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Tinexta verso il delisting: Opa Advent-Nextalia e scorporo Defence

- di: Matteo Borrelli
 
Tinexta verso il delisting: Opa Advent-Nextalia e scorporo Defence
Advent e Nextalia entrano al comando, Tecno Holding resta “pesante”. Sullo sfondo, il golden power impone lo scorporo delle attività sensibili e una cessione guidata da un blind trust.

(Foto: Enrico Salza, presidente di Tinexta).

Tinexta imbocca una strada netta: nuovo controlloOpa obbligatoria a 15 euro e, se tutto fila come da copione, uscita da Piazza Affari. Il cambio di regia passa attraverso Zinc BidCo, veicolo riconducibile a fondi gestiti da Advent e Nextalia, che hanno completato l’acquisto della quota chiave e ora preparano l’offerta sul flottante. Ma c’è un secondo binario, altrettanto decisivo: l’intervento del golden power, che impone di separare e cedere le attività considerate sensibili legate al perimetro Defence.

Come cambia l’azionariato e perché l’Opa vale “quasi 300 milioni”

Il punto di svolta è l’acquisizione di una partecipazione pari al 38,74% del capitale (al netto delle azioni proprie) a 15 euro per azione. Da qui scatta l’Opa obbligatoria totalitaria sulle azioni residue non già in mano a Zinc BidCo e non conferite da Tecno Holding.

In base ai numeri comunicati al mercato, l’offerta può riguardare fino a 19.573.795 azioni: tradotto, un esborso massimo di circa 293,6 milioni di euro (15 euro moltiplicati per il numero massimo di azioni oggetto dell’offerta). La finalità è esplicita: delisting, cioè revoca della quotazione dal segmento STAR.

Tecno Holding, dopo la vendita del pacchetto di controllo, resta comunque nel capitale con una quota pari al 18,61% e, grazie al voto maggiorato, mantiene un peso molto superiore nei diritti di voto. In altre parole: non è una semplice “uscita di scena”, ma una convivenza strutturata con i nuovi sponsor finanziari.

Delisting, non solo Opa: l’uscita può arrivare anche via fusione

L’architettura dell’operazione è costruita per evitare zone grigie: se l’Opa non raggiungesse l’obiettivo di togliere Tinexta dal listino, gli offerenti si sono riservati una via alternativa, cioè il delisting tramite fusione in una società non quotata del gruppo. È una “rete di sicurezza” che segnala la determinazione del nuovo blocco di controllo a portare a termine l’uscita dal mercato regolamentato.

La giustificazione industriale è classica, ma qui viene spinta al massimo: più flessibilità, meno vincoli da quotata, e un orizzonte di investimento dichiaratamente di medio-lungo periodo.

Golden power: il nodo Defence e la regia del blind trust

Il capitolo più delicato non è finanziario: è istituzionale. Il provvedimento di governo (Dpcm del 24 dicembre 2025) ha imposto condizioni specifiche per tutelare interessi essenziali legati a difesa e sicurezza nazionale. In sostanza, la componente Defence del gruppo deve uscire dal perimetro destinato a restare sotto il controllo dei nuovi investitori.

La prescrizione principale prevede il conferimento della partecipazione in Tinexta Defence Holding (indicata come pari all’85,5%) a un blind trust: un soggetto chiamato a gestire in autonomia la fase di transizione e soprattutto a vendere la partecipazione a un acquirente ritenuto dal Governo idoneo a garantire gli interessi di difesa e sicurezza.

La cornice operativa descritta nei documenti prevede anche passaggi di controllo: scelta del trustee con consenso preventivo, possibilità di un “protector” indicato dall’autorità pubblica, e report periodici sulle misure adottate per rispettare le prescrizioni. Non è un dettaglio tecnico: è il segnale che l’operazione, pur privata, resta sotto una supervisione pubblica stringente quando tocca asset considerati strategici.

Nuovo consiglio di amministrazione: la regia si sposta

Il cambio di controllo ha portato in carica anche un nuovo consiglio di amministrazione, già designato dall’assemblea di metà dicembre e diventato efficace al closing. La presidenza è affidata a Enrico Salza. Nel board compaiono, tra gli altri, Francesco Canzonieri e Francesco Casiraghi, insieme a più amministratori indipendenti.

Cosa vogliono ottenere Advent e Nextalia

La narrazione degli sponsor è lineare: Tinexta viene vista come una piattaforma da “spingere” su scala più ampia, facendo leva su competenze e capitali per rafforzare i segmenti core. Il delisting, in questa logica, serve a togliere attriti: meno vincoli di disclosure, più rapidità decisionale, maggiore libertà nel ridisegnare il perimetro con acquisizioni e dismissioni.

"Questa operazione segna un punto di svolta per Tinexta e offre un’opportunità rilevante per creare valore e imprimere una forte accelerazione alla crescita", è il senso del commento attribuito a Francesco Canzonieri nella comunicazione di inizio agosto legata agli accordi vincolanti. E l’idea di una traiettoria europea è stata messa sul tavolo fin dall’annuncio della partnership.

Impatto pratico: azionisti, strategia e perimetro industriale

Per gli azionisti

Il prezzo dell’Opa a 15 euro è il riferimento chiave: essendo un’offerta obbligatoria, ricalca il prezzo più alto pagato nell’operazione che ha fatto scattare l’obbligo. Per il mercato, questo tende a “bloccare” le quotazioni intorno al livello dell’offerta, riducendo spazio a scommesse di breve.

Per l’azienda

La combinazione delisting + golden power produce un risultato curioso: da una parte, Tinexta punta a muoversi più veloce fuori dalla Borsa; dall’altra, deve gestire una separazione complessa del perimetro Defence, con tempi tecnici, regole e controlli. L’equilibrio reale si giocherà su come verranno reinvestite risorse e management attention una volta completato lo scorporo.

Per il settore

L’operazione racconta una tendenza: il digitale “serio” (trust, identità, sicurezza) è terreno di appetito per grandi fondi, ma quando si entra nei domini sensibili scatta una barriera istituzionale che indirizza struttura e governance. È la fotografia di un mercato dove capitale globale e interesse nazionale si incrociano senza più poter ignorarsi.

Che cosa succede adesso

I prossimi passaggi sono tre: documento d’offerta e calendario dell’Opa, percorso di delisting (in Opa o tramite alternativa societaria), e soprattutto messa in opera del blind trust per la divisione Defence con l’avvio del processo di cessione a un soggetto considerato idoneo dalle autorità.

Il messaggio, però, è già arrivato forte e chiaro: Tinexta cambia pelle, e lo fa con una scaletta serrata.

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