferroviario italiano.

L’incidente e il ripristino della linea

Sabato mattina un pantografo ha danneggiato la linea elettrica tra le stazioni di Milano Centrale e Lambrate, aggravato poi dal passaggio di un secondo treno che ha causato la caduta di un conduttore. Nonostante i timori iniziali, la Polizia Ferroviaria ha escluso atti di sabotaggio doloso. La tempestiva azione dei tecnici di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) ha permesso di riattivare progressivamente le linee principali: Venezia e Genova sono tornate operative alle 10:30, seguite dalla linea per Bologna alle 15:00.

Le nomine ai vertici delle Ferrovie
Questo episodio ha riportato l'attenzione sulle nomine nei vertici del gruppo Fs, più volte rimandate. Stefano Donnarumma, amministratore delegato del gruppo Fs, dovrebbe restare saldo al suo posto. Tra i cambiamenti, si profila il passaggio di Luigi Corradi, attuale ad di Trenitalia, a Fs International. Al suo posto arriverebbe Gianpiero Strisciuglio, ingegnere con una lunga esperienza in Rfi e Mercitalia Logistics, figura considerata vicina al vicepremier Matteo Salvini. Aldo Isi, attuale amministratore delegato di Anas, sarebbe destinato alla guida di Rfi, mentre Dario Lo Bosco assumerebbe il vertice di Italferr.
Unica conferma tra i vertici è quella di Sabrina De Filippis, che continuerà a guidare Mercitalia Logistics. Le nomine ufficiali sono attese entro poche settimane, in un contesto politico sempre più polarizzato.

Le reazioni politiche
Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è al centro del dibattito politico. Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha difeso il ministro: “Salvini non ha alcuna responsabilità per i ritardi infrastrutturali, frutto di anni di mancati investimenti”. Di tutt’altro avviso la senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita: “Il ministro è abile solo a scaricare colpe. Forse questa volta dovrebbe dimettersi anche lui”. E il leader di Azione, Carlo Calenda, ha espresso impazienza nei confronti del Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, citando Cicerone: "Fino a quando, Salvini, abuserai della nostra pazienza?". 

Investimenti e prospettive future
La polemica riflette un problema più ampio: l’inadeguatezza delle infrastrutture ferroviarie rispetto all’aumento della domanda di trasporto. Secondo un rapporto di Legambiente, negli ultimi dieci anni gli investimenti per il potenziamento della rete ferroviaria regionale sono diminuiti del 15%, a fronte di un aumento del traffico del 25%. Un tema che, secondo gli esperti, sarà cruciale per i futuri vertici delle Ferrovie.
Intanto, i sindacati chiedono un cambio di passo. “È fondamentale un piano strutturale per garantire sicurezza e continuità del servizio”, ha dichiarato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. Una posizione condivisa anche da altri rappresentanti del settore, che sollecitano una maggiore trasparenza nella gestione dei fondi pubblici.

Conclusioni
Mentre i treni tornano a circolare regolarmente, il futuro delle Ferrovie dello Stato resta incerto. Le nomine imminenti rappresentano non solo un cambio di leadership, ma un banco di prova per il governo e per la capacità dell’Italia di affrontare le sfide infrastrutturali del XXI secolo.

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